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Calciomercato

Dal risparmio non nasce niente, dal calciomercato nascono i fior

Non ce ne voglia la buonanima di De Andrè, che aveva scritto Via del Campo con ben altri propositi rispetto al calcio e ai suoi appassionati, ma qui ed ora, a bocce ferme, urge una riflessione seria sul calciomercato che verrà.

Mai come quest’anno, dopo l’arrivo di Ancelotti e il consolidamento ai vertici del calcio nazionale, si pone il problema di gettare le basi per il prossimo ciclo tecnico, che passa attraverso taluni addii e l’esigenza di investire in modo chirurgico.

SMOBILITAZIONE NO, RICAMBIO SI’

Se durante il calciomercato si avverasse la metà delle dichiarazioni degli esperti, il Napoli giocherebbe ogni anno con la primavera. Chi scappa, chi ha chiesto la cessione, chi ha cambiato procuratore mettendosi nelle mani di quello che porta a termine tantissimi affari, e così via: in pratica è attiva solo la voce cessioni.

Non ci piace ragionare in questi terminima un discorso su alcuni calciatori da sostituire va fatto più oggi che domani. De Laurentiis ha peraltro anticipato che la prossima sarà un’estate “ancelottiana”.

Partiamo dalla difesa, dove Raul Albiol deve essere rimpiazzato se non altro per ragioni anagrafiche. Il prossimo 4 settembre spegnerà 34 candeline, quindi la necessità di puntare su un giovane centrale in grado di comandare la retroguardia almeno per il prossimo triennio inizia ad essere concreta. Il ginocchio appena operato ne fa dubitare inoltre in termini di tenuta fisica.

C’è poi Hysaj, che è vincolato da clausola “a termine”, nel senso che dopo il 30 giugno di ogni anno è possibile intavolare una trattativa svincolata dai fatidici 50 milioni cash. L’età è ancora dalla sua, 25 anni appena compiuti ma, più volte, il suo procuratore ha minacciato di mandarlo da Sarri a Londra in caso di scarso utilizzo. In estate se ne riparlerà con calma.

A centrocampo, dopo l’addio di Hamsik e le conferme riguardanti Fabian Ruiz e Zielinski, l’ultimo reduce della gestione Benitez è Callejon, 32 anni il mese scorso. Anche sul contratto del numero 7 spagnolo c’è una clausola, 20 milioni, ed anche questa scade il 30 giugno di ogni anno. La sua cessione sarebbe un’opzione da considerare ma, data l’integrità fisica e la volontà di non cambiare aria, è un’eventualità da mettere momentaneamente in stand by.

In attacco si registra finalmente una buona continuità per Milik, con Verdi che può rappresentare un’ottima alternativa se anche lui inizia a trovare un alleato nella sua condizione fisica.

I restanti ci viene da immaginarli come riempitivi: Ounas, Younes e i rientranti Ciciretti, Vinicius e Inglese, di essi al massimo un paio saranno riconfermati ed è giusto che la società scateni delle piccole aste al fine di ricavare il massimo possibile. 

I PEZZI DA NOVANTA

Tranquilli, non ce li siamo dimenticati. E’ solo che Koulibaly, Allan, Insigne e Mertens meritano un discorso a parte.

Il folletto belga racconta una storia a sé, un po’ perché è l’unico dei “grandi” ad avere la clausola risolutiva – 28 milioni da pagarsi entro il 15 giugno – un po’ perché è accomunato ai precedenti cedibili per motivi anagrafici.

A maggio compirà anche lui 32 anni, ciò significa che se la società (e Ancelotti in testa) non è intenzionata a fargli il contratto della vita, è meglio che si trovi una soluzione al più presto di modo da accontentare tutti.

Gli altri tre sono la spina dorsale del Napoli di oggi, e visto che parliamo di tre calciatori nati nel 1991, è ampiamente pronosticabile sul piano tecnico una loro permanenza nei restanti anni di permanenza di Ancelotti.

Il problema, come insegna il mercato, sono le proposte irrinunciabili. Per il centrale senegalese De Laurentiis ha dichiarato di aver rifiutato un’offerta di 105 milioni di Euro spedita dal Chelsea un anno fa, ma che in futuro non sarà in grado di rifiutarne ancora tante altre.

Per Allan il discorso è molto simile: respinto l’assalto del Paris Saint Germain nell’ultima finestra invernale, al momento non è dato sapere se e in quale forma si ripresenteranno altre insidie esterne.

Insigne è napoletano, con l’addio di Hamsik eredita anche la fascia di capitano, ma dall’estate del 2019 a curare i suoi interessi ci sarà Mino Raiola, uno capace di tutto con chiunque e in qualsiasi momento. Meglio stare attenti, anche se lo stesso presidente ha parlato espressamente di cifre che si aggirano intorno ai 150 milioni, non esattamente un prezzo abbordabile.

QUALCHE CIFRA

Nell’articolo di commento al bilancio (consultabile qui) abbiamo parlato di un tesoretto “virtuale” per il calciomercato estivo di circa 33 milioni. E’ un’indicazione che proviene dai prospetti contabili, ma anche dalle esperienze passate, perché storicamente il Napoli ha comprato calciatori più o meno per le stesse cifre che ha incassato dalle vendite.

Ad essi vanno aggiunti quelli verosimilmente incassabili dalle cessioni di Inglese (20), Vinicius (15), Sepe (15), Tonelli (10) e uno tra Ounas e Younes (10). Il subtotale superiore ai 100 milioni sarebbe già interessante nel caso in cui si volesse puntare su un paio di talenti di caratura internazionale, come i già noti Lozano, Chiesa e Fornals.

Ma le cessioni di due calciatori oggettivamente in là con gli anni come Albiol e Mertens, per complessivi 40 milioni, consentirebbero di mettere le mani su almeno un altro elemento di quel livello, ottenendo così il duplice beneficio di rientrare nel budget e di svecchiare decisamente la rosa in nome della qualità.

Un ulteriore riflesso positivo nell’investire in giovani promettenti è l’impatto sul monte ingaggi. Per fare un esempio pratico, Hamsik ha liberato uno slot di quasi 7 milioni lordi, mentre Albiol e Mertens alleggerirebbero i conti di ulteriori 12 milioni. Di contro, l’anno scorso Fabian Ruiz ha firmato un contratto da 3 milioni lordi, mentre per Verdi ne sono bastati poco più di 3,5. L’impatto positivo sugli stipendi mitigherebbe il peso dettato dagli ammortamenti, che cresce all’aumentare del valore dei cartellini.

IN & OUT

Le dichiarazioni di di Aurelio De Laurentiis hanno fatto scattare la ricerca spasmodica dell’identikit del “campione” (o dei campioni) di cui il Napoli si sbarazzerà a fine stagione ma, volendo abbozzare, così per gioco, un borsino del prossimo calciomercato estivo, proviamo a fare due conti in modo realistico e rispettoso del bilancio.

Non ci resta che aspettare l’estate, sperando che sia ancelottiana per davvero.

About author

Paolo Esposito è laureato in Economia Aziendale. Per lavoro si occupa di tax auditing con particolare attenzione al transfer pricing, al financial accounting e alle business restructuring. Tuttavia crede che di calcio sia meglio parlare in napoletano.
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