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Errori difensivi e sterilità offensiva: Albiol e Milik? Ma anche Allan e Zielinski

Il Napoli sembra aver perso l’efficacia offensiva dello scorso anno e della prima parte di questa stagione. Ok, Milik.
Al Napoli sono tornati i grossolani errori individuali che hanno caratterizzato buona parte dell’era Benitez. Ok, Albiol.

I numeri sembrano dar ragione a queste tesi. Compresa la porta inviolata di Reina con la Dinamo, una volta tornato Albiol “a guidare la linea”, per dirla con Sarri.

Ciò che il coach di Figline sa benissimo e giustamente non dice è come queste pecche nelle due fasi siano dovute alla scarsa forma di due uomini chiave del Napoli, ciascuno a suo modo: Allan e Zielinski. Con l’acquisto del polacco, Sarri ha nella casella della mezzala destra, la possibilità di incidere fortemente sull’atteggiamento della squadra. Più copertura col brasiliano, più spinta con l’ex Empoli.

Nella gestione Benitez, gli errori individuali dalla propria metà campo in giù erano frequenti. E nessuno ne era esente, Koulibaly compreso, che oggi viene giustamente indicato come uno dei migliori centrali al mondo. Col tecnico spagnolo non c’erano centrocampisti adibiti a coprire che avessero dinamismo e recupero palla ai livelli di Allan. In tal modo, la retroguardia era spesso sotto pressione avversaria e incorreva nell’errore individuale. E’ un principio fondante il calcio contemporaneo, dove anche i migliori difensori hanno passaggi a vuoto, laddove il filtro in mediana è deficitario. Non occorre andare molto in la’ con la memoria per ricordare svarioni dei fortissimi centrali juventini, nell’era pre-Conte, quando a schermarli avrebbe dovuto pensarci, ad esempio, Felipe Melo.
L’anno scorso, la grande stagione di Allan ha avuto un ruolo determinante nell’arginare la pressione a cui era sottoposta la terza linea azzurra. Quest’anno, il frangiflutti carioca non riesce ancora ad apportare quel contributo fondamentale per ridurre le situazioni potenzialmente pericolose ai danni del Napoli.

Analogamente, in fase offensiva, non c’è bisogno di dilungarsi sull’impatto dovuto all’assenza di Milik e a quanto Gabbiadini fatichi ad essere incisivo.
L’alternativa è Mertens, con cui però ci si ingolfa nell’ingorgo centrale. Una volta che l’avversario annulla l’asse Insigne-Callejon e impedisce il tiro da fuori ad Hamsik, si ricorre alle corsie laterali. Dove però con Mertens, non c’è lo sbocco del cross, per ovvie ragioni. E allora si ritorna all’indietro col fraseggio e si trova il traffico in zona centrale.
Una soluzione alternativa sarebbe data proprio da Zielinski. I suoi famosi strappi di inizio stagione sono al momento un ricordo sbiadito. E’ proprio col polacco che ci potrebbero essere dei break che aprono e tagliano le difese avversarie. Un modo diverso per trovare spazio, rispetto al lavoro spalle alla porta di Milik e al suo portare via l’uomo.
Come detto e purtroppo, questi strappi per ora non ci sono. E quello che rimane è una ragnatela di passaggi che si avvita su se stessa perchè non trova uno sbocco che prende il nome di spazio.

L’organico del Napoli è strutturato in maniera tale da avere gli anticorpi alle assenze anche di due perni del gioco Sarri, come Albiol e Milik. In attesa di ritrovare il polacco e nella speranza (e convinzione, per quanto ci riguarda) che Gabbiadini sbocci prima di gennaio, siamo persuasi del fatto che la tenuta difensiva e l’efficacia realizzativa del Napoli passino necessariamente per il rientro in forma di Allan e Zielinski, importanti ora più che mai.

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Fabio Cotone è regista teatrale. Appassionato di scienze umane.
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