Il campionato è appena finito e Radio Mercato già impazza e strombazza anche per il Napoli. Il club azzurro è già al lavoro e il primo colpo è stato messo a segno.
È innegabile però come tutte le strategie del Napoli passino attraverso il destino di Gonzalo Higuain. La cessione o la permanenza della stella argentina inciderà inevitabilmente sul rafforzamento del Napoli. In questa stagione e in quelle successive.
Higuain deve essere ceduto. A tutta prima suona blasfemo – è vero. Ma il centravanti di Brest può essere il pass per la costruzione di un grande Napoli.
El Pipita quest’anno ha fatto meglio di tutti i cannonieri della Storia della Serie A. Può dunque far meglio? Sarebbe l’auspicio di tutti, ma è realisticamente difficile, molto difficile. Si potrebbe obiettare che l’anno prossimo c’è la Champions e quindi, in termini di mercato, una vetrina anche più attraente della Serie A. Tuttavia, parliamo di una competizione dove, ad essere ottimisti, il Napoli potrà arrivare tra le prime otto e disputare quindi 10 partite in totale. In uno scenario più realistico, il Napoli giocherà tra le sei e le otto partite in Champions. Poi, tutto può accadere, ma nessuno s’illuda di fare analogie con l’Atletico Madrid oppure con fenomeni rarissimi come il caso Leicester.
A questo si va ad aggiungere l’età. Alla fine della prossima stagione, il calciatore andrà per i trenta. Ciascuno faccia i debiti scongiuri, ma è notorio come andando avanti con l’età, muscoli ed ossa si indeboliscano.
Possiamo dunque dire con discreta fondatezza che questo è e sarà il punto più alto del valore di mercato di Higuain. E il Napoli non può permettersi di disperdere un patrimonio del genere.
Proviamo ad immaginare uno scenario che preveda la permanenza di Higuain per altri 1-2 anni circa. A meno di un’improbabile impresa in stile Leicester, il Napoli difficilmente migliorerà il secondo posto di quest’anno. Lo dicono i nomi che girano in accostamento al Napoli, il gap ancora importante con la Juventus e una Roma che, sotto una sapiente guida, ha dimostrato di non essere inferiore agli azzurri.
Senza contare che il potere d’acquisto e l’appeal della Juventus sono superiori a quelli del Napoli e che la campagna di ringiovanimento messa in atto dal club piemontese lo scorso anno, dopo averne frenato la partenza, la rendono destinata ad una crescita costante negli anni a venire, con Dybala e Rugani, solo capofila di una schiera di giovani destinati ad un futuro luminosissimo.
L’argentino ha indubbiamente scolpito il suo nome nel cuore della torcida azzurra. Ma anche Cavani sembrava indimenticabile e soprattutto insostituibile. Anche per l’uruguagio gran parte della tifoseria sembrava affranta. E Higuain fu accolto con un discreto scetticismo. “E’ una riserva”, si diceva. Eppure oggi chi scambierebbe Cavani con Higuain, senza conguaglio?
Senza dimenticare come, coi soldi del Matador, siano arrivati anche Callejon e Albiol, pedine fondamentali sia per Benitez che per Sarri.
La Juventus fece un’operazione simile con Zidane. Dalla cui cessione prese Buffon, Thuram e Nedved. Vere e proprie architravi dei successi bianconeri del dopo-Zidane.
E così ha l’opportunità di fare il Napoli. Cedere Gonzalo per prendere una grande punta al suo posto. Meno grande, ma comunque importante e allo stesso tempo non tanto grande da costringere il suo vice al ruolo di comparsa, come accaduto a Gabbiadini quest’anno.
E, nel contempo, pensare a due o tre innesti di assoluto valore in mediana e nelle retrovie. Di un valore tale -per capirci- da costringere alla panchina alcuni dei titolarissimi di quest’anno. Di modo da ampliare la qualità dell’undici di partenza e la profondità dell’organico. Intendiamoci, non si parla certo di Cannavaro, Nesta e Rijkaard, ma di giocatori di caratura sicuramente superiore a quelli a cui può ragionevolmente ambire il Napoli con la permanenza di Higuain.
Per cui, si tratta di superare la retorica contrapposizione tra “ragione e sentimento” di austeniana memoria. Higuain va ceduto per questioni di cuore. Per rendere un Napoli ancora più grande.
E allora se i tanti gol del Pipita hanno portato i soldi e l’orgoglio della Champions, che sia data all’argentino l’opportunità di segnare l’ultimo gol, quello che da solo vale circa 80 milioni e un futuro ancor più scintillante per i colori azzurri.