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Partenopeismi

La caduta del muro di Napoli

La forza offensiva del Napoli è aumentata quest’anno: nella scorsa stagione gli azzurri hanno chiuso con una media di 2,10 reti a partita (80 in tutto), a fronte dei 2,34 gol per gara di quest’anno (68 totali al momento). Il tutto, con un guadagno di 90 milioni, dopo essersi privati di uno dei tre migliori centravanti del mondo, dopo le previsioni estive funeste dovute alla cessione dello stesso Higuain e, peggio ancora, dopo il lungo stop di Arek Milik. Non male.
Il contraltare di questi numeri è rappresentato dalla maggiore perforabilità difensiva del secondo Napoli targato Sarri. Un dato è emblematico. A nove turni dalla fine del campionato, la squadra di Sarri ha subito 32 reti. Le stesse con cui ha concluso l’intero torneo scorso.
Sulle cause di questo calo delle performance difensive si è ampiamente dibattuto. Alcune di esse sono imputabili a cali di concentrazione e, rispetto all’anno scorso, la partecipazione alla Champions fa la sua parte. E forse, una scarsa rotazione operata da Sarri, soprattutto nella prima parte della stagione. Tutte ipotesi che hanno un proprio fondamento.
Tuttavia, altri aspetti ci sembrano più pregnanti, precisi e comprovati effettivamente dai numeri o dagli stessi protagonisti.

LA VERITA’ VERA E PARZIALE DI SARRI
Più volte, negli ultimi tempi, il tecnico toscano ha fornito una sua chiave di lettura riguardo le criticità della fase passiva della sua squadra. Soffermandosi, in particolare, sugli errori individuali. Gli stessi che avevano afflitto anche la seconda stagione di Rafa Benitez.
Secondo Sarri, il problema è sistemico. Con una punta centrale brevilinea come Mertens, il gioco è necessariamente più rapido. Sia nelle ripartenze che in fase di possesso. Si tenta subito di andare in porta. Questo atteggiamento e questa velocità portano inevitabilmente, da un lato a forzare di continuo le giocate, dall’altro ad una sorta di “tensione” mentale continua. Ci piace, a riguardo, citare Allegri. In passato, il tecnico juventino, ha parlato dell’importanza di riposarsi durante la partita. Ovvero, delle vere e proprie pause che la sua squadra si prende per rifiatare fisicamente e ragionare.
Il gioco del Napoli non prevede questo riposo mentale e fisico e allora ecco che, su mille giocate, scatti il passaggio errato che proietta l’avversario in porta, il fallo inutile, o il liscio fatale.
E’ interessante, in particolare, un dato sui passaggi. Il Napoli è la squadra più precisa del campionato, con una media di passaggi riusciti dell’86.8%. Ben distante la Juventus a 85.2, mentre la Roma si attesta addirittura sugli 82.2. Questo dato evidenzia come il Napoli, pur sbagliando meno di tutti, in fase d’appoggio, quando accade, talvolta paga un prezzo altissimo.

COLPISCI DI TESTA E NON TI COLPIRANNO
Sarri ha più volte dichiarato che non si interessa di mercato. E allora vien naturale che non dice di quanto parte dei problemi difensivi del Napoli siano legati alla composizione attuale dell’organico a sua disposizione.
Il Napoli ha subito nove reti su calcio piazzato, in campionato. Quindi, al netto di Sergio Ramos e di tutte le manfrine su marcatura a uomo o a zona. Tra le prime cinque del torneo, gli azzurri sono quelli che hanno incassato più reti da situazioni da fermo. Quelle che ne hanno presi di meno sono, manco a dirlo, Juventus (4) e Roma (3). A questo si aggiunge un altro dato inequivocabile. La media, per gara, dei duelli aerei vinti dal Napoli è di 11.2. Performance migliore solo di Fiorentina e Pescara. La Juventus è distante, mentre la Roma è addirittura seconda con una media di 17.
Nella Juventus, i centrali difensivi non scendono sotto il metro e novanta. Eccezion fatta per Barzagli e Chiellini (1,87 entrambi). Nella Roma, Fazio (1,95), Rudiger (1,90) e Manolas (1,89) garantiscono una media superiore all’uno e novanta.
In aggiunta, va detto che sia Roma che Juventus aumentano i propri centimetri sui calci piazzati, con almeno un centrocampista di stazza. I bianconeri con Khedira (1,89), i giallorossi con Strootman (1,87). Stesso discorso vale per gli attaccanti, dove la Juve beneficia di Mandzukic (1,90) e la Roma di Dzeko (1,93).
La coppia centrale titolare del Napoli tiene botta con Albiol (1,90) e Koulibaly (1,87). Ma è negli uomini di centrocampo che il Napoli sconta il gap più importante. Al di la’ dell’1,75 di Allan, solo Hamsik e Diawara superano il metro e ottanta, comunque di poco (1,83). Infine, i tre “piccoletti” dell’attacco sono ben distanti dal potenziale aereo di Dzeko e Mandzukic. Gli stessi Milik e Pavoletti, non garantiscono i centimetri dei due slavi.
Va da se’ che l’altezza non è sinonimo di garanzia sul gioco aereo. Pur essendo ugualmente alti, Chiellini è di gran lunga più affidabile, nel gioco aereo, di Koulibaly e Barzagli. In fondo, Sergio Ramos non supera gli 1,83. Pur senza considerare i meri centimetri, il Napoli non ha uomini di primo livello sul gioco aereo.

