Come un passo di flamenco. Ripetuto. Per 90 e passa minuti. Cosí bello da vedere che non vorresti fare altro che quello.
In una settimana in cui il Napoli ha ottenuto meno di quello che meritasse tra Psg e Roma, Fabián Ruiz rappresenta la lieta novella. Anche il buon Carletto, sempre restio a parlare dei singoli, si é espresso su di lui: “Un grande acquisto. Lo abbiamo pagato trenta milioni perché credevamo nelle sue qualitá”.
CENTROCAMPISTA TOTALE
Di quelli che hai l’impressione che abbiano quel qualcosa in piú appena li vedi toccare palla. Testa sempre alta, passo felpato, progressione e visione di gioco. Ha la capacitá di far sembrare tutto semplice ed ha una forza nelle gambe che gli permette di non perdere mai il controllo della sfera.
Le statistiche prodotte dal centrocampista andaluso contro la Roma non lasciano spazio ad interpretazioni. Ci troviamo di fronte ad un giocatore che ha tutte le carte in regola per prendersi il pieno controllo del centrocampo azzurro: 71/77 passaggi completati (92.2); 8 occasioni create; 0 palle perse; 12 km percorsi.
DUTTILITA’
Ancelotti lo ha schierato largo a destra con licenza di rientrare contro il Parma. Poi largo a sinistra nelle due sfide di Champions e centrocampista centrale contro la Stella Rossa. Un jolly adatto ad ogni posizione del campo. La palla viaggia tra i suoi piedi e la sua testa produce calcio a profusione. Una testa pensante.
D’altronde questo é un ragazzo che si é trovato a doversi reinventare a soli 14 anni. Era considerato il nuovo Messi. Baricentro basso, classe pura. Poi l’imprevedibile crescita di 30 centimetri in soli 5 mesi che lo hanno portato a raggiungere i suoi 189 centimentri attuali. Una crescita improvvisa che lo ha costretto giocoforza a cambiare il suo stile. Ricostruirsi senza perdere quella mole di calcio che é nella sua testa. Il buon Fabián ci é riuscito.
Questo ragazzo ha un qualcosa in piú. Ha quella velocitá di pensiero che rappresenta la caratteristica piú importante per un centrocampista che ama avere la palla tra i piedi.
SLALOM
Anche i suoi dribbling hanno una peculiaritá da rimarcare. Fabián ha sempre il pieno controllo dell’equilibrio del suo corpo (ecco spiegato il passo di danza) e sente prima nella sua testa e poi nelle sue gambe che l’avversario si sbilancia e va via. Non lo salta perché é piú veloce, lo salta perché ha notato che l’avversario ha perso il suo equilibrio e sguscia via. Da questo punto di vista ricorda tantissimo Fernando Redondo “El Principe”, centrocampista argentino, passo cadenzato ma testa che produceva calcio e piede sinistro che scriveva poesie.
Il Napoli ha pescato il suo jolly. Il cigno andaluso é pronto a condurre le danze.