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Partenopeismi

Lo stadio che verrà

Le file all’esterno dei centri di fisioterapia, ormai, sono interminabili.

Il ping-pong che perdura da anni tra il Sindaco di Napoli ed Aurelio De Laurentiis sul tema che riguarda lo stadio San Paolo, ha fatto venire il torcicollo a tutti gli interessati alla questione.

A dire il vero, anche la fila all’esterno del reparto di gastroenterologia non è niente male, è infatti cospicuo anche il numero di coloro che accusano nausea e ripugnanza.

Stamane l’ennesima dichiarazione del sindaco Luigi De Magistris sull’argomento: “In estate i lavori urgenti al San Paolo, poi, con il club, la riqualificazione dell’impianto”.

Il tema viene trattato spesso, deve essere trattato, lo impone il momento storico del club azzurro che vive una fase importante, di prestigio, una fase gloriosa ma al tempo stesso delicata, una fase in cui il Calcio Napoli ha bisogno del suo stadio per fare un ulteriore salto di qualità in termini economici. Il tema è attuale – dicevamo – ma siamo convinti sia piuttosto indigesto ad entrambi i protagonisti della faccenda.

Nonostante ciò, le dichiarazioni si susseguono con frequenza imbarazzante. Già, imbarazzanti, proprio come le promesse proferite, le date fissate, le scadenze pianificate, tutto puntualmente disatteso, tutto inspiegabilmente protratto nel tempo, tutto puntualmente terminato in una bolla di sapone.

Non si può far leva sulla scarsa memoria dei tifosi azzurri. Non si può contare sulla loro inconscia volontà di cancellare la delusione passata per dar vita ad una nuova speranza.

Non si può considerare fermo il tempo, consegnando alle dichiarazioni la qualità di poter essere sempre attuali, sempre interessanti, sempre credibili.

Il tempo è scaduto. La piazza è stanca del politichese, è stanca delle parole, delle chiacchiere che non sono seguite da fatti, a prescindere da quale sia la bocca dalla quale escono. Il popolo azzurro meriterebbe chiarezza e coerenza, due ingredienti che scarseggiano in maniera allarmante in merito alla questione.

I tifosi del Napoli ormai percepiscono le argomentazioni sul tema come rumori, come fragore privo di contenuto. Le uniche parole degne di essere ascoltare sono quelle dei fatti o del nulla, che sono poi la stessa cosa.

La faccenda è delicata, ma soprattutto dannosa. Per tutti.

Per il Sindaco e per De Laurentiis, due personalità di spicco, di valore, macchiate da una annosa ed irrisolta questione che li ha soltanto spinti verso il discredito.

Per il Calcio Napoli, impossibilitato ad inserire nel suo programma di crescita un capitolo come quello legato allo stadio, punto imprescindibile della questione.

Per la città di Napoli, dalla cui fronte pare fatichi a staccarsi definitivamente l’etichetta di metropoli relegata ad un ruolo mai comprimario.

Per i napoletani, quelli che si mortificano dinanzi a questa vergogna, quelli che si indignano, ma che restano visceralmente legati alla città e alla squadra che amano. Nonostante tutto.

 

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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