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Sarri: la variabile San Paolo per superare la sindrome del doppio confronto?

I doppi confronti finora non hanno mai sorriso a Sarri, eliminato rispettivamente da Villareal, Real Madrid e Juventus tra Europa League, Champions League e Coppa Italia, con gli azzurri che in tutte le tre occasioni non sono riusciti a sfruttare il vantaggio del return match al San Paolo.

Questa estate, invece, l’urna di Nyon ha posto una variante inedita per il tecnico di Figline, che dovrà iniziare il suo cammino europeo da Fuorigrotta, opposto al Nizza che proprio in trasferta ha costruito la sua qualificazione ai danni dell’Ajax: se la cabala può venire in aiuto a Sarri, lo stesso non si può dire però per le statistiche del Napoli targato De Laurentiis.

Dal ritorno in Europa con Reja nel 2008-2009 fino al 2014-2015 di memoria beniteziana, negli 8 precedenti che hanno visto il Napoli iniziare i doppi confronti in casa, si è riusciti a sorridere solamente in due casi: ma andiamo con ordine…

Ritornato in un torneo UEFA dopo quasi 15 anni di assenza, il Napoli guidato da Denis e Lavezzi riesce a prevalere in casa sul Benfica per 3-2 con una serata memorabile per gli autori dei gol Vitale, Denis e Maggio (unico superstite insieme ad Hamsik nella rosa attuale). In Portogallo però gli errori di Zalayeta condannano gli azzurri che cadono sotto i colpi di Nuno Gomes con un secco 2-0.

Dopo un anno di assenza, è Mazzarri a riportare i partenopei oltre confine, nella neonata Europa League che viene raggiunta grazie al gol di Lavezzi contro l’Elfsborg ed alle prime reti del Matador Cavani in terra svedese, nella famosa serata dell’addio a Quagliarella nella stagione 2010-2011. Sempre il bomber di salto regalò i sedicesimi di finale in extremis, ma il Villareal seppe rimontare l’iniziale svantaggio di Hamsik grazie ad un micidiale uno-due targato Rossi-Nilmar che vanificò anche lo 0-0 del San Paolo.

Altra stagione, altro debutto: la Champions sbarca a Fuorigrotta e gli azzurri si fanno trovare pronti a superare il girone della morte con Bayern, Manchester City e ancora una volta il Villareal. Si arriva a febbraio, alla sfida con il Chelsea che va via da Napoli con 3 reti sul groppone (Cavani e doppietta di Lavezzi) e la consapevolezza di dover fare un miracolo a Stamford Bridge, cosa che purtroppo avviene seppur dopo i supplementari con un 4-1 che grida ancora vendetta nonostante il sigillo di Inler.

Terribile invece l’incrocio nella stagione successiva in Europa League, con il Viktoria Plzen che passeggia a Fuorigrotta e vince con un netto 0-3, rendendo il return match poco più che un allenamento infrasettimanale: è il congedo europeo di Mazzarri che lascia a Benitez il testimone.

Ma anche lo spagnolo parte col piede sbagliato, venendo eliminato nell’unico precedente di play off per la Champions nella sciagurata serie del 2014-2015 con l’Athletic Bilbao che strappa un 1-1 a Napoli (più del gol di Higuain si ricorda il clamoroso errore/assist di Michu…) e poi fa a fette la retroguardia azzurra al San Mames, vanificando l’illusorio vantaggio di Hamsik.

Retrocesso in Europa League, il Napoli inverte però finalmente la rotta negli ottavi di finale: la Dinamo Mosca infatti cade 3-1 a Fuorigrotta sotto i colpi di Higuain e consente una comoda trasferta in Russia che va in archivio con uno 0-0 e la seconda qualificazione in assoluto ottenuta giocando la partita d’andata in casa. Rafa non riesce però nel bis e nonostante raggiunga il risultato europeo più importante nella gestione De Laurentiis, va fuori in semifinale con il Dnipro dopo un 1-1 interno macchiato da gravissimi errori arbitrali in casa ed una sconfitta di misura al ritorno.

Ora toccherà a Sarri trovare il terzo sorriso su 9 doppi confronti con il prologo casalingo.

About author

Gianluigi Noviello è laureato in Comunicazione ed è specializzato in Management Olimpico presso la Scuola dello Sport di Coni Servizi. Giornalista pubblicista dal 2007.
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