In quello sguardo, in quegli occhi, ma soprattutto in quelle pause, c’è la voglia matta di incidere parole indelebili sulla sua storia personale, ma c’è anche un amore vero che lo lega alla sua terra d’origine, al di là di ogni mera forma di paraculaggine.
Maurizio Sarri è lì – come sempre – in conferenza stampa a commentare l’ennesima gara del suo Napoli, che stavolta ha strapazzato la Lazio.
Alla domanda: “Possiamo parlare di scudetto? Il mister risponde con una mano sul cuore:
“Se mi chiedi un assegno di cinque milioni di euro non te lo posso dare, non ce l’ho. Io posso dare quello che ho, a questa gente – che ho nel cuore – posso solo dare la mia anima”.
Una frase breve che però dura una eternità. Una frase che penalizza il nostro mezzo comunicativo, una frase che andrebbe ascoltata.
Una locuzione accompagnata da una voce improvvisamente tremolante, condita da pause tipiche di chi ha la voce rotta da un pianto.
Maurizio Sarri stavolta non è riuscito a nascondere del tutto la sua emotività dietro la maschera da burlone toscanaccio che di solito indossa. Il suo amore per la terra natia stavolta non è stato solo raccontato da chi ne aveva certezza, non è stato solo titolo strappa-consensi. Stavolta lo si è toccato davvero con mano e la percezione ricevuta è stata l’emozione nell’emozione: a suggellare la roboante vittoria sulla Lazio non potevamo desiderare altro.
A distanza di trent’anni possiamo dire che lo scettro accarezzato dalle sapienti mani di Diego Armando Maradona non è più riposto in cantina. Adesso, ad ergerlo con orgoglio e spirito di appartenenza c’è Maurizio Sarri.
Adesso i segreti propositi estivi sono senza veli.
A stringere quel patto estivo mai esplicitato c’erano le sue mani, quelle che hanno fatto da collante, quelle che hanno tenuto salde all’intento tutte le altre.
Ci piace immaginarlo così.
Noi incrociamo le dita, e comunque vada a finire a Maurizio Sarri diciamo grazie, senza retorica.
E se il futuro del tecnico di Figline sarà ancora azzurro saremmo i primi ad esserne felici. Se così non dovesse essere a Maurizio Sarri riserveremo sempre e solo scroscianti applausi, anche se dovessimo vederlo indossare una tuta bianconera.
Quello, sarebbe solo un lavoro ben remunerato.