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Partenopeismi

Gli sguardi lo cercano. Ma lui non c’è

Doveva essere il giorno di Gonzalo Higuain, forse lo sarà ugualmente, anche se gli umori e le atmosfere saranno decisamente diverse da quelle che ci si aspettava di respirare.

Il 25 di luglio era, doveva essere, la data in cui il trascinatore della comitiva azzurra, quel ragazzotto dalla barba incolta nato per caso in Francia, si sarebbe unito ai suoi ex compagni, al mister che gli ha rigenerato entusiasmo e dirompenza, ma soprattutto ai tifosi, quelli con cui ha esultato, pianto, cantato e giurato odio sportivo alla Torino bianconera.

Gonzalo doveva essere qui a Dimaro, in questa bella giornata di sole, quello che per fortuna riscalda cuori gelati dalla peggior missiva giunta negli ultimi anni. Gonzalo manca, inutile negarlo.

L’immagine del Pipita che porta con onore il nome di Napoli in giro per l’Europa fatica a disciogliersi dalle retine di tutti i tifosi azzurri. Eppure di acido ne è scorso tanto, senza essere raccolto da nessun deterrente.

Di lui qui esiste solo una immagine visibile, quella esultante inserita al centro della gigantografia posta all’ingresso del piccolo centro del Trentino, una scenografia troppo ingombrante per essere deturpata da tifosi vogliosi di cancellazioni nevrotiche. Pratica resa invece possibile laddove Gonzalo risulta presente in una riproduzione più piccola, a portata di mano, anzi, di coltello. La sua testa è stata estirpata nel pomeriggio di ieri, per poi essere ricomposta dagli addetti comunali. Evidente qualche ferito cuore azzurro non abbia resistito a quella visione ormai irritante e provocatoria.

Gonzalo è tornato a vivere in quel manifesto, obbligato a quella posizione da un mare di scotch, metafora quanto mai opportuna in riferimento agli ultimi mesi vissuti a Napoli dal calciatore argentino.

La tribuna di Carciato questa mattina è colma ma silente, avvolta da un’atmosfera surreale. Il tifoso è presente col fisico ma il pensiero è altrove, in quel posto che ha un nome, non un colore. Il silenzio viene rotto sporadicamente dalle giocate di Hamsik e Gabbiadini impegnati con altri compagni in esercitazioni di schemi d’attacco, ma la tristezza è lì, pronta a subentrare in una atmosfera pesante.

Non si ha la forza di contestare, non si ha l’istinto di protestare. Le ore scorrono via veloci, il drone vigila dall’alto probabilmente non solo sulle operazioni tattiche.

Il giorno 25 vivrà ancora per dodici ore circa, verranno vissute con ansia e trepidazione, anche se non si sa in attesa di cosa. Gonzalo qui non c’è, non è venuto, di lui c’è tutto on line, cartella medica, nuova casa, nuova casacca.

Sulle teste e sulle anime dei tanti tifosi presenti qui a Dimaro cala la memoria di ciò che di straordinario ha fatto a Napoli, ma anche ciò che riguarda la sua vita passata, affondando i ricordi in reminiscenze familiari ne hanno condizionato l’epilogo napoletano: la madre è una pittrice e Gonzalo ne ha emulato la passione. Ma la sua pennellata è finita decisamente al di là dei margini della tela.

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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