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LA STRANA TENDENZA – Il Napoli cede ma il valore della rosa cresce

Se c’è una cosa che non si può assolutamente rimproverare alla SSC Napoli è la gestione tecnica della rosa della prima squadra. I risultati sempre crescenti raggiunti dalla prima stagione in Serie A dell’Era De Laurentiis ad oggi sono sotto gli occhi di tutti: dal 2007/08 ad oggi il Napoli ha avuto una escalation innegabile, passando dall’8° posto (con qualificazione Intertoto) a veleggiare stabilmente nelle prime 5 posizioni della Serie A negli ultimi 6 anni.

Dopo il sesto posto del 2009/10 si sono totalizzati due secondi posti, due terzi posti, due quinti posti (oltre alla vittoria di tre titoli) per un totale di 7 anni consecutivi nel novero delle squadre che rappresentano l’Italia nelle manifestazioni continentali, di cui ben 4 partecipazioni alla Champions League. Sono numeri impressionanti, a dispetto di una storia complessiva che, fatta salva l’epopea maradoniana, non ha certo visto il Napoli primeggiare, nonostante i tanti campioni che si sono avvicendati sotto il Vesuvio.

La stabilizzazione del Napoli nel gotha del calcio italiano è stata possibile, certamente, grazie ad una programmazione tecnica che, pur assoggettata all’attenta ed oculata gestione del bilancio, non ha mai conosciuto un vero e proprio ridimensionamento, anzi.

Non lo affermiamo noi, lo dicono i numeri. La rosa del Napoli è progressivamente cresciuta in valore, nonostante le dolorose ma necessarie partenze di campioni come Lavezzi, Cavani ed Higuain.

Secondo il sito www.transfermarkt.it il valore della rosa azzurra è sempre e progressivamente aumentato, di stagione in stagione. A differenza di altri siti che si occupano di calcio, Transfermarkt atribuisce al singolo calciatore un valore economico assoluto, che non dipende dalle oscillazioni del mercato o dalle offerte arrivate per il calciatore, che può vedere più o meno accrescere la sua quotazione a seconda della situazione contrattuale, dell’operato dei procuratori, del rendimento della stagione appena trascorsa. I parametri che “fanno” la quotazione di un calciatore sono molteplici e su Transfermarkt spesso i valori numerici si discostano considerevolmente dalle cifre effettive sborsate nella realtà per assicurarsi quel giocatore.

Volendo avventurarsi in un excursus storico del valore in cifre della rosa del Napoli negli ultimi anni, appare evidente come il lavoro del club azzurro sia stato più che proficuo.

Nel 2009/10 primo anno di Mazzarri, subentrato a Donadoni, la rosa azzurra accumulava un valore della rosa di 127,90 milioni di euro. Il calciatore con più valore era Marek Hamsik (15,50 mln), seguito da Lavezzi e Quagliarella (entrambi 14,00 mln), a seguire Maggio (9,50 mln) e Denis (9,00 mln)

La stagione successiva, 2010/11, si assisteva ad un primo incremento che attestava il valore complessivo della rosa azzurra sui 141,65 mln. Hamsik guadagnava una quotazione di 24,00 mln, ben 8,5 milioni in più della stagione precedente, poi c’erano Lavezzi (19,00 mln), Cavani (11,00 mln) e Maggio (10 mln).


Il vero salto di qualità avveniva, però, nella stagione 2011/12, primo gettone di presenza in Champions League dell’Era De Laurentiis. Grazie ad una dispendiosa campagna acquisti il valore complessivo cresceva dai 141,64 milioni del 2011 ai 182,40 mln del 2012: Hamsik rimaneva stabile sui 24,00 mln, ma c’era Lavezzi che saliva ancora fino a 23,50 mln, Cavani accresceva il suo valore passando dagli 11,00 ai 24,50 mln (dopo un rendimento straordinario), il nuovo arrivato Inler  si attestava sui 15,00 mln e la rosa poteva disporre anche di Pandev (12,50 mln).

Nella stagione 2012/13 il valore della rosa schizzava fragorosamente in alto fino a toccare i 225,40 milioni di euro: l’incremento era dovuto all’inserimento in squadra di Rolando, prelevato in prestito dal Porto, valore 13,00 mln. L’acquisto di Armero (10,50 mln) e la conferma di Maggio (11,00) mln rendevano il reparto difensivo di maggior pregio. A centrocampo Hamsik toccava quota 25,00 mln ed Inler 16,00 mln, mentre in avanti Cavani che continuava a segnare gol a grappoli raggiungeva la quotazione di 35,00 mln di euro.


