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Fidarsi di Giuntoli è un dovere

Sta per scattare l’ora X. Manca poco ormai, un paio di settimane, quando negli hotel di mezza Milano tornerà a suonare la campanella del calciomercato. Per carità, niente a che vedere col nobile fratello maggiore che spopola nei mesi estivi. Ciò non toglie che anche la sessione invernale abbia spesso riservato sorprese. Dai piani alti ai bassifondi della classifica, è l’ultima chiamata per tutte quelle squadre che hanno bisogno di innesti al fine di raggiungere gli obiettivi stagionali.

In questo scenario, con Cristiano Giuntoli il Napoli è decisamente in buone mani. Non è piaggeria ammettere che il silente dirigente azzurro ci sappia fare. Lo ha dimostrato già nell’estate dell’anno scorso, quando ha iniziato a tessere legami strategici con società importanti. Innanzitutto con l’Empoli, club di provenienza di mister Sarri, da cui arrivarono Hysaj e Valdifiori e al quale fu girato in prestito Maiello con lo scopo di lanciarlo in serie A. Poi è stata la volta dell’Udinese, con l’affare Allan che ha portato con sé la cessione di Britos al Watford e un progetto di valorizzazione per Duvan Zapata, attraverso il prestito biennale.

Quest’estate il diesse azzurro ha compiuto un piccolo capolavoro. Metabolizzata la cessione di Higuaìn, ha speso i 90 milioni provenienti dalla Juve per irrobustire la rosa e adeguare i contratti di gran parte dei restanti, lasciando comunque aperte le trattative per i complicati rinnovi di Insigne e Ghoulam. Oggi come oggi, è difficile parlare di Zielinski o di Diawara senza riconoscere i meriti del direttore azzurro, che è riuscito a portare a casa entrambi sborsando una cifra di poco superiore ai 30 milioni.

A proposito di Diawara, un giocatore per il quale si fa fatica a credere che abbia solo 19 anni per come si muove in campo: va fatto un discorso un po’ complesso. Più di qualche tifoso ha storto il naso per l’arrivo dei soli Grassi e Regini nella sessione invernale 2015/16. Vero. Premesso però che in quella stessa finestra non c’erano, come invece ci sono in questa, i lauti premi Uefa relativi alla Champions e una probabile cessione pesante come quella di Gabbiadini, va detto anche che all’indomani dell’epifania 2016 Giuntoli riuscì a piazzare Juan Camilo Zuniga al Bologna.

Un colpo non da poco, innanzitutto perché il colombiano era ormai da mesi ai ferri corti con la società a seguito di una storia mai del tutto chiarita riguardante un infortunio al ginocchio. Inoltre, il terzino oggi in forza al Watford di Mazzarri aveva un ingaggio pesante, che il Napoli accettò di pagare per una quota superiore alla metà, a patto che i felsinei aprissero una corsia preferenziale in caso di cessione di uno tra Masina, Oikonomou e, appunto, Diawara. Ecco che nell’estate successiva il guineano ha potuto finalmente vestire i colori azzurri.

Un discorso simile vale per Alberto Grassi. E’ costato tanto ed ha reso poco, dirà qualcuno: vero anche questo. Ma per eccellere nel calciomercato moderno non è più valido il paradigma della minima spesa e massima resa legate ad un singolo calciatore. Oggi contano le relazioni, le sinergie di lungo periodo, accordi che da 18 mesi in qua il Napoli vede crescere a vista d’occhio. Grassi è stato pagato tanto, accontentando le richieste dell’Atalanta, ma in cambio Giuntoli ha ricevuto un’apertura esclusiva in caso di future cessioni da parte del club orobico. Non è importante che poi arrivino Gagliardini o Caldara, o che Sarri si convinca che il futuro portiere del Napoli possa essere Sportiello. La cosa fondamentale è avere un accordo con la società di Percassi in un momento storico tra i migliori di sempre per i colori nerazzurri.

I nomi che circolano in questi ultimi giorni, è utile ricordarlo, vanno a comporre un mosaico che già da un anno e mezzo è in via di definizione, le cui tessere sono rappresentate da giocatori giovani o addirittura giovanissimi, già in rampa di lancio ad alti livelli e sui quali si sono già da tempo posati gli occhi delle grandi d’Europa. Non importa inserirli subito, purchè subito diventino patrimonio del Calcio Napoli. In tal senso, sifanno ormai da tempo i nomi di Ciciretti del Benevento (22) e Orsolini dell’Ascoli (19), ma l’attenzione si sposta anche all’estero, avendo sottoposto ad attenta osservazione i talenti Leon Bailey del Genk e Kasper Dolberg dell’Ajax, entrambi diciannovenni. Sullo sfondo, pronto a firmare per il club azzurro al raggiungimento della maggiore età, c’è il brasiliano Leandrinho.

Il ventottenne Pavoletti è un’eccezione, perché il Napoli in attacco è obbligato a fare qualcosa sia in entrata che in uscita. E’ ovvio che in una zona di campo così delicata e in cui si rincorrono tante incognite (dal recupero di Milik alla probabile partenza di Gabbiadini) si debba andare sul sicuro.

Insomma, la campanella sta per suonare, non bisogna farsi trovare impreparati. Lo studente Giuntoli è uno che parla poco. Lui preferisce i fatti.

About author

Paolo Esposito è laureato in Economia Aziendale. Per lavoro si occupa di tax auditing con particolare attenzione al transfer pricing, al financial accounting e alle business restructuring. Tuttavia crede che di calcio sia meglio parlare in napoletano.
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