Non è mai bello mettersi a fare paragoni tra diversi periodi calcistici perchè si corre il rischio di svilire o confrontare campioni, allenatori, presidenti e dirigenti di epoche differenti. Il calcio viaggia ad una velocità maggiore rispetto a quelli degli altri sport e negli ultimi trent’anni l’entertainment ed il business sembrano aver asfaltato il sentimento puro che ancora si respira a pieni polmoni in terra di Partenope.
Nello sport, però, contano i risultati e per il Napoli targato De Laurentiis, l’ultimo decennio parla chiaro: dal 2010/2011 non vi è stata una sola stagione nella quale gli azzurri non abbiano aggiunto trofei in bacheca o raggiunto ed eguagliato piazzamenti di rilievo in Italia ed Europa.
Dal terzo posto di Mazzarri con conseguente ritorno in Champions League, è stato via via un crescendo di emozioni e risultati prestigiosi: tre Coppa Italia e una Supercoppa Italiana (per ora) sulla via di Castel Volturno con Benitez e Gattuso, quattro secondi posti e tre volte terzo in classifica in Serie A.
Tra i confini nazionali gli azzurri sono la vera alternativa alla Juve versione cannibale, mentre in ambito continentale una semifinale di Europa League è stato finora il punto più alto raggiunto.
Ma è alla voce record individuali che si capisce la reale portata del decennio azzurro: nelle competizioni Uefa la top ten relativa ai record di presenze è tutto occupato da calciatori giunti all’ombra del Vesuvio nella gestione De Laurentiis, mentre i soli Careca e Fonseca resistono (chissà per quanto tempo ancora) nella speciale classifica dei marcatori azzurri. Quasi scontato per una società che è presente nelle competizioni europee da dieci stagioni consecutive e che con l’ultimo trionfo in Coppa Italia ha appena staccato il pass per l’undicesima qualificazione.
Al netto dei vari cambiamenti di format delle competizioni nazionali ed internazionali – la Coppa Italia in versione light e l’Europa con la fase a gironi su tutte – c’è da dire che seppur mancante ancora dei due sigilli tricolori e del trionfo continentale, questo decennio azzurro si piazza se non allo stesso livello, di poco sotto ai sette anni magici dell’era Maradona.