La stagione 2013/14 è quella della svolta tecnica: via Mazzarri arriva Benitez (passiamo al passato recente). Il tecnico spagnolo chiede subito importanti investimenti, arrivano Pepe Reina (valore di 10,00 mln), Raul Albiol (valore 8 milioni), Dries Mertens (13,00 mln), Josè Callejòn (11,00 mln) e soprattutto Gonzalo Higuain (30,00 mln). A dispetto della partenza di Edinson Cavani (passato al PSG per 64 milioni di euro), il Napoli si ritrova ancora Marek Hamsik, sempre più gioiello azzurro con 35,00 mln, ma anche Inler (14,00 mln), Behrami (14,00 mln), Pandev (10,00 mln), Insigne (11,00 mln). Il valore complessivo della compagine azzurra cresce ancora, passando dai 225,40 milioni di euro ai 232,48 del primo anno di Benitez, a dispetto della cessione del pezzo da novanta, Edinson Cavani.


Nella stagione successiva, 2014/15, il Napoli perde qualche pezzo pregiato: partono Reina, Inler, Pandev e Behrami. Nel contempo crescono le quotazioni di Insigne (15,00 mln), Callejon (16,00 mln), Mertens (14,00 mln), Albiol (12,00 mln) e soprattutto di Higuain (38,00 mln), mentre Hamsik resta fermo a 35,00 mln. L’arrivo di altri calciatori con quotazioni discrete come Gabbiadini (9,50 mln), De Guzman (9,00 mln) e Koulibaly (6,50 mln) consente al Napoli di aumentare ancora la quotazione complessiva della rosa fino a 260,75 mln di euro.

Stagione 2015/16, praticamente l’altro ieri: Benitez saluta e con il suo addio si assiste ad un piccolo step-down nel valore della rosa che passa dai 260,75 mln della stagione precedente a 252,20 mln di euro. Il Napoli (che ricomincia da Sarri) privo dell’iniezione di denaro cash della qualificazione Champions è costretto ad un mercato di basso profilo: il ritorno di Reina, Hysaj, Allan, Valdifiori, Chiriches. Ma le quotazioni restano alte, aumenta ancora quella del Pipita Higuain (40,00 mln), Callejon reduce da un biennio ad altissimi livelli tocca quota 25,00 mln, Mertens sale a 18,00 mln, Gabbiadini a 14,00 mentre Hamsik scende leggermente fino ad assestarsi sui 30,00 mln di euro. Salgono Koulibaly (9,00 mln) e Jorginho, arrivato nella precedente sessione invernale, che tocca una quotazione di 11,00 mln di euro.


E siamo ai giorni nostri, stagione 2016/17, quella che è appena iniziata. La cessione monstre di Gonzalo Higuain alla Juventus (per 90,5 milioni di euro) non ha, di fatto, annullato la tendenza, che si conferma ancora una volta: il Napoli accresce, di anno in anno, il valore del suo parco giocatori. Aver incassato i soldi della qualificazione in Champions League, contemporaneamente alla cessione dell’uomo di punta, ha spinto il club azzurro ad investire ancora sulla competitività della sua rosa.

Sono arrivati Milik dall’Ajax, Maskimovic dal Toro, Rog dalla Dinamo Zagabria, Tonelli dall’Empoli, Giaccherini e Diawara dal Bologna, Zielinski dall’Udinese. Salgono, invece, vertiginosamente le quotazioni di Elsed Hysaj, arrivato ad un valore di 13,00 mln di euro, Koulibaly (23,00 mln), Jorginho (20,00 mln), Allan (17,00 mln), Insigne (25,00 mln), Gabbiadini (17,00 mln). Il Napoli, attualmente, ha un parco giocatori che vale la bellezza di 295,88 milioni di euro (quasi 300 milioni soltanto di valore in calciatori), quotazione mai raggiunta dal club azzurro negli ultimi 30 anni di storia.

Questo significa che, nonostante la cessione di Higuain, come era successo ancor prima dopo la partenza di Lavezzi e Cavani, il club azzurro è stato capace di reinvestire le plusvalenze e gli introiti dei risultati sportivi per potenziare gradualmente il proprio parco giocatori, accrescendo progressivamente la propria competitività. Dal 2009/10 ad oggi, in 7 anni, il Napoli ha portato il valore della sua rosa da 127,90 a 295,88 mln di euro, praticamente due volte e mezzo il valore di partenza.

L’auspicio è che, il prossimo anno, la tendenza continui e che si possano registrare gli stessi incrementi delle ultime stagioni, avendo il Napoli in rosa dei potenziali crack (Milik, Rog, Zielinski, Diawara) che potranno dimostrare il proprio valore ed aumentare la propria quotazione sul mercato.

L’attenta gestione dei bilanci, in conclusione, non vuol dire necessariamente indebolirsi, anzi un’abile programmazione potrebbe rivelarsi, nel tempo,  addirittura più redditizia di chi spende e spande, sia sul lato prettamente finanziario, sia  su quello puramente tecnico-calcistico.


Andamento del valore della Rosa dal 2009 ad oggi


 

 

 

 

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Francesco Romano è laureato ed ha un master in comunicazione e marketing. Ama scrivere, lavora presso Mediaset.
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