Zero a zero e palla al centro. Una distorsione della comune dialettica del calcio giocato che però rispecchia fedelmente la sintesi delle tanto attese dichiarazioni di Aurelio Del Laurentiis sul tormentone Higuain. Nessun interesse della Juventus, nessuna volontà del Napoli di vendere, nè tantomeno ai bianconeri. Questa la sintesi estrema del Patron del Napoli. Se ne riparla quando a Dimaro arriverà Gonzalo Higuian e spiegherà anche le motivazioni che hanno spinto alla lamentela accentuata il fratello/procuratore.
E poi una bordata alla stampa, o parte di essa. Un’aspra critica, che si è spinta finanche alla esplicita richiesta di scuse ai tifosi dall’animo turbato. Accuse meritate, aggiungeremo noi. Un’abitudine, quella di divulgare notizie frutto di spifferi e non di informazioni certe, che andrebbe persa come quella di esporsi al sole cocente senza protezione.
Leggere negli occhi di numerosi tifosi il dolore per un tradimento soltanto ipotizzato è qualcosa che non riusciamo ad accettare. Un atteggiamento provinciale e populistico che finisce per condizionare le masse, indirizzandone ideologia e sentimenti. Quello che è accaduto in questi ultimi giorni è qualcosa di incredibile e faticosamente digeribile, ma indigesta è la sua evoluzione enfatizzata, non la sua radice. In effetti, le inaspettate dichiarazioni del procuratore di Gonzalo Higuain erano e restano un sintomo. Di quale malessere? Lo possiamo solo ipotizzare.
Un dato è certo, se un vaso è cascato, lesionandosi, non è caduto sul terreno di gioco che ha consacrato Gonzalo Re dei cannonieri. Il suo sguardo fiero, felice ed orgoglioso non svelava nessuna insofferenza. Il vaso è presumibile sia caduto negli uffici della Filmauro al termine del campionato, forse lasciato precipitare dalla distanza intercorsa tra il Presidente De Laurentiis e Nicolas Higuain in merito a situazioni contrattuali che sarebbero dovute accadere e non sono accadute.
Noi ci atteniamo ai fatti: le lamentele di Nicolas e la ormai famosa clausola risolutoria (Clicca qui per conoscere particolari sulla clausola) che, se versata, aprirebbe le porte per una inevitabile cessione del campione argentino, sono, ad oggi, le uniche certezze ad avere un cuore che pulsa. Ad oggi. Domani chissà.
Il panorama europeo non lascia ancora tranquilli, attraverso il cannocchiale si intravedono ancora avversarie blasonate potenzialmente capaci di versare la clausola risolutiva nella tasche di Aurelio De Laurentiis, ed anche le caselle dei numeri 9 che attualmente sembrano occupate potrebbero essere coinvolte in un batter d’occhio in un turbinio di stravolgimenti. Il tempo ci dirà. O forse ci penserà il Presidente ad anticipare in takle il tempo. Dimaro per lui è stata sempre fonte di grande ispirazione dialettica.
In attesa, dunque, di nuovi elementi da scandagliare, dedichiamo ad Aurelio De Laurentiis un elogio, quello che lo vede in prima linea a combattere una battaglia contro un sistema che mostra tutta la sua fallace impalcatura, un impianto che espone le società di calcio a ripetuti ricatti da parte dei propri tesserati e dei rispettivi personaggi che ne detengono la procura. Nessun riferimento esplicito a Gonzalo Higuian, il quale, lo ricordiamo, non ha ancora proferito parola e si sta godendo le meritate vacanze. Ma il numero uno del Napoli ha sbattuto i pugni sul tavolo, e lo ha già fatto esplicitamente con Kalidu Koulibaly qualche settimana fa facendo chiudere repentinamente il sipario sulla spigolosa questione sollevata. Che sia da monito per tutti.
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