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Partenopeismi

Mettiamo a fuoco l’obiettivo

Questa volta non è esente da colpe quasi nessuno, Sarri compreso. Non ci riferiamo alla gara persa, ci poteva stare. Non ci riferiamo nemmeno a come la si è persa, ci poteva stare anche quello. Ci riferiamo all’aver costruito nell’immaginario della gente l’idea di un Napoli che potesse reggere con naturalezza l’onda d’urto del Real Madrid.

Come spesso accade, le memoria palesa grave inefficienza, adesso tutti sono bravi a dire che sarebbe stato stupido reputare fattibile che il Napoli potesse sciorinare una grande prestazione e magari fare risultato a Madrid.

E allora chi ha alimentato questa fantasia?

A noi sembra siano state le stesse voci a farlo. Se così non fosse, perché parlare continuamente del doppio confronto con il blasonato club spagnolo se le speranze di passare il turno erano aprioristicamente ridotte praticamente a zero?

Perché sperare in un recupero lampo di Milik per tenere in piedi la speranza di vederlo schierato al Bernabeu negli undici titolari?

Perché mai pompare di enfasi ed aspettative un appuntamento concretamente non più che formale?

E’ davvero spiacevole adesso tramutare l’ottimismo in ipocrisia, l’esaltazione in negazione. La verità è che i media hanno pompato l’evento a pallettoni, non solo evidenziandone l’unicità dettata dalla rarità dello stesso e dal blasone dell’avversario ma cullando concreti sogni di vittoria e passaggio del turno. Napoli non ha solamente sperato in un sogno, vi ha realisticamente creduto.

E nella parola Napoli va incluso anche un napoletano doc, nato a Bagnoli: Maurizio Sarri. Le sue parole in conferenza stampa pre-gara – che inizialmente hanno avuto il sapore della spavalderia – adesso hanno il gusto amaro di chi ha commesso l’errore di crogiolarsi nelle sue certezze al punto da credere fattibile l’impresa. L’audacia di Maurizio Sarri (“schiererò la formazione più adatta per attaccare”) ha gettato anche il mister oltre le reali potenzialità della sua squadra. Il gioco spumeggiante che ha deliziato gli spettatori su tutti i campi d’Italia si è sbriciolato dinanzi alla strabiliante qualità individuale di campioni veri.

La nostra non è una specifica critica a Sarri, rimasto vittima di un eccessivo ottimismo collettivo, non è nemmeno una critica ai calciatori forse, non è nemmeno una critica. Vogliamo semplicemente indurre ad una riflessione: se non si riesce a mantenere lucidità nei commenti e nelle valutazioni, se non si riesce a guardare la realtà con occhi incontaminati dalla passione, si corre il serio rischio di sovradimensionare le aspettative e tramutare un risultato probabile (e dunque accettabile) in un risultato criticabile e funesto. Oggi siamo tutti delusi. E questo senso di delusione deriva dall’aver creduto di esserci avvicinati troppo, per qualità di gioco e tecnica individuale, ad uno squadrone chiamato Real Madrid.

La realtà non è questa. Il Napoli resta una realtà bellissima, una squadra che ha reso una città intera orgogliosa per il solo fatto di rispondere “presente” a questo appuntamento e non saranno le sberle subite a Madrid a sporcare la paradossale immagine di ciuccio bello ed affascinante.

Ma la gara del ritorno, quella che per assurdo non ha ancora sancito quale sarà la squadra che passerà il turno, non dovrà essere vissuta con la presunzione di chi è capace di mettere alle corde questo Real. La convinzione deve retrocedere a speranza.

 

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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