La preparazione estiva del Calcio Napoli volge al termine. Un ritiro che mister Sarri ha vissuto tra gli odori sempre piacevoli del terreno di gioco e le sgradevoli fragranze giunte da un mercato che non ha lesinato sorprese.
Ma la permanenza a Dimaro è stata anche (o soprattutto) campo, esercitazioni tattiche, ulteriore coesione di meccanismi già rodati da un anno di cura sarriana.
Il mister toscano ha vissuto la permanenza in ritiro in nome della continuità, non abbandonando mai l’impostazione tattica che ha esaltato il suo Napoli nella passata stagione. Tutte le esercitazioni hanno visto praticare quel 4-3-3 che ha deliziato il pubblico napoletano con schermi, giocate e ritmo da grandissima squadra. Pur mancando per buona parte del ritiro gli interpreti principi di vari ruoli, l’impianto su cui si è lavorato non si è mai discostato da quello.
Il 4-3-1-2, modulo di non lontana memoria sarriana, soltanto abbozzato la passata stagione, sembra davvero accantonato.
I due sistemi di gioco hanno ovviamente pro e contro, ma il 4-3-3 sembra essere il vestito che calza meglio sulla pelle del Napoli. Vediamo perché:
Vantaggi del 4-3-1-2
In senso assoluto, il 4-3-1-2 prevede la figura di un trequartista. Di solito non è solamente un calciatore capace di saltare l’uomo, ma che abbia anche nelle proprie corde la capacità di difendere palla, far salire la squadra e infilare le difese avversarie con passaggi filtranti per i compagni. Una presenza di questo tipo a ridosso dell’area di rigore avversaria, in aggiunta agli attaccanti di ruolo, rappresenta ovviamente un’arma in più per le operazioni offensive della squadra.
Altro vantaggio palese, almeno dal punto di vista numerico e strettamente teorico, è il fatto di giocare con due punte di ruolo, magari ben assortite. Solitamente una dal fisico più possente e statico, l’altra capace di girarci intorno. Mandzukic e Dybala sembrano l’esempio più esaustivo.
Svantaggi del 4-3-1-2
Innanzitutto la indisponibilità in rosa di una determinata tipologia di calciatore. Se non si possiede di un trequartista con le caratteristiche su elencate, il modulo diventa impraticabile.
Nel caso specifico del Napoli, il concetto è estremizzato dal fatto che, viceversa, in rosa sono presenti un numero cospicuo di esterni d’attacco, anche di ottimo livello qualitativo (Insigne, Mertens, Giaccherini, Callejon), che nel caso di utilizzo del 4-3-1-2 faticherebbero a trovar posto in squadra.
Ma la deficienza relativa alle caratteristiche riguarderebbe anche i centrocampisti. Dei tre della linea mediana, quelli esterni (per intenderci Allan ed Hamsik al momento), dovrebbero avere una grandissima capacità atletica. Il loro ruolo, nel 4-3-1-2, diventerebbe fondamentale nella fase di non possesso, momento in cui i due calciatori sarebbero costretti a scivolare verso l’esterno per coprire una zona di campo lasciata inevitabilmente scoperta dall’impianto di gioco. Allan possiede queste caratteristiche, ma sembra essere davvero l’unico nella attuale rosa del Napoli a possederle.
Vantaggi del 4-3-3
Innanzitutto le caratteristiche presenti in rosa. Gente del calibro di Mertens, Insigne, Giaccherini e Callejon hanno caratteristiche che si sposano benissimo con il 4-3-3, schema di gioco che prevede l’utilizzo di esterni alti capaci di saltare l’uomo ed essere dunque decisivi in fase offensiva, ma al tempo stesso essere capaci di apportare un sostanziale contributo in fase di non possesso.
Altro vantaggio evidente è la totale copertura del campo in fase di non possesso. Di fatto, i due esterni alti d’attacco in questa particolare condizione di gioco diventano due centrocampisti di fascia che “trasformano” lo scacchiere tattico in un 4-1-4-1, con Jorginho che scala davanti la difesa, Allan e Hamsik centrali di centrocampo allineati ai due esterni d’attacco arretrati sulla linea di centrocampo, ed infine la punta, il cui compito resta quello di pressare su tutto il fronte d’attacco.
Svantaggi del 4-3-3
Un bravo allenatore guarda attentamente le caratteristiche dei calciatori che ha in rosa e ne cuce addosso il vestito migliore. Sarri non a caso ha scelto il 4-3-3.