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Bentornato fallimento. La Napoli degli Zamparini

Napoli-Inter è alle porte. Maurizio avrà dormito sogni tranquilli? Chissà. Per molti, la sua testa giace già da qualche ora lì, sulla ghigliottina pronta a fare il suo mestiere. Già si ode l’urlo della piazza: se il ciuccio non dovesse uscire vincitore dalla doppia sfida contro Inter e Benfica il cavalier Sarri potrà considerarsi definitivamente spodestato dalla sella. Nel cielo azzurro di Napoli si sono addensate nubi rosse di rabbia e delusione. Che non è solo quella stranamente silente del patron Aurelio De Laurentiis, indispettito più dal mancato utilizzo degli uomini acquisiti in un dispendioso mercato estivo che dal momentaneo sesto posto in classifica degli azzurri. Il dissenso più grande e rumoroso giunge da una fetta di tifosi e parte di stampa.

Questo omaccione burbero e fuori dagli schemi formali non è più il “mago” della tattica, non è più l’erede di Sacchi, non è più colui che forse più di tutti (a detta degli stessi tifosi e della stessa stampa) ha fatto vedere a Napoli il più bel calcio della sua storia, non è più l’ennesima geniale intuizione estiva di Aurelio De Laurentiis. Tutto ciò è finito silenziosamente nel macero dei ricordi delebili. L’alito dei commenti si poggia putrido su di una delle conquiste più belle e proficue dell’era del produttore cinematografico. Possibile mai che questa piazza sia capace di distruggere tutto così? Ci si può avvicinare così tanto ad atti di masochismo soltanto perchè vittime dell’irrefrenabile e, ripetiamo fino alla noia, ingiustificata pretesa di vincere?

La folla custodisce in un cassetto che non ha mai avuto il tempo di accumulare polvere la parola “fallimento”. Il biglietto stropicciato su cui è inciso il termine è stato preso continuamente tra le mani per poi essere riposto. Il merito è stato di  Maurizio Sarri che a suon di dimostrazioni positive non ha mai concesso a nessuno di compiere il desiderato gesto. La frenesia è però tanta, la voglia di sbandierare il fogliettino a destra e manca è latente ma chiaramente percepibile.

Ma al di là di errori facenti parte di ordinaria amministrazione, cosa si imputa a Maurizio Sarri? Diamo uno sguardo ai numeri: orfano di un certo Gonzalo Higuain e di Milik , suo sorprendente sostituto, se il tecnico del Napoli dovesse vincere stasera con l’Inter avrebbe racimolato appena 3 punti in meno rispetto alla passata stagione. E questo dato numerico, ai fini di una giusta ed equa valutazione dell’operato di Sarri, andrebbe inevitabilmente accostato ad una qualità della manovra di gioco che non è mai tramontata. Basta questo per reputare fallimentare una stagione in questo momento storico?

A coloro i quali sarebbero indotti a rispondere si e che sono ancora sedotti dallo spirito di alienazione del tecnico azzurro riportiamo un altro dato statistico e poniamo una banale domanda:

SQUADRA STAGIONE PUNTI ALLA 14° DIFFERENZA
NAPOLI 2015/2016 31 PUNTI + 7 PUNTI
JUVENTUS 2015/2016 24 PUNTI
NAPOLI 2016/2017 25 PUNTI
JUVENTUS 2016/2017 33 PUNTI + 8 PUNTI

La tabella evidenzia come lo scorso anno la Juve sia incappata in una crisi di risultati (ed anche di gioco) senza eguali, ma che ve ne sia uscita con grande capacità e compattezza di intenti.

Alla 14° giornata dello scorso campionato la Juventus aveva un punto in meno a quelli che ha il Napoli adesso. Vi risulta che allora la piazza juventina abbia chiesto a gran voce la testa di Allegri?

Forse per cucirsi la bocca adesso gran parte della piazza napoletana dovrebbe ricordare semplicemente come è finita la scorsa stagione juventina.

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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