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Il destino già scritto di Mertens

Dries Mertens ed il Napoli stanno assieme dal lontano 24 giugno del 2013, data in cui il club azzurro ufficializza il suo acquisto per scarsi 10 milioni di euro. Non vi è alcun dubbio sul fatto che l’ex ala del PSV sia, ad oggi, uno degli acquisti più azzeccati dell’era De Laurentiis.

Il grande impatto con il campionato italiano, la qualità delle prestazioni sciorinate e, non ultima, la prolificità in termini realizzativi della stagione in corso lo hanno trasformato in un piccolo ma grande lingotto d’oro.

Ma il folletto belga proseguirà il suo rapporto con il Napoli? Noi diciamo di no.

Le motivazioni di una risposta che sicuramente non riscuote il beneplacito di chi ci legge (a dire il vero nemmeno quello di chi scrive), risiede in una serie di considerazioni che si marchiano di imbarazzante ovvietà:

Per gli over 30 regole quasi scritte

Nemmeno il lanternino sarebbe capace di far luce su di un calciatore azzurro a cui a trent’anni suonati è stato rinnovato il contratto in presenza di fervide richieste di mercato. I soli casi di rinnovi over 30 rispondono ai nomi di Raul Albiol e Christian Maggio, entrambi però poco appetibili sulla piazza delle compravendite. In tante altre circostanze, a partire dalla clamorosa cessione di Gonzalo Higuain alla Juventus, la politica societaria, con all’orizzonte irrinunciabili plusvalenze, ha sempre perseguito lungo la strada della cessione e del reinvestimento tecnico dei proventi.

L’area intasata

La casella di attaccante centrale è già costata al Napoli ingenti spese. Gli investimenti onerosi di Milik innanzitutto e di Pavoletti poi, non consentono nella maniera più assoluta la presenza in rosa di una terza punta centrale.

Due sono gli scenari che reputiamo impossibili: il riutilizzo di Mertens come esterno d’attacco (si giustificherebbe ancor meno la prosecuzione del rapporto) e il mancato utilizzo di Milik a tempo pieno. Siamo meno certi sulla eventualità ad essere ceduto sia Pavoletti ma, l’assenso di Sarri in occasione del suo acquisto, non ci fa propendere per questa ipotesi.

Gli occhi a cuoricino sulla plusvalenza

Mertens è stato pagato meno di dieci milioni di euro e spremuto come un limone fino all’ultima goccia per quattro intense e lunghe stagioni. Metterlo sul mercato durante la prossima sessione di mercato equivarrebbe a generare una plusvalenza di almeno un terzo del valore investito nel 2013. In presenza di acquirenti concreti, il rinnovo del suo contratto non sarebbe dunque una mossa alla De Laurentiis i cui movimenti economici legati al mercato delle compravendite, sino ad oggi, sono andati in direzione diametralmente opposta, a cominciare dalla cessione di Gonzalo Higuain.

Una richiesta legittima

La verità è che il pomo della discordia, come spesso accade, è il denaro.

Da un lato c’è la ferrea e quasi invadente politica societaria, dall’altro ci sono dei numeri pazzeschi per un calciatore inventato centravanti: la bellezza di 22 gol in campionato e altri 5 in Champions che legittimano l’avanzamento di richieste importanti. Nel pentolone c’è l’amor proprio del fuoriclasse che vuol sentirsi protagonista in una città in cui sta bene, a dispetto degli anni che passano (a maggio saranno 30), ma anche la voglia di chi vuol misurarsi innanzitutto con se stesso e capire se è in grado di reggere definitivamente il ruolo da leader. Tradotto: vuole un ultimo contratto blindato e da top player. Per durata e importo. Anche perché sa che il prossimo contratto sarà l’ultimo della sua carriera e quindi desidera che gli attuali 1,2 milioni di euro passino almeno a 3. Bonus e varie a parte, soprattutto a fronte del rinnovo milionario fresco fresco di Lorenzo Insigne. In mancanza di rinnovo Dries Mertens potrà liberarsi a parametro zero a giugno del prossimo anno (e firmare per un nuovo club già a gennaio).

Insomma, noi crediamo che lo scenario familiare di cui si sta parlando in questi giorni e su cui si sta concentrando l’attenzione di tutti coloro che desiderano gettare uno sguardo al futuro di Dries Mertens, sia soltanto una  sceneggiatura da dare in pasto ai tifosi in modo da metterli nella condizione di vivere con la giusta dose di pathos l’ennesima telenovela di mercato.

Forse la cessione di Gonzalo Higuain ha insegnato davvero qualcosa alle componenti che sono protagoniste delle trattative: entrambe le parti hanno capito che conviene  uscirsene da vittime piuttosto che da carnefici. Quest’ultimo ruolo lo hanno destinato alla signora Kat Kerkhofs, tanto di lei tra qualche mese non se ne ricorderà più nessuno.

 

 

 

 

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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