Il campionato di calcio di Serie A è appena terminato e noi tifosi del Napoli, dopo aver subito la delusione di un sogno accarezzato per molto tempo e non materializzatosi, stiamo dibattendo su quello che sarà.
Tutto è accaduto repentinamente, Maurizio Sarri ed il suo ciclo sono svaniti in un nulla e contemporaneamente ci ritroviamo a discutere di un futuro affidato alle mani del miglior tecnico del mondo, Carlo Ancelotti, che il nostro presidente ha ingaggiato per dare vita un nuovo ciclo. La sensazione ad ora è quella di sospensione assoluta, tutto sembrerebbe ruotare sulla programmazione e sulla campagna acquisti futura, che dovrebbero dare le indicazioni per quello che dovrà essere il nuovo corso di un Napoli che potremmo definire 4.0. Sono tante le illazioni che in questi giorni si accavallano, voci, tentazioni, nomi altisonanti, nomi meno noti, suggestioni, come è tipico della stagione del cosiddetto mercato. Le esternazioni di ADL, non aiutano a fare chiarezza o almeno, sembrano adombrare un futuro di assestamento, che potrebbe essere propedeutico all’inizio di un nuovo ciclo. Questo è quello che ci auguriamo tutti, ma sarà molto molto difficile far passare questa idea ad un pubblico ancora troppo scottato dall’epilogo della passata stagione e orfano del tecnico toscano.
Certo Il curriculum di Carlo Ancelotti, la sua enorme figura di allenatore e manager, il suo pragmatismo sia tecnico che umano, lasciano ben sperare, ma la sete di vittoria, attesa da troppo tempo dai tifosi napoletani, potrebbe giocare brutti scherzi a tutti. L’errore principale da non commettere è quello di non prendere a paradigma la stagione appena conclusa la quale conserva nella sua eccezionalità una doppia valenza: potrebbe essere un trampolino per il salto finale, ma anche un paragone difficile con cui competere. Il compito che attende il Calcio Napoli, è davvero difficile, insomma una sfida da far tremare i polsi. L’ambiente è già caldo, saturo di sollecitazioni inesplose, quasi come un ordigno bellico dormiente dall’ultimo conflitto.Toccherà all’artificiere romagnolo essere così capace di mantenerlo tale e di farlo brillare definitivamente, ci auguriamo, con una annata densa di risultati che, si badi bene, non dovranno necessariamente coincidere con la vittoria del campionato, sarebbe un errore imperdonabile partire da questo presupposto e qui si spera che la Società sia cristallina nei messaggi da inviare ai propri tifosi
Come bene sappiamo la vittoria finale di un torneo così lungo è legata ad una serie di episodi, ed il Napoli, sembra comunque strutturato per contendere alle altre pretendenti questa lotta. Quello che si chiede è forse anche una maggiore presenza della squadra nelle altre competizioni alle quali parteciperà, Champions League o malauguratamente Europe League e Coppa Italia, insomma una lotta fino alla fine anche in questi tornei. In definitiva ci vorrà molto coraggio da parte di tutti, ci vorrà però anche molta comprensione e pazienza. Il momento è topico per il calcio a Napoli e stranamente quasi in una osmosi, anche per il resto del Paese dal punto di vista politico.
E’ singolare la contemporaneità delle modificazioni radicali degli scenari che si sono verificati in entrambi i contesti, anche se con valenze del tutto opposte e la città per l’ennesima volta dimostra di essere avanti rispetto al resto dell’Italia.
A Napoli si è passati da un contesto ‘rivoluzionario’ a quelli che molti definiscono una restaurazione, ossia il ritorno al metodo Benitez, anche se con le debite differenze. Nel paese invece ci si appresta a vivere una ‘rivoluzione’ dopo che una parte politica ha abbattuto uno scenario stantio e reazionario. In entrambi i casi ci vorrà molto coraggio. Io continuo a rimanere ottimista, soprattutto per quello che riguarda la nostra squadra del cuore e contestualmente nutro fortissimi dubbi sul fatto che quella che ci stiamo apprestando a vivere nel nostro Paese sia una vera rivoluzione anziché una restaurazione mascherata da tale.
Ci vuole molto coraggio a rotolare giù, ma potrebbe anche essere estremamente pericoloso, ed in fondo basta un attimo.
“Ci vuole molto coraggio a rotolare giù in un contesto vigliacco che non si muove più e a mantenere la calma adesso per non sentirsi un pallone perso. Ci vuole molto coraggio a ricercare la felicità in un miraggio che presto svanirà. Ci vuole molto coraggio a rimanere qui, in un contesto malato che è sempre Lunedì e a mantenere la calma adesso per non sentirsi un pallone perso.”
Un pallone rubato è dovuto passare dalla noia di un prato all’inglese a un asfalto che fu Garibaldi a donare.
Dalle scarpe di Messi alle scarpe ignoranti, a una rabbia calciata di punta che lo fa volare più lontano dei santi.
Un pallone bloccato fra gli uccelli su un tetto, finge di essere un uovo malato in attesa soltanto di un colpo di becco.
Per poter scivolare e cadere dal bordo basterebbe una semplice pioggia però anche il cielo deve esser d’accordo.
Ci vuole molto coraggio a rotolare giù in un contesto vigliacco che non si muove più e a mantenere la calma adesso per non sentirsi un pallone perso.
Ci vuole molto coraggio a ricercare la felicità in un miraggio che presto svanirà e a mantenere la calma adesso per non sentirsi un pallone perso.
Un pallone scappato sa rubare la scena alle ruote dei camion che in mezzo alla strada per caso lo sfiorano appena.
Quando gli manca un metro a una lunga discesa, una scheggia di vetro lo ferma perché è contraria alla libera impresa.
Un pallone bucato non è più di nessuno anzi viene scansato da tutti i bambini e lasciato a ingiallire nel fumo dei rifiuti bruciati sotto ai fuochi di
agosto, come se fosse giusto un destino così arrivando alla fine di un corso.
Ci vuole molto coraggio a rotolare giù in un contesto vigliacco che non si muove più
e a mantenere la calma adesso per non sentirsi un pallone perso.
Ci vuole molto coraggio a ricercare la felicità in un miraggio che presto svanirà.
Ci vuole molto coraggio a rimanere qui, in un contesto malato che è sempre Lunedì
e a mantenere la calma adesso per non sentirsi un pallone perso.