Un brivido che scorre lungo la schiena.
Succede al minuto 85°, ad una manciata di minuti dal fischio finale di una gara pazzesca.
Il nostro animo è contrariato, confuso, combattuto tra la delusione per il pareggio ottenuto dalla Roma e la piacevole constatazione di assistere ad una gara che non è finita per niente.
E’ in quel momento che Zielinski si smarca sul lato destro e serve Simeone che con una finta di corpo apre l’arcigna difesa romanista e fa letteralmente esplodere il Maradona.
Il pensiero legato alla soddisfazione di aver comunque conservato ben undici punti di vantaggio sulla seconda viene scalzato da un’euforia incontrollata e incontrollabile.
Il sogno lo si vede sempre più grande, sempre più vicino.
Gli ultimi minuti sono bolgia, frenesia, tachicardia.
Il Maradona è un anfiteatro. Con l’agonismo che diventa bramosia.
Il fischio finale è il dottore che ci dice che siamo ancora vivi.
Il Napoli conquista altri tre punti e vola a più tredici sull’Inter seconda.
Una gara, quella di stasera, fantastica, emozionante, commovente.
Una gara pedagogica, per la difficoltà riscontrata per portarla a casa.
Al Maradona scende in campo la Roma che non t’aspetti. Coraggiosa, organizzata, aggressiva e determinata.
Senza dubbio la miglior partita stagionale degli uomini di Mourinho.
Ce la si aspettava bassa e remissiva, invece i giallorossi cominciano pressando alto, senza paura, per tutto l’arco della gara.
Ma il Napoli gioca, gioca sempre. Ed occupa gli spazi che offre il terreno di gioco in maniera esemplare.
Osimhen è un alieno tra i terrestri. Zielinski danza pur non trovandosi al San Carlo. Lobotka porta a spasso Pellegrini per il campo. Mario Rui disegna calcio. Meret sugella. Di Lorenzo non ha più un ruolo, è ovunque.
Tutti fantastici. Tutti meritevoli di citazione. E non per aver giocato la partita migliore della stagione, ma per aver portato a casa una gara difficilissima che solo giocate pazzesche hanno indirizzato verso Napoli.
L’umiltà deve essere il dogma.
La stessa che ha reso Simeone determinante. La stessa che ha plasmato una classifica astrale.