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Partenopeismi

Professione e sentimento: una assurda ma lecita coesistenza

Quei saltelli gioiosi ad ogni gol del Napoli adesso danno fastidio.  Quelle esultanze grintose e cariche di adrenalina adesso infastidiscono.

In coda ad un’estate bollente, fatta di richieste e negazioni, l’epilogo che non t’aspetti: la grana Pepe Reina è definitivamente esplosa e lo ha fatto nel momento meno opportuno.

Siamo dinanzi al tentativo di acquisizione di un portiere da parte di uno dei club più facoltosi al mondo, oppure all’estremo e disperato tentativo da parte dell’entourage del portiere spagnolo di “spillare” alla società azzurra qualche anno in più di contratto?

In entrambi i casi c’è qualcosa che non quadra.

Il PSG vuole Reina

Può una società di calcio come il Napoli tentennare dinanzi ad un’offerta di poco più di 5 milioni di Euro per un portiere che reputa fondamentale e che è stato sponsorizzato esplicitamente e ripetutamente dal proprio allenatore? Decisamente no. Dinanzi a questa ipotesi il Napoli avrebbe risposto picche al PSG chiudendo la questione in un batter di ciglia.

Ma la domanda è anche un’altra: può una società come il PSG, capace di devastare il mercato estivo con colpi sensazionali, ridursi all’ultima settimana di mercato per avanzare una richiesta ufficiale per un ruolo così delicato come quello del portiere? Veramente poco credibile. Una spiegazione la si potrebbe trovare nel fatto che possa essere stato lo stesso Reina a proporsi al club francese.

Reina vuole il PSG

La faccenda in questo caso si complicherebbe, ma sarebbe altrettanto inspiegabile. Ok, sei insoddisfatto, si è notato dal primo giorno del ritiro estivo. Il tuo volto tirato ne è stato testimone. Ti sei allenato con professionalità, hai fatto il tuo mestiere, ma il tuo sorriso sereno non lo si è quasi mai visto. Era palese non ti stesse andando giù la volontà (legittima) della S.S.C. Napoli di guardare avanti, ben oltre il tuo afrodisiaco nome ed il tuo monarchico cognome. Ma poi sulla barca ci sei salito, la stagione è cominciata, mostrare un briciolo di coerenza avrebbe dovuto significare non alzare nessun polverone in questo momento, per dare ancora più valore ai saltelli gioiosi che anche a Verona hai sciorinato.

La povera America

Lo hai detto tu che a Napoli ci stai da Dio, lo hai detto tu che qui hai trovato l’America. Adesso cosa c’è che non va? A Napoli avresti fatto l’ultima stagione da protagonista, poi l’avresti potuta godere appieno facendo da chioccia al nuovo numero uno del Napoli. No, posta così non ti è andata giù. Il ridimensionamento non “solo” tecnico proprio non era digeribile.

Quindi sarà proprio vero che nessuno vuole nessuno ed è solo una querelle legata a faccende economiche? Non lo sappiamo.

A margine di questa telenovela di fine estate – comunque – possiamo dire che Reina non ama Napoli? Che le sue esultanze entusiasmanti non siano vere? Che è tutta una squallida finzione scenica? Certo che no. Reina a Napoli sta benissimo, ha incarnato lo spirito partenopeo e dona il suo contributo alla causa, ma…..

Il “ma” è rappresentato dal fatto che questo aspetto emozionale sia solo una parte delle esigenze di un essere umano che, come tutti, è fatto da cuore e mente, ragione e sentimento. Pepe Reina è un professionista che ama Napoli, ma per il lavoratore Reina è giusto che si miri al meglio (anche economicamente).

Quindi siamo dinanzi ad un connubio insolubile? Si. Decisamente si.

La questione è stata sicuramente gestita male dalla Società di Aurelio De Laurentiis che ha trascinato per tutta l’estate una questione che andava risolta immediatamente, ma il vero errore lo commette il tifoso, che affida la sua passione ad un totalitarismo emotivo che non è mai esistito.

 

 

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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