Nella settimana di pausa per gli impegni delle nazionali, conditi dalle solite polemiche, la notizia derivante dalla politica del calcio è l’elezione di Andrea Agnelli a capo dell’European Club Association (ECA). Il presidente bianconero, tra i fautori della nuova formula della Champions League in vigore dall’estate prossima, succede a Karl Heinz Rumenigge, primo e fino ad oggi unico rappresentante dell’associazione. Cerchiamo quindi di capire cos’è l’ECA, di cosa si occupa e, soprattutto, perché il Napoli in questa tornata può sorridere.
Sgomberiamo subito il campo da dubbi: ECA è un organo di diritto privato, non è quindi né un ente pubblico, né qualcosa che somigli ad una federazione. E’ bene specificarlo perché è facile sovrapporre questa nomina alla vicenda che riguarda il presidente bianconero con riferimento all’indagine sui presunti rapporti con la malavita nella gestione dei biglietti per le partite allo Juventus Stadium. Non è detto che un’eventuale squalifica, con conseguente inibizione di Agnelli dai pubblici uffici, coincida con la revoca della nomina appena ricevuta. Di sicuro non ne è stata causa ostativa alla candidatura e all’elezione.
Nata nel 2008 a seguito dello scioglimento di due associazioni “parallele” (G-14 e Forum dei Club Europei UEFA, quest’ultima nata da un’idea dello stesso Rumenigge), ECA oggi è l’unico organo indipendente che rappresenta direttamente i club di calcio a livello europeo. E’ un’entità paragonabile, sia giuridicamente che operativamente, alla nostra Lega Serie A.
Nel sito ufficiale si legge che l’obiettivo è quello di creare un nuovo modello di governance più democratico, che rifletta maggiormente il ruolo fondamentale dei club. ECA agisce per rafforzare ciascuna società a beneficio di tutti e per assicurare che il calcio a livello di club sia riconosciuto dai decisori (federazioni e organi politici nazionali) come il collegamento più diretto ai tifosi e alle loro comunità.
La crescita delle adesioni all’Associazione è stata costante: ai 137 club aderenti nel 2008/09 se ne sono aggiunti col tempo circa un centinaio, formando il gruppo attuale di 230 membri. Essi rappresentano 54 federazioni affiliate all’UEFA e formano un Collegio composto da membri ordinari e associati.
La SSC Napoli, in tale contesto, è da sempre membro ordinario. In sua compagnia ci sono Juventus, Milan, Inter, Lazio e Fiorentina, mentre membri associati sono Roma, Sampdoria e Udinese. Chiunque può chiedere di associarsi, