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Opportuna la linea morbida di ADL: i presunti rigori non assegnati al Napoli c’erano? Ni

L’episodio di Pescara è stato l’unico, vero, clamoroso errore arbitrale che ha penalizzato il Napoli in questo inizio di campionato. L’urlo di Sarri a fine gara, paragonabile per intensità emotiva a quello di Munch, non lo abbiamo condiviso. Il Napoli non ha vinto, ma ha mantenuto un livello prestazionale di prim’ordine. Ha trovato dinanzi a sè un Genoa che ha venduto cara la pelle e non ha concesso ai partenopei più di un punto. Bene così. La frase distintiva di Rafa Benitez non passa mai di moda: questo pareggio “ci può stare”.

Al di là della rovente lamentela di Sarri dinanzi alle telecamere – la cui condivisione è un capitolo a parte – ci è sembrata una protesta ingiustificata, dettata da fattori esclusivamente emotivi e non basati su oggettive, lucide e documentate considerazioni.

I due presunti calci di rigore non assegnati non meritavano tutto il clamore che hanno invece avuto. Ma andiamo con ordine.

Il primo episodio discusso è il fallo di mano di Ocampos in area genoana. Dopo un colpo di testa di Hamsik la palla scende perpendicolarmente al terreno di gioco, lo spagnolo si predispone col corpo in modo tale da colpire la sfera col petto, vi riesce ma la palla carambola inequivocabilmente sul proprio braccio destro.

Analizziamo due punti certi:

1) La posizione delle braccia è scomposta ed inconsueta;

2) La palla viene colpita involontariamente.

E’ calcio di rigore? Il regolamento del gioco del calcio ci dice di no. La regola recita così:

Il fallo di mano implica un atto intenzionale di un calciatore che con la mano o il braccio viene a contatto con il pallone. I seguenti criteri devono essere presi in considerazione:

  • il movimento della mano verso il pallone (non del pallone verso la mano)
  • la distanza tra l’avversario e il pallone (pallone inaspettato)
  • la posizione della mano non significa necessariamente che ci sia un’infrazione
  • toccare il pallone con un oggetto tenuto nella mano (indumenti, parastinchi, ecc.) è considerato come un’infrazione
  • colpire il pallone lanciando un oggetto (scarpa, parastinchi, ecc.) è da considerarsi un’infrazione.

In virtù di quanto letto traiamo le seguenti conclusioni:

– Il contatto tra braccio e pallone non è intenzionale;

– E’ il pallone che va in direzione delle braccia e non il contrario;

– La distanza tra le braccia del calciatore ed il pallone è minima;

– E’ assolutamente fuori luogo la considerazione di qualche addetto ai lavori che ha sostenuto che il braccio di Ocampos fosse troppo alto per trattarsi di un contatto involontario. Ricordiamo a questo qualcuno che la posizione del braccio, seppur inusuale e scomposta, non determina necessariamente la volontà del contatto stesso.

Elementi inequivocabili che fanno decisamente propendere per l’involontarietà del contatto e quindi per la corretta decisione di non assegnare il calcio di rigore.

Il secondo episodio riguarda invece il presunto atterramento di Milik in area genoana ad opera di Orban.

In questo caso le evidenze sono tre:

1) Il calciatore del Genoa trattiene l’attaccante del Napoli;

2) La suddetta trattenuta comincia al di fuori dell’area di rigore per poi protrarsi all’interno della stessa;

3) Milik accentua la caduta;

Anche in questo caso il regolamento del gioco del calcio ci chiarisce le idee enunciando la seguente regola (fino all’agosto scorso):

Un calcio di punizione diretto (calcio di rigore se commesso all’interno dell’area di rigore), è parimenti assegnato se un calciatore commette una delle seguenti infrazioni:

  • tocca intenzionalmente il pallone con le mani (ad eccezione del portiere nella propria area di rigore)
  • trattiene un avversario
  • ostacola un avversario venendo a contatto con lui
  • sputa contro un avversario.

Poi alla regola è stata aggiunta una variazione: “Nel caso di un fallo continuato che si concretizza in un punto diverso da dove è cominciato come si comporterà l’arbitro?

Se l’arbitro ha lasciato proseguire il giuoco nonostante il fallo in atto, il punto del fallo e quindi della relativa punizione è quello dove è avvenuto l’ultimo contatto falloso.

 

In questo caso, a differenza del precedente, si evince un errore del direttore di gara che, nel caso in cui non avesse considerato fallosa l’azione del genoano avrebbe dovuto ammonire Milik, se invece avesse dato il “vantaggio” all’attaccante napoletano, avrebbe dovuto assegnare un calcio di rigore ed espellere Orban per somma di cartellini gialli.

Dunque, al di là della davvero stravagante ed ingiustificabile decisione di annullare il calcio di rigore già assegnato agli azzurri sul campo del Pescara, non risultano altri clamorosi episodi a sfavore degli azzurri. Non è il momento di alzare la voce contro gli arbitri, non vi sono palesi ed inequivocabili maltrattamenti arbitrali nei confronti del Napoli. Del resto è stato lo stesso De Laurentiis, sminuendo l’istintivo sfogo del suo allenatore, a scegliere la linea soft.

Forse, la vera notizia, è questa.

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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