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Jorginho si tiene stretto il Napoli

“Jorginho ha una qualità importante di palleggio e di pensiero, in alcune partite è fondamentale per noi. Rispetto all’anno scorso, giochiamo maggiormente in velocità e in altri match ci servono le accelerazioni e la fisicità di Diawara. Col Crotone s’è giocato in poco campo e lui in quelle partite arriva fino alla fine. A campo aperto Diawara ci dà più resistenza, ma se teniamo noi la partita in mano Jorginho ci dà più palleggio. Tutti i calciatori comportano vantaggi e svantaggi”.

Mai banale mister Sarri. Ma stavolta, trattando tematiche squisitamente tecnico-tattiche, traccia in maniera abbastanza leggibile la strada che il Napoli dovrà percorrere nel suo futuro prossimo per puntellare un centrocampo già fortissimo.

In altre parole Sarri ci ha detto: Jorginho e Diawara sono entrambi degli ottimi calciatori ma dal punto di vista delle caratteristiche, quello che è nelle corde dell’uno non è presente nell’altro e viceversa.

Dunque, il motivo per cui i due centrocampisti si avvicendano con la casacca da titolare, non risiede affatto in una alternanza dettata da una centellinata cura delle risorse atletiche ma dal tipo di partita che il mister toscano ha intenzione di mettere in pratica di volta in volta.

Volendo estremizzare ancor di più il concetto, possiamo dire che quando il Napoli ha la necessità di attaccare a testa bassa e “produrre gioco”, occorre la qualità tecnica di Jorginho; se invece l’avversario è particolarmente temibile e pericoloso in fase offensiva, allora c’è bisogno di chi sappia ringhiare alle caviglie degli avversari ed avere quello strapotere fisico che gli consenta di rincorrere e provare ad arginare le folate offensive degli avversari, dunque: Diawara.

Due condizioni di gioco che determinano anche la porzione di campo nella quale si gioca: il classico “fazzoletto” nel primo caso, su una porzione di campo molto più ampia nel secondo.

Insomma, ci troviamo dinanzi ad una bella favola vestita da fregiante abbondanza oppure dinanzi a due prospetti che palesano l’incompletezza di un ruolo fondamentale?

Difficile rispondere.

Da un lato è vero che avere la possibilità di giocare due carte piuttosto che una è un vantaggio che non tutti si possono permettere; è sicuramente un surplus avere gli strumenti per poter scegliere di volta in volta in base agli avversari e alla tipologia di gara.

Ma è altrettanto vero che le partite di calcio possono cambiare in corso d’opera e diventa talvolta frustante vedere un Jorginho che arranca dal punto di vista fisico o un Diawara che non riesce ad ergersi a faro costruttore del centrocampo azzurro.

Cosa farà dunque il Napoli nel suo prossimo futuro?

Persevererà in questo ingessato dualismo o troverà soluzioni alternative?

E’ plausibile pensare che il Napoli nel prossimo mercato estivo, qualora avesse intenzione di elevare ulteriormente il tasso tecnico del proprio centrocampo, vada alla ricerca di un centrocampista che contenga in sè sia la qualità tecnica di Jorginho che la dirompenza fisica di Diawara?

Potrebbe essere.

Nel frattempo, però, la giovanissima età di Amodou Diawara (che autorizza ad immaginare qualsiasi evoluzione positiva del prospetto) e gli elogi di Sarri, indirizzati alla qualità tecnica di Jorginho, investono l’italo-brasiliano di nuova e rigenerante responsabilità.

 

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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