La pelle è di quelle lisce, levigate, belle da vedere, ma un neo c’è, ed invece di risultare armonico in quanto unica presenza negativa in un mare di positività, rende il tutto inguardabile.
E’ questa la fantasiosa sintesi della conferenza stampa tenuta ieri da Aurelio De Laurentiis. L’espressione con cui il Presidente del Napoli ha chiuso l’incontro con la stampa “12 anni fa lei stava nella merda”, è espressione di un linguaggio non propriamente signorile, sicuramente non cinguettii soavi per le orecchie di chi ascolta, senza dubbio un linguaggio non consono a chi riveste un ruolo così importante.
Ma rivestiamoci per un solo attimo in un ruolo che non ci appartiene e traduciamo questa frase dal torpiloquio all’italiano: “stavate nella merda” vuol dire “prima dell’acquisizione della Società Sportiva Calcio Napoli da parte di Aurelio De Laurentiis il Napoli (e di conseguenza i suoi tifosi) era in una condizione senza dubbio più precaria”.
Ciò non corrisponde al vero?
Questo scenario non rispecchia ciò che viveva il Calcio Napoli quando ricorreva l’anno 2003? A noi sembra una descrizione perfettamente corrispondente al vero. Ma De Laurentiis ha sbagliato, perché quei toni non sono belli da utilizzare, ancor meno da ascoltare. La sostanza però, almeno quella, non la si può mettere in discussione, non ci si può sentire offesi dinanzi ad una verità.
Aurelio De Laurentiis ieri ha giocato quarantacinque minuti di altissimo livello, tenendo sempre in mano il pallino del gioco, schiacciando nella propria area di rigore la squadra avversaria, sfornando assist a moltissimi suoi compagni di gioco, anche critiche, accuse, frecciatine ed allusioni.
Purtroppo è riuscito a segnare una sola rete, quella che ha condannato alla momentanea sconfitta Gonzalo Higuian. Purtroppo all’ultimo minuto ha fatto autorete. Un’uscita dialettica che lo ha condannato ad un pareggio e a una serie feroci di critiche che ne hanno cancellato l’ottima prestazione sciorinata.
Il Presidente ha toccato tanti punti interessanti, tutti condivisibili, tutti frutto di una mente che funziona, che guarda lontano, che analizza un presente discutibile e programma un futuro rettificato.
Non crediamo sia giusto effettuare un reset di tutto quanto di buono ci sia nel database di De Laurentiis e lasciare come una macchia indelebile l’unico, microscopico e tutto sommato innocuo virus.