Mai un mercato di gennaio così sontuoso, nella gestione de Laurentiis; tra acquisti già compiuti e trattative in corso,infatti, ballano cifre che superano i 120 milioni. Lobotka, Demme, Politano e Rrahmani sono i primi nomi che, tra ora e la prossima finestra di mercato, serviranno la causa azzurra. Oltre il moderato entusiasmo di una società finalmente attiva in fase invernale, sussistono comunque dei dubbi riguardo questa raffica di operazioni, che strizzano l’occhio alla storia recente della compagine partenopea.
- La situazione Ancelotti: il passato
Inutile stare a discutere sulla deludente avventura azzurra del mister emiliano, sarebbe come gettare il sale su una ferita ancora aperta; trascendendo da ciò che Carlo ha dato (e sbagliato) al Napoli, è difficile scacciare un nome che ha solleticato le fantasie estive di ogni tifoso: James Rodriguez. Il colombiano era in effetti l’unico nome espressamente richiesto dal coach ex Milan, eppure la società, ai tempi, mostrò un certo snobismo verso l’attaccante. I guai fisici che hanno poi tormentato il cafetero hanno in un certo senso dato ragione alla società ma, al netto di ciò, l’interrogativo rimane: perché si è scelto di investire tutto su una giovane ala dall’Eredivise trascurando l’occasione di reclutare un talento che aveva già dato il suo meglio sotto la gestione ancelottiana? La mancata esplosione di Lozano, per ora, non rende giustizia a nessuna delle due scelte.
- Quoque tu, Ringhio, fili mi
Quasi in veste di deus ex machina ellenico, il neo-mister Gattuso usurpa il trono del padre putativo Ancelotti, venendo chiamato alla difficile impresa di risalire una classifica pericolosamente ammiccante ai vertici bassi. Rino, senza batter ciglio, accetta incondizionatamente. La sua ricetta è semplice: umiltà e lavoro, tanto lavoro. Seppur i risultati non sorridono al traghettatore calabrese, pochi giorni fa sotto la sua gestione si è comunque realizzata una convincente vittoria contro ciò che rappresenta la summa del dominio tecnico italiano: quella Juventus dell’ex comandante Sarri.
La valutazione di Gattuso in quanto tecnico è assai complessa: nonostante il preciso cambiamento di rotta a livello di gioco e agonismo, la sua stagione sarà piuttosto difficile da giudicare in quanto monca, privata del tempo necessario ad assimilare una preparazione adeguata. La società è chiamata a compiere una scelta difficile: a prescindere da come finirà l’attuale stagione, occorre stabilire già da ora se l’ex Milan sarà solo una congiuntura tra due tecnici o assurgerà al ruolo di nuova guida degli azzurri; con tutte le conseguenze che ne possono derivare dal mercato e dalle priorità tecniche (come il dualismo Meret-Ospina, tanto per dirne una). Al momento, possiamo solo augurarci che il mister risollevi il più possibile le sorti di una stagione fin qui scellerata.
- Il futuro: tutte le strade portano a… Juric
C’è più di una voce che serpeggia nell’ambiente partenopeo, sibilando che il prossimo allenatore azzurro sarà Ivan Juric. Tali indiscrezioni sarebbero avvalorate innanzitutto dalle scelte in campagna acquisti: Rrahmani è già azzurro e il Napoli si sta attivando per portare anche Kumbulla e Amrabat all’ombra del Vesuvio, calciatori esplosi sotto il pastrano del croato. Il tecnico slavo ha un’identità tattica marcatissima e, in caso di arrivo, si troverebbe di sicuro più a suo agio guidando calciatori che ha già svezzato nel calcio che conta. Nei piani societari, una scelta del genere potrebbe essere intesa come un ritorno alla guida tecnica dal profilo basso e dai proclami sopiti, peculiarità che in genere hanno portato fortuna al club di Aurelio.
Qualunque sia la strada da intraprendere, il percorso dovrà essere chiaro: è fisiologico che si va incontro a un ridimensionamento, dalla portata per ora indefinibile. La prossima stagione rappresenterà uno spartiacque per il tifo: da un lato si definiranno gli habitué dei grandi palcoscenici avversi alla nuova attitudine “operaia” della squadra, dall’altra gli stoici sostenitori che prescinderanno dalle graduatorie.
La discriminante essenziale sarà tracciare un sentiero chiaro e coerente con le possibilità del club: il lassismo e la tracotanza, negli ultimi mesi, ha solo spinto un gruppo a smarrirsi e sprecare tanto, tantissimo tempo a non vivere appieno il campo. Tentare di recuperarne il più possibile adesso è un obbligo insindacabile.