I sentimenti che si celano dietro il rapporto che unisce Manolo Gabbiadini ed il Calcio Napoli sono più fitti dei misteri di Fatima. Un matrimonio che vive da sempre sotto un velo di ambiguità. Il talento bergamasco, giunto a Napoli non si sa per volere di chi, è amato e bistrattato da tutti. Ad amarlo sono le dichiarazioni, i comunicati ufficiali, le esternazioni di apprezzamento sconfinato; a bistrattarlo sono i fatti: relegato a panchinaro di lusso durante la presenza del ciclone Higuain e ricoperto da un alone di sfiducia latente una volta partito l’argentino.
Chi è davvero Manolo Gabbiadini per il Calcio Napoli?
Quando Manolo è arrivato a Napoli Sarri non c’era. Sulla panchina azzurra siedeva un Rafa Benitez che già covava desideri di addio alla piazza. Stanco della realtà napoletana, delle mancate promesse del Presidente De Laurentiis, aveva già parlato con lo stesso di un suo addio a fine stagione. Quindi l’arrivo di Gabbiadini a Napoli non è stata opera sua. Molto probabile non sia stata nemmeno opera di Riccardo Bigon, allora dg partenopeo, anch’egli assalito da spasmi di nostalgia e desideroso da mesi di rientrare a casa. Non resta che lui, colui il quale sovente si lascia ammaliare ed affonda i colpi in preda alla foga dell’innamoramento. E’ stato Aurelio De Laurentiis a portare Manolo Gabbiadini a Napoli?
Lo score dell’attaccante nella gestione Benitez è stato positivo, nonostante fosse evidente il disagio tattico vissuto dal tecnico spagnolo in merito al posizionamento di Gabbiadini in mezzo al campo. Nel suo 4-2-3-1 era morfologicamente anomalo sia per fare la riserva di Higuain come terminale offensivo che per fare la riserva di Callejon o Insigne partendo dall’esterno. La stagione 2014/2015 si chiude con questo bottino:
Stagione | Competizione | Gol | Assist | Minuti giocati |
2014/2015 | Campionato | 8 | 1 | 857′ |
2014/2015 | Europa League | 2 | 1 | 265′ |
2014/2015 | Coppa Italia | 1 | – | 243′ |
Nel luglio del 2015 sulla panchina del Napoli arriva Maurizio Sarri. Per Manolo sembrano aprirsi le porte di un futuro finalmente roseo, ma alle pendici del Vesuvio esplode il vulcano Higuain che con i suoi 36 gol realizzati spedisce repentinamente Manolo Gabbiadini in un cono d’ombra che lo attanaglierà per tutta la stagione che si chiuderà così:
Stagione | Competizione | Gol | Assist | Minuti giocati |
2015/2016 | Campionato | 5 | 3 | 544′ |
2015/2016 | Europa League | – | – | 367′ |
2015/2016 | Coppa Italia | – | – | 71′ |
Il ragazzo, già chiuso ed introverso, sprofonda in una depressione sportiva pesante. Il disagio che vive è manifesto, lampante. Lo sguardo è cupo e spento, sempre, anche quando il pallone spinto dal suo sinistro magico finisce alle spalle del portiere avversario.
L’annata è di quelle che fanno venir voglia di altro, di voltare pagina, ma l’addio di Gonzalo Higuain sembra finalmente aprire scenari scoppiettanti. Ma così non sarà. Gonzalo Higuain è andato via da Napoli, gli equivoci tattici che risiedono da sempre sul groppone di Manolo, no. L’abbandono del 4-3-1-2 a vantaggio di un più redditizio 4-3-3 condannano Gabbiadini ad altre sofferenze.
Inizia il campionato 2016/2017, Manolo parte titolare a Pescara ma fallisce clamorosamente e nella seconda uscita stagionale è già costretto a rosicare per lo show Milik allo stadio San Paolo.
A pochi giorni dalla chiusura del mercato rimbalzano voci dalla faccia contrapposta che hanno una certezza comune: il suo procuratore gli cerca una sistemazione alternativa a quella azzurra. Perchè? E’ il Napoli a voler scaricare il calciatore, oppure è Gabbiadini a voler andar via a tutti i costi?
I contatti con altre squadre non sono indiscrezioni ma certezze. Così come i tentativi del Napoli di acquisire un altro attaccante, poi falliti. Il mistero resta fitto.
Il Napoli ha cercato altri attaccanti perchè non convinto di Gabbiadini o perchè aveva preso consapevolezza della volontà del calciatore di scrivere la parola fine all’avventura napoletana? Il tempo che ha avuto a disposizione il Napoli ci fa dedurre che il Napoli non aveva intenzione di cedere l’attaccante, le richieste non mancavano ed avrebbe potuto farlo tempo fa. Non ha mai voluto cedere alle lusinghe altrui, fino all’ultimo disperato assalto dell’Everton, fermo ad una offerta di 23 milioni di euro.
Il Napoli crede nel ragazzo, al netto delle difficoltà tattiche esistenti non ancora dissipate. E’ il ragazzo a non credere nel Napoli. Una squadra che non lo ha mai messo in condizione di essere il vero Gabbiadini, un talento naturale e cristallino. Vero, la dote celestiale non manca, ma un campione vero sbaraglia le difficoltà, di qualsiasi tipo: ambientali, tattiche, gestionali, ed impone la sua forza alla distanza, sopportando anche il dolore dell’attesa. Vero Dries Mertens?