Uno scudetto al femminile e due semifinali, rispettivamente ottenute con l’Under 17 e l’Under 15, in entrambi i casi una finale sfumata per mano della Roma: va in archivio così quella che probabilmente è stata la migliore stagione del settore giovanile azzurro targato De Laurentiis.
Per la società azzurra era tempo di arricchire la bacheca di trofei nazionali a livello giovanile e la Danone Nations Cup 2019 conquistata con la compagine Under 12 femminile di mister Salvatore Esposito può essere considerato alla stregua di uno scudetto, con annessa la qualificazione alla fase internazionale del Trofeo in programma a Barcellona il 12 ottobre con l’auspicio che questo successo possa aprire la strada alla crescita del settore femminile per la società azzurra dopo la promozione in B del Napoli Femminile ed il boom mediatico e d’immagine avuto dalla Nazionale ai Mondiali.
Si rimpolpa quindi la bacheca di titoli, che conta per il momento uno Scudetto ed una Coppa Italia Primavera, 2 titoli Berretti (uno conquistato in C, l’altro in A), 4 tricolori Under 17 (ex Allievi) ed una Coppa Italia Under 15 (ex Giovanissimi).
Ma quanti di questi trofei sono stati conquistati sotto la presidenza di Aurelio De Laurentiis? Tre su nove, il 33% del totale e due di questi (Coppa Italia Under 15 e Scudetto Berretti in C) conquistati nel primo anno di presidenza. Al di là dei numeri e dei trofei però vale la pena ricordare che l’importanza del settore giovanile in una società sta anche se non soprattutto nel numero di giocatori sfornati e pronti per restare nei professionisti.
Aspetto quest’ultimo che vede il Napoli non sfruttare a pieno l’enorme potenziale di talenti che offre l’intera regione Campania e tutto il territorio meridionale in generale. Se si da come parametro di riferimento lo scorso campionato, volendo considerare un ipotetico organico di calciatori campani ed elementi formati dal vivaio azzurro, soltanto in 5 sarebbero quelli cresciuti tra Castel Volturno e dintorni.
Poco confortante anche il dato sui ragazzi fatti esordire nell’arco di un decennio, con soltanto dei brevi spezzoni di gara concessi ai vari Maiello, Ammendola, Roberto Insigne, Lasicki, Gaetano e lo stesso Luperto, abile a ritagliarsi un pochino di spazio soltanto nella stagione appena conclusa.
Ora, in ottica futura, non andrà disperso il grande lavoro fatto in questi anni da Gianluca Grava, dal 2013-2014 responsabile a pieno titolo del vivaio azzurro ed abile a riconquistare lo spazio giusto dopo la gestione Santoro. Un autentico miracolo se si considerano l’assenza di strutture materiali, gli investimenti ridotti rispetto ad altre realtà e la scarsa visione di progettualità immateriale soprattutto in termini di formazione e servizi.