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Partenopeismi

Guerra fredda sotto copertura

Non sono i silenzi prolungati relativi ai movimenti di mercato ad aver consegnato al Napoli la targa premio del dilettantismo. Quelli, ci stanno. I silenzi servono, sono utili, nascondono le intenzioni vere, imprimono un freno alla ingiustificata lievitazione dei prezzi dei cartellini dei calciatori finiti nel mirino dei partenopei.

Ciò che nell’ultimo mese ha deprezzato il valore gestionale della S.S.C Napoli è altro. Il mercato non c’entra – dicevamo – ma forse, indirettamente, è stata la materia che ha dato il là a tutta una serie di inaspettate e gravi defaillance: è stata proprio l’intricata faccenda legata a Gonzalo Higuain a far esplodere la crisi comunicativa del Napoli.

Siamo a Dimaro, ed il Napoli è nel pieno della preparazione precampionato. Il Pipita  è atteso per il giorno 25 luglio, in ritardo rispetto ai compagni, per avere la possibilità di godere delle meritate vacanze. Ma l’aria che si respira attorno all’argentino non è delle migliori, le folate che sembrano spingerlo lontano da Napoli sembrano farsi sempre più insistenti. Il Napoli replica con il silenzio. Fino a quando, a romperlo, non è colui che se lo può permettere: il capo della comunicazione, Nicola Lombardo. “Higuain sarà a Dimaro il giorno 25 luglio”, afferma con decisione dal palco allestito in piazza della Madonna della Pace a Dimaro. Una pace apparente sancita anche con i tanti tifosi presenti, in ansia per il paventato addio del Pipita ai colori azzurri. Una preoccupazione che torna a farsi sentire nei giorni che seguono, ricchi di nuovi silenzi societari, resi esasperati dalla ingiustificata cancellazione di eventi già abbondantemente programmati in precedenza.

Dimaro diventa la sede del nulla, almeno per quanto riguarda i tanti tifosi giunti fin lì. Dal giorno in cui ha parlato Lombardo alla piazza sono stati cancellati quasi tutti gli eventi previsti, segno tangibile dell’imbarazzo societario.

Il giorno 25 arriva, Higuain no. Non lo farà mai più. Il Napoli si chiude in un ermetico silenzio, non comunica più con l’esterno, non consegna spiegazioni di nessun tipo. Ai tanti tifosi rimasti esterrefatti non resta che assistere ai botta e risposta tra il Presidente De Laurentiis e l’entourage del calciatore. Una gestione comunicativa decisamente fallimentare, monca dei basilari principi di rispetto nei confronti di coloro che rappresentano il cuore del Calcio Napoli, i tifosi.

Gli stessi che sono stati maltrattati in occasione della ricorrenza dei 90 anni di storia del Calcio Napoli. Un appuntamento col cuore, con la storia, con i sentimenti, ma anche con gli introiti, almeno per quanto riguardava le aspettative di Aurelio De Laurentiis, convinto di poter ricavare dalla passione dei napoletani un incasso degno dei più attesi big-match di campionato. Ma forse il detto che il napoletano è buono ma non fesso corrisponde a verità. I prezzi dei biglietti, decisamente costosi (20 euro) rispetto ad un evento festoso e nulla più, ha fatto snobbare l’evento (poche migliaia i biglietti venduti). Come il più repentino dei salvataggi sulla linea il patron del Napoli è dunque ricorso alla divulgazione gratuita dei tagliandi per far si che il San Paolo godesse di un colpo d’occhio degno di nota.

E chi aveva già acquistato il biglietto?

Tranquilli, il Napoli ha pensato anche a questo. Per loro un ingresso gratuito per una gara di campionato a scelta. Ma se il soggetto in questione fosse già un abbonato? Riceverebbe in omaggio un biglietto che ha già pagato? Insomma, un gran caos. Una escalation di errori degni del più acuto dilettantismo. Un’approssimazione organizzativa preoccupante, non degna di una società organizzata, di massimo livello. Un’incapacità lampante, sfociata finanche nella sciagurata scelta dei personaggi illustri da invitare alla festa dei 90 anni di storia della società.

Troppi gli assenti ingiustificati, non per impossibilità a presenziare (vedi Benitez o Maradona), ma per mancato invito. Scelte troppo umorali e poco oggettive. Decisioni prese in base a quelli che sono i rapporti interpersonali tra le parti, e non in merito a ciò che il personaggio ha rappresentato e ancora rappresenta per i colori azzurri.

Cosa importa, ad esempio, quali siano i rapporti tra un De Laurentiis ed un Pierpaolo Marino? In occasione di Napoli-Nizza non andava festeggiato nè l’uno nè l’altro. Ad essere celebrato doveva essere il Calcio Napoli. Ma forse più di qualcuno l’ha dimenticato.

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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