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Si gioca peggio e si corre meno. Ma il ciuccio respira ancora

Insoddisfazione, delusione e indignazione hanno accomunato buona parte della tifoseria azzurra, tradita da una promessa di magnificenza e di internazionalizzazione da parte della squadra. Perchè?

Nelle prime quattro giornate di campionato il Napoli ha dimostrato di avere una buona capacità offensiva facendo registrare una media di 3,25 gol a partita.

Certo, rimane l’onta del tremendo e spiacevole autogol di Koulibaly, ma non sono stati risultati discutibili.

Ciò che emerge dai dati relativi agli expected goals (xG) (https://ilpartenopeo.it/2019/08/23/recap-e-re-start/ ) è perfettamente in linea con quanto appena detto: si assiste a un crescendo nelle prestazioni fino alla partita contro il Lecce per poi volgere verso un lento e graduale declino.

Da un confronto fra le prime 4 squadre nella classifica attuale (nell’ordine Juventus, Inter, Atalanta e Napoli) è evidente quanto sia rilevante la qualità di gioco. Stando alla classifica dei Tiri, stilata dalla Lega Serie A, il Napoli sembra una squadra costruita per la fase offensiva, con 94 tiri in 7 partite, purtroppo non caratterizzati dalla precisione, dal momento che solo il 53% di questi mirava alla porta. Il gioco di squadra non manca, il Napoli non è una squadra di singoli protagonisti.

Nella classifica degli Assist risulta al secondo posto, con Insigne e Callejon che hanno dato in tal senso un determinante contributo: (quarto posto, di fatto terzo nella classifica degli Assist dei singoli giocatori). Addirittura Callejon risulta nella lista dei primi 15 calciatori per passaggi-chiave (quinto posto, di fatto terzo).

Ottimo il possesso palla, sia nella propria metà campo (15’53) sia nella metà campo avversaria (14’44). Se è vero che il Napoli ha segnato più delle prime due in classifica, con Mertens che spadroneggia nella classifica dei Gol dei singoli giocatori, è altrettanto vero che in quanto a capacità difensiva ha lasciato molto a desiderare, attestandosi all’ultimo posto nella classifica dei tiri parati.

Altro dato negativo sono i Km percorsi in media, che vedono gli azzurri al penultimo posto con una media di 102,394 km.

Questi numeri non solo non hanno consentito al Napoli di occupare la tanto auspicata prima posizione, ma nemmeno l’alternanza fra primo e secondo che, negli ultimi anni, ha fatto sperare nella lotta allo scudetto.

Tuttavia, numericamente, la situazione non è catastrofica così come viene percepita.

Il 55% delle partite, fra quelle del Campionato di Serie A e della Champions League, sono state vinte. Quelle che hanno portato punti rappresentano il 78%.

Ciò che non convince, e che in fondo preoccupa, sono il calo delle prestazioni e il conseguente trend negativo di gioco espresso nell’ultimo mese, unitamente a una difesa che non sembra essere propriamente a suo agio e a una classifica diversa da quella degli anni precedenti, che vedeva il Napoli con più punti e con un netto margine di vantaggio sulle inseguitrici.

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