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Chi ha certezze su Osimhen é un Crack

Si parla tanto di Victor Osimhen. Si parla, appunto. Perché altro non si puó fare. C’é chi lo esalta e lo definisce un crack, chi invece affonda in un mare di perplessitá. La roulette russa delle probabilitá di averci visto giusto sta riempiendo e riempirá ancora per molto le vostre giornate estive, sicuramente alimenterá le discussioni con i vostri amici, ma scordatevi sentenze, toglietevele dalla testa: nessuno è il custode della veritá.

In questi giorni pullulano pareri di grandi esperti, si alternano scenari entusiasmanti ed eccitanti a ipotesi di investimenti fallimentari che a quello fatto per Lozano farebbero un baffo. Ma su quali basi? Su quali fondamenti? Su quali certezze?

L’esplosione di un grande calciatore dipende da innumerevoli fattori: le qualitá tecniche sono solo un parametro, il piú importante, certo, ma solo uno dei tanti. Quanti sono i calciatori dotati tecnicamente che non hanno avuto fortuna? Una marea.

Certamente il primo parametro da considerare è quello relativo alle qualitá tecniche, ma si parte soltanto da esse. A seguire, c’è il mondo: la famosa “testa giusta”, che sta per professionalitá, vita sana, abnegazione, serietá. Tutte queste caratteristiche giocano un ruolo importantissimo ai fini della buona riuscita della carriera di un calciatore. Cosí come l’ambizione e la tenacia. Tutti fattori congeniti ma che non è escluso possano variare nel corso della vita di un qualsiasi individuo.

E poi è da valutare l’ambiente in cui si lavora, quello in cui si vive e, soprattutto, le stimolazioni generano sull’individuo stesso.

Osimhen troverá a Napoli un ambiente lavorativo a lui congeniale? E la cittá? Gli piacerá? Immaginiamo che stiate pensando ai complimenti fatti alla nostra bella Napoli durante la visita del nigeriano all’ombra del Vesuvio, quelli spiattellati a destra e manca su tutti i giornali, quelli che ci hanno fatto sentire onnipotenti e fieri. Belli, vero? Peccato che, al di lá delle dichiarazioni di facciata che un calciatore deve fare, vi sia una cosa che tutti ignorano, la realtá dei fatti che, non sempre collima con ció che si dichiara. Napoli è bella, bellissima, chi potrebbe metterlo in dubbio? Ma un calciatore (e anche la sua famiglia), vive una condizione particolare, unica, nel bene e nel male. Pensate che faccia sempre piacere non poter uscire di casa perché sommersi di attenzione? Pensate sia bello per un calciatore non sentirsi libero?

Insomma, non è tutto oro quello che luccica, ed è normale e giusto che sia cosí: le valutazioni di un calciatore sono innumerevoli., non solo quelle legate al Dio danaro che – ad onor del vero – conservano un peso specifico comunque prioritario.

Per non parlare – poi – dei parametri squisitamente tattici: sará un matrimonio felice quello tra le caratteristiche tecniche del calciatore e il credo dell’allenatore? E, ancora: ci sará feeling umano tra il tecnico e il ragazzo?

Chi, tra tutti quelli che si stanno avventurando adesso a previsioni che sembrano strette parenti di certezze conoscevano, agli esordi in maglia azzurra, gli sviluppi delle carriere di Cavani, Hamsik e Lavezzi? Oppure di Callejon, Mertens e Koulibaly? Risposta solo apparentemente complicata: semplicemente nessuno.

E allora, basta bocciature premature, basta entusiasmi facili. Affidiamoci alla speranza e al sogno. Sono gratuiti e non ingannano nessuno.

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Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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