In molti si sono chiesti perchè il Napoli ha organizzato un incontro con la stampa per ufficializzare il rinnovo contrattuale di Lorenzo Insigne. Ed, in effetti, la domanda è piuttosto pertinente. La società partenopea, in merito a questo argomento, è sempre stata umorale, uterina, senza regole prestabilite. Il polo comunicativo del Calcio Napoli non ha mai conosciuto mezze misure: o ha ignorato determinati eventi oppure li ha esposti in pompa magna grazie all’organizzazione di maxi incontri come quello di ieri.
Stavolta è toccato a Lorenzo Insigne. Si, non è stato il turno di nessun nuovo acquisto ma di un usato sicuro, talmente sicuro da valere un sacrificio economico di non poco conto.
A seguito del battibecco a distanza durato mesi tra il gioiello di Frattamaggiore e il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis, la fumata è stata bianca. Il matrimonio non solo non è andato in frantumi ma si è consolidato, prolungato. I confetti sono per tutti, così come i complimenti, reciproci, reiterati, forse anche sentiti.
Evviva la napoletanità ma lasciamo tranquilla l’eternità
Lorenzo si presenta abbottonato, come suo solito, imploso in un linguaggio maccheronico reso rigido dall’occhio scrutatore della telecamera, quel buco nero che lo ha messo al cospetto del mondo di appassionati. Un numero troppo grande per non incutere timore in chi non riesce ad essere così come vorrebbe. Sarebbe stato stupendo vederlo esprimersi in maniera più spontanea, magari in dialetto, e invece no, il formalismo ha vinto anche stavolta. Ma poco importa. Quello che conta è che Lorenzo ha coronato il suo sogno, ha ottenuto ciò che voleva. Lorenzo ama Napoli, questo non si discute, ma il siparietto di ieri non deve venirci a spiattellare in faccia l’icona dell’amore imprescindibile per la napoletanità e per la maglia azzurra. Se la società non avesse ceduto alle richieste economiche avanzate dall’entourage di Insigne, il Totti 2.0 sarebbe stato solamente un bellissimo film.
La forza dell’orgoglio
Il buon Aurelio si è, invece, mostrato ai presenti con il solito atteggiamento, con la consueta prosopopea che ha mirato non solo all’esaltazione del proprio operato e alla validità della progettualità programmatica, ma anche all’onoreficenza della napoletanità di Lorenzo Insigne, degno portatore – secondo il patron – dello scettro dell’attaccamento alla maglia.
Tutto bello. Tutto fantastico.
Ma perchè ostentare tutto ciò? Perchè il rinnovo contrattuale di Lorenzo non è passato sotto silenzio come quelli di Koulibaly, Hysaj, addirittura quello di Hamsik?
Tu chiamale se vuoi, strategie comunicative. Noi crediamo tutto ciò sia stato organizzato perchè è attraverso tali occasioni che si lanciano messaggi ai tifosi, alla stampa, ai calciatori stessi. E non ci riferiamo a Lorenzo Insigne, ovviamente. Le schermaglie contrattuali tra il folletto di Frattamaggiore e il Presidente De Laurentiis sono terminate proprio con l’incontro di ieri.
E allora chi era il destinatario di messaggi cifrati?
Le parole destinate a Dries Mertens (era quasi scontato in conferenza stampa arrivassero domande in merito), non hanno tranquillizzato nessuno. I concetti espressi da ADL hanno evidenziato tre cose: che esisterebbe una problematica, che si sta cercando di risolverla, che ci sarebbe la volontà di trattenere Mertens in maglia azzurra.
Verità? Costruzione? Favoletta confezionata ad hoc?
Al momento una sola cosa è certa: agli occhi dei tifosi, l’ipotetico addio del calciatore belga non sarebbe da ascrivere ad una volontà societaria. Occhio, Higuain docet.