SAUDADE DI ALLAN
Tutti possono ricordare cos’era la famosa BBC della Juventus ai tempi di Felipe Melo. Una fiera degli orrori, pari a quella che abbiamo assistito a Napoli nel secondo anno di Benitez e, in parte, quest’anno.
Avere almeno un uomo a centrocampo che garantisca un gran filtro, toglie pressione ai difensori, esponendoli così in misura minore ad errori individuali.
Ritorniamo all’inizio di questa storia. Lo scorso anno, il Napoli aveva subito, a fine torneo, le stesse reti incassate finora, a nove giornate dalla fine.
Il campionato passato, gli azzurri beneficiavano di un Allan molto più incisivo in fase difensiva. Su Ilpartenopeo.it ne parlammo già il 15 novembre, quando segnalammo il mediano brasiliano in fase calante.

L’anno scorso, la grande stagione di Allan ha avuto un ruolo determinante nell’arginare la pressione a cui era sottoposta la terza linea azzurra. Quest’anno, il frangiflutti carioca non riesce ancora ad apportare quel contributo fondamentale per ridurre le situazioni potenzialmente pericolose ai danni del Napoli.

Tuttavia, al tempo era ancora troppo presto per stilare stastiche rilevanti. Ora che il campionato entra nel rush finale, i numeri sono affidabili e certificano che non sono stati mossi passi in avanti.

Come mostrano i dati riportati sopra (relativi alla media a partita), il confronto tra il rendimento dello scorso campionato e di quello in corso, è impietoso per Allan. La mezzala di Rio, nel campionato scorso ha fatto registrare statistiche difensive degne del miglior Strootman, se non talvolta superiori.
Rispetto allo scorso anno, Allan è molto meno efficace nei contrasti e paga dazio anche nella lettura delle linee di passaggio avversarie. E’ nei tiri intercettati però, che la sua performance, ad oggi, è addirittura inferiore alla metà rispetto alla passata stagione. Insomma, la diga brasiliana quest’anno ha ceduto e gli avversari esondano più facilmente nella difesa del Napoli.
Abbiamo allargato la statistica a tutte e quattro le mezzali di quest’anno. E, come si nota, le performance sono addirittura inferiori a quelle di Allan della stagione in corso. Pertanto, se l’ex Udinese questa stagione non garantisce un gran filtro, i suoi omologhi sono ancora più deficitari nella fase passiva del gioco di Sarri. Un piccolo spiraglio si intravede in Rog. Al netto di un minutaggio decisamente inferiore rispetto ai compagni di reparto, il croato è quello che più sembra potersi avvicinare al prototipo di distruttore di gioco. Con una qualità tecnica chiaramente superiore a quella di Allan.

PERSO IL DAVID, SE NE FA UN ALTRO (MIGLIORE)
In conclusione, questo viaggio attraverso le carenze difensive del Napoli ci conduce dritti al cuore del problema. Sarri ha bisogno di più peso ed altezza in organico. In ogni reparto, evidentemente. Da un lato, per essere meno vulnerabile sui calci piazzati; dall’altro, in fase offensiva, per permettere una manovra più ragionata in certi momenti della partita, senza essere paradossalmente condannato ad andare sempre a mille e alla ricerca del gol.
Se in attacco, il recupero totale di Milik e il definitivo ambientamento di Pavoletti sono soluzioni già presenti in rosa, in ambito difensivo, c’è da auspicare che il prossimo sia l’anno della consacrazione per Maksimovic. In mezzo invece, occorre probabilmente un innesto di maggiore stazza, in luogo di Allan, che garantisca una buona copertura. Di modo da alternarsi con Rog, a seconda del tipo di partita e del momento specifico di un match.
Affidandoci ancora una volta ai numeri, salta fuori il nome che non ti aspetti: David Lopez. Può sembrare una provocazione. Eppure il tanto criticato centrocampista iberico è l’unico, in confronto alle mezzali attuali, a reggere il confronto con il muro che ha eretto Allan davanti alla difesa del Napoli nel 2015-2016. Quasi gli stessi contrasti vinti (2.66 Allan, 2.47 Lopez) e quasi il doppio di passaggi intercettati (1.09 vs 1.94). Ma con un quantitativo di duelli aerei vinti di quasi cinque volte superiore a quello del brasiliano (0.46 vs  1.91). 
Con questo non intendiamo sostenere che col mediano catalano il Napoli avrebbe lottato per lo scudetto o che Ramos non avrebbe fatto doppietta. E siamo consapevoli che il suo dinamismo è decisamente limitato. Insomma, non stiamo parlando ne’ di Casemiro, ne’ di Kantè, ovvio. Forse, però, lo spagnolo sarebbe stato prezioso, in alcuni frangenti, per dare maggiore copertura e tranquillità alla fase difensiva, nonchè un apporto importante quando c’è da difendere sui calci piazzati.
Ce l’avevamo in casa, ma Giuntoli saprà sicuramente come e dove pescare. Dopo che non ha sofferto l’assenza di Mister 90 milioni, col DS azzurro siamo in una botte di ferro.


Dati: whoscored e squawka

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Fabio Cotone è regista teatrale. Appassionato di scienze umane.
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