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Con le cessioni, è straordiGiuntoli

Il gong ieri alle 23 a segnare la fine di 3 mesi e mezzo di chiacchiere, partite un minuto dopo la fine di Napoli-Frosinone e la qualificazione alla fase a gironi della Champions League: non deve essere stato semplice per Cristiano Giuntoli gestire questo lungo periodo di calciomercato, che lo ha messo spesso sotto i riflettori, abituato come è lui a lavorare in silenzio e sottotraccia.

Non è un caso se tra tutti i ruoli tecnici, quello di direttore sportivo sia stato quello meno cambiato da De Laurentiis: 6 stagioni (con l’ultima durata appena 2 mesi) per Pierpaolo Marino, le stesse quelle vissute da Riccardo Bigon;  l’auspicio dell’ex Carpi è quello di riuscire a restare anche più a lungo dei suoi predecessori, ma con la concreta possibilità di qualificarsi sempre più spesso all’Europa che conta.

Di certo un cambiamento si è visto già e basta andare indietro negli anni precedenti per rivedere il “film” delle precedenti sessioni estive ed invernali di mercato per accorgersene: gennaio 2010, la prima “mezza” sessione di Bigon. Sul mercato le cessioni sono state in totale 7: in prestito gratuito quelle dei vari Pià, Amodio, Dalla Bona, De Zerbi e del giovane Palumbo, chiamati tutti a vivere altrove gli ultimi anni di contratto, mentre Contini e Datolo vengono entrambi dati in prestito oneroso, al Real Saragozza ed all’Olympiacos, a fronte del solo Dossena come colpo in entrata.

Stagione 2010-2011: al netto degli acquisti (6 tra estate ed inverno) le partenze sono addirittura 32, alcune delle quali segnano un grosso risparmio in termini di ingaggi, come quelle di Zalayeta, Rullo, Navarro, Cigarini, Hoffer e Rinaudo, non tutti però ceduti a titolo definitivo.

L’anno successivo, il 2011-2012 è quello della prima volta in Champions ma è segnato anche dall’acquisto di altri futuro esuberi, su tutti Santana, Fideleff, Chavez ed Edu Vargas, ma anche dalle partenze dei vari Blasi, Santacroce e Santana. Ma è anche la stagione che segna il peregrinare di Nicolao Dumitru e quella della dolorosa perdita nel gennaio 2012 di Armando Izzo, che per soli 90 mila euro passa all’Avellino. Come dire: dopo un iniziale buon lavoro di sfoltimento, iniziano a venire al pettine alcuni nodi…

Ed infatti il 2012-2013 vede Bigon super operativo con ben 29 movimenti di mercato, in gran parte giovani mandati in prestito ed esuberi della gestione Marino, ai quali però si aggiungono anche i suoi, su tutti l’ultimo arrivato Bruno Uvini e con Dumitru che cambia due casacche (Ternana e Cittadella in 12 mesi).

L’estate 2013 pone fine oltre che all’avventura di Cavani, anche a quella di Hoffer, Cigarini, Dossena e Santana, che dopo vari prestiti salutano definitivamente la società azzurra: continua il peregrinare di Vargas, ma anche quello di Dumitru, Fideleff ed Uvini, mentre tra le cessioni in prestito spicca anche quella di Donadel, acquistato due anni prima a parametro zero ma con ingaggio milionario.

Il 2014-2015 sarà per Bigon l’ultima sessione piena di mercato per il Napoli che cambia nei nomi ma non nella sostanza: ai vari giovani che vanno via in prestito (Insigne jr, Dezi, Crispino, Sepe, Maiello, Novothny etc) si aggiungono i “soliti” esuberi Dumitru, Fideleff, Vargas ed Uvini.

Ma veniamo allo scorso anno, quello del debutto per Giuntoli che si ritrova subito costretto a fronteggiare un nuovo caso Izzo, questa volta con Maiello, che Bigon lascia riscattare dal Crotone per 60 mila euro. Il neo ds però sa che i giovani del vivaio sono risorsa preziosa non solo per le norme federali, ma anche per il loro valore e riacquista subito il mediano di Afragola per 1,5 mln e lo gira in prestito biennale all’Empoli.

Dicevamo del cambiamento: al netto degli acquisti strutturali per la prima squadra, i soli Gnahorè e Grassi a gennaio vengono ingaggiati e non vedere mai il campo: il primo perchè ceduto in prestito al Carpi (con relativo incidente stradale a porre fine anzitempo alla stagione), l’altro sfortunato protagonista di un infortunio e ritenuto troppo acerbo da Sarri. Tra i nuovi esuberi però compaiono anche Radosevic, Zuniga e De Guzman (tutti ceduti a gennaio), mentre Vargas, Fideleff, Gargano ed Inler salutano la compagnia.

Ma questa estate ha segnato il vero spartiacque nella gestione della campagna cessioni: con il solo Gnahorè da piazzare in prestito (il Crotone la sua nuova meta), Giuntoli ha ceduto altri 28 giocatori, liberandosi in un sol colpo di Uvini, Radosevic, Zuniga, Novothny e Andujar, che tra prestiti a scadenza di contratto, rescissioni e cessioni definitive, hanno portato un risparmio lordo di oltre 10 milioni di euro.

Buona anche la cessione di De Guzman in prestito condiviso al Chievo (costerà 1,5 milioni di euro di ingaggio lordo) che consentirà all’olandese di mettersi in mostra in vista di una probabile riconferma in maglia clivense.

A conti fatti in rosa resta il solo Rafael come terzo portiere extra lusso (1,2 milioni di ingaggio netto pesano come un macigno) mentre con El Kaddouri per evitare una partenza a parametro zero si andrà verso un rinnovo per cercare di cederlo poi a titolo definitivo: la stessa strategia utilizzata per non andare in minusvalenza con Dumitru, alle prese con il terzo rinnovo di contratto (fino al 2018) e la sua settima (!) cessione in prestito da quando è stato acquistato dal Napoli.

 

About author

Gianluigi Noviello è laureato in Comunicazione ed è specializzato in Management Olimpico presso la Scuola dello Sport di Coni Servizi. Giornalista pubblicista dal 2007.
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