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Partenopeismi

A Gargano diciamo grazie

A seguito delle dichiarazioni rilasciate ieri da Walter Gargano ad una radio messicana ci siamo presi qualche ora di riflessione. Ne avevamo bisogno.

Il colpo è stato duro da attutire, il boccone molto amaro da ingoiare. Gargano non ha risparmiato nessuno: dal suo ex allenatore Mazzarri ad Edo De Laurentiis, dall’ex compagno di squadra Francesco Montervino alla città di Napoli. La napoletanità non ne ha voluto sapere di rimanere indifferente e si è ribellata con tutta la sua forza. Napoli è insorta. Giustamente.  

Walter Gargano è stato per anni il cuore del centrocampo azzurro, quello che pulsava più veloce di tutti gli altri, quello che ha consentito al minuto fisico dell’uruguagio di macinare chilometri su chilometri, ma anche quello che ha tradito. Il ritorno in maglia azzurra dopo la parentesi interista non bastò infatti a cancellare dalla mente dei tifosi napoletani le dichiarazioni d’amore indirizzate proprio alla maglia nerazzurra dell’Inter, sua promessa sposa.

Emblematico, e mai così attuale, fu anche lo striscione esposto in curva al San Paolo: “77 togliti la maglia”. L’astio e il rancore da parte del pubblico napoletano fu così evidente da “costringere” lo stesso Gargano ad un gesto plateale di scuse durante una gara di campionato. Il suo braccio alzato e proteso verso migliaia di cuori azzurri feriti presenti al San Paolo oggi assumono un significato del tutto diverso: Gargano doveva farlo, ma l’avrebbe volentieri evitato.

Poi le strade si sono separate, definitivamente, e la storia d’amore durata ben sei anni, separazione compresa, è finita nel dimenticatoio. A distanza di tempo, l’intervista ormai nota a tutti. A colpire è stato il contenuto, ma anche la forma, banalmente irritante, ingiustificatamente sarcastica, pregna di freddezza, distacco e totale assenza di spirito di riconoscenza. A deludere, forse più delle parole, sono state le espressioni facciali, le movenze, la gestualità. Il tutto indirizzato verso l’indisponente sbeffeggiamento di un trascorso, di una parentesi di vita, di un passato che volente o nolente non verrà cancellato mai. 

Ma a Gargano diciamo grazie.

Innanzitutto perchè ha evidenziato degli aspetti della nostra città che vanno migliorati. L’attivismo in tal senso non si è per fortuna mai arenato, ma ben venga qualcuno che di tanto in tanto ci ricordi dove è che siamo fallaci, che sia il benvenuto chi mette in evidenza delle criticità. E’ la consapevolezza il primo passo verso la risoluzione di ciò che non funziona come dovrebbe.

Un ringraziamento gli giunge anche per aver coronato la metà di un piccolo sogno: ascoltare un calciatore che dice quello che pensa, svincolato dai rigidi schemi imposti dalle società di appartenenza, libero di esprimersi senza timore alcuno. Resta in piedi l’altra metà del sogno, quello di arrivare un giorno ad ascoltare le dichiarazioni di un calciatore che sia una via di mezzo tra il nulla ed il troppo.

Ma Gargano merita un plauso soprattutto per aver dissipato ogni dubbio sulla qualità umana del suo personaggio. In assenza delle sue piccate, inopportune e immotivate dichiarazioni avremmo corso il serio rischio di farci condizionare positivamente dalla generosità profusa in campo in ogni gara disputata, al punto da riservargli ancora oggi un posticino nel nostro cuore. Angolino che si è disintegrato con la stessa rapidità con cui si è dissolta la sua immagine dinanzi ai nostri occhi.

Infine a Gargano auguriamo un grande in bocca al lupo, ricordandogli che il napoletano nelle sue corde, contestualmente ad aspetti sicuramente migliorabili e perfettibili, possiede anche una grande signorilità.

 

 

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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