Sono trascorse circa 178 ore dal termine di Napoli-Lazio, compreso lo strascico di commenti amari frutto dell’ immeritatissimo pareggio conquistato dagli azzurri. Un tempo che non si è riversato come suo solito nella successiva gara di campionato: la sosta per le nazionali ne ha traslato lo sfogo. E dunque? Che si fa? Di cosa si parla? Di cosa si scrive? Per il popolo dei media che seguono le sorti della S.S.C Napoli l’avvento della sosta del campionato equivale ad una sorta di preludio al precipizio, un momento di estrema difficoltà in cui bisogna darsi da fare per rimanere a galla. Ma la sosta è sosta, dovrebbe essere tale, forse di fatto lo è davvero, ma la si vuole necessariamente rianimare, le si vuol ridare necessariamente vita. Il tifoso non può stare senza ricevere notizie, o forse è la stampa che non può stare senza il lettore. Fatto sta, che le 178 ore trascorse dal termine dell’ultima gara disputata dal Napoli sono state condite da inammissibili non-notizie.
Quando torna Milik?
La notizia certa è una sola, ed è vecchia come nostra nonna: l’attaccante del Napoli si è infortunato gravemente durante Polonia-Danimarca dell’8 ottobre scorso. Operato immediatamente ne avrà per 4-6 mesi. Questi sono i tempi di stop necessari per un atleta che subisce la rottura totale del legamento crociato del ginocchio. Ovvio, scontato, risaputo, che poi la singolarità dei casi può ridurre o addirittura allungare i tempi del recupero: il carattere del calciatore, la volontà, l’applicazione, l’aspetto congenito, la conformazione fisica, sono tutte singolarità che determinano la definizione certa dei tempi di recupero. Ma non ci sono previsioni da fare, non esistono palle di cristallo in cui sbirciare. Milik sta svolgendo in maniera esemplare la rieducazione clinica, alla quale poi seguirà quella muscolare, punto. Il resto è fuffa. E fuffa rimarrà fino a gennaio, mese in cui si comincerà a capire davvero quando il polacco potrà tornare ad essere utile al Napoli.
Quale attaccante acquisterà il Napoli?
Pare (per la stampa prolissa) che il Napoli li abbia sondati quasi tutti, da quelli plausibili a quelli impossibili: Zaza, Pavoletti, Kalinic, Mitrovic, sono solo un saggio di prestigio, ma la lista non finisce qui. E le dichiarazioni dei protagonisti (o di chi li allena, vedi Benitez), anche se tendenzialmente mirate a spegnere “entusiasmi”, non mettono assolutamente a tacere il turbinio inutile di notizie. Il tifoso vuol sognare e guardare lontano e i media si prestano a questo gioco, ma al presente chi pensa? Le ore che separano il Napoli dal primo giorno utile per fare mercato sono ben 1248 e saranno con ogni probabilità le più importanti della stagione. Come verranno trascorse? E’ il caso di perseverare per la strada che ci proietta verso il sogno e mortifica il presente? E’ proficuo pensare a quello che sarà (e non può essere adesso) piuttosto che valorizzare e recuperare il materiale umano che in questo momento veste l’azzurro? (Vedi Manolo Gabbiadini).
Sarri è giunto al termine della sue esperienza napoletana, lo attende la Fiorentina.
Eh si, nel calderone delle notizie-bomba esplose nella settimana di sosta del campionato non poteva mancare lui, il mister dalla faccia burbera che voleva già andar via da Napoli al termine della passata stagione. Ad attenderlo vi sarebbe la Fiorentina di un Paulo Sousa (decisamente un vero salto di qualità rispetto alla attuale panchina azzurra) che dopo un inizio difficile ha rimesso in piedi i viola. E’ accettabile raccogliere in questo momento storico “notizie” di questo genere? L’ironia non può che essere l’unico strumento plausibile per commentare simili eresie. D’accordo, il momento degli azzurri non è semplice, gli screzi tra Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri ci sono stati, ma parlare adesso di fantomatici scenari futuri, in una fase così delicata della stagione, a cosa porta? Sicuramente a qualcosa che nell’immediato non genera beneficio di alcun genere.
I cinesi
Ma in bilico non è solamente la posizione di Maurizio Sarri, tremendamente insoddisfatto del favoloso momento storico che sta vivendo professionalmente la sua persona. L’altra posizione “a rischio” è quella dello stesso Aurelio De Laurentiis, incapace di spingere il club oltre la dimensione che occupa in questo momento e dunque pronto a cedere la proprietà ad una cordata di cinesi. Quella che avete appena letto è l’ennesima posizione estrema assunta dal chiacchiericcio spicciolo in questa settimana di bolle di sapone. Ci sembra abbastanza evidente che il principio di estremizzazione degli eventi che regna sovrano in questa città deve essere assolutamente ridimensionato se si vuol dare alla notizia il significato etimologico che ha sempre assunto.
La verità è che ADL sta studiando approfonditamente quali canali percorrere per donare al club di cui è proprietario le risorse necessarie per fare un ulteriore salto di qualità. E lo sguardo rivolto al di là dei confini nazionali (con particolare riferimento al bacino cinese) è lo step numero uno per la realizzazione dell’intento.
Insomma, la stampa napoletana sembra essere incline ad una linea di condotta che spinge la”notizia” sempre e comunque, affinchè sia sempre fresca, attuale, generatrice di curiosità, sogno e speranza. Poco importa se poi tutto ciò che si paventa finisce in una bolla di sapone, e pochissimo importa se lo sguardo ad un futuro potenzialmente migliore contribuisca a rendere il presente sempre più grigio.
Condire la pietanza con realismo e professionalità renderebbe il tutto meno gustoso ma sicuramente più digeribile. Bisogna evitare di appizzare le orecchie verso spifferi di inconsistenti notizie la cui divulgazione fomenta l’insoddisfazione popolare per il presente e soprattutto prende in giro una marea di appassionati meritevoli di rispetto.