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Campo

Ingiocabili!

Lasciar sfogare un toro inferocito, evitare danni, prenderlo per le corna e colpirlo letalmente.

E’ questa la sintesi estrema dell’ennesimo capolavoro firmato Luciano Spalletti.

Torino è grigia. Ma anche azzurra. Il calore partenopeo accoglie gli atleti, li accompagna allo stadio e li coccola per tutta la gara.

L’atmosfera è quella della consapevolezza. Quella del colpaccio che non fa più notizia.

La tranquillità che si respira, unita alla convinzione di fare risultato, è qualcosa di strano assai. Qualcosa di inconsueto.

Ma il toro parte forte. Aggredisce, gioca a tutto campo e allarga il gioco con gli esterni che limitano parecchio le solite giocate dei terzini azzurri.

Al minuto 9 Zielinski pennella, Osimhen si mette in posa e il capolavoro è compiuto.

Al 21° Meret, il palo o entrambi, non l’abbiamo ancora capito, salvano su Sanabria.

I segnali astrali sono positivi. Sono quelli del periodo.

AL minuto 23° ci riprova Vojvoda. Esiti simili.

Il Toro aggredisce e ci mette qualcosa in più. Il Napoli si difende e ci mette qualcosa in meno.

A dare la scossa definitiva agli azzurri ci pensa una sgroppata di Kim che ormai commuove per abnegazione.

Sullo sviluppo dell’azione Linetty commette fallo su Kvaratskhelia. E’ lo stesso georgiano a raddoppiare, col brivido.

Si va al riposo con la consapevolezza nel cuore. Quella di essere grandi. Mastodontici.

Al minuto 51° Olivera scodella sul fronte opposto d’attacco, la palla sembra lunga ma Osimhen catalizza tutto. Palla tra palo e Milinkovic Savic e Napoli avanti di tre marcature.

La semplicità con cui il Napoli porta le gare dalla sua parte è imbarazzante, spiazza gli avversari ma anche noi.

Il termine stupore è quanto di meglio spieghi ciò che proviamo.

La gara va avanti ma è finita. L’entusiasmo – invece – è appena cominciato.

Ed esplode definitivamente quando, al minuto 68°, Osimhen aggredisce Schuurs come se si trovasse, in svantaggio, a cinque minuti dal fischio finale di una semifinale di Champions.

Palla recuperata e consegnata a Kvara.

Dal tocco per Ndombele allo 0-4 c’è solo il tempo per provare l’ennesimo brivido di incontrollabile idillio.

Il momentaneo più ventuno in classifica fa arrossire per quanto imbarazzante.

Sogno e realtà si stanno guardando intensamente con gli occhi lucidi.

Non dobbiamo fare altro che attendere si stringano forte in un abbraccio pregno di poesia.

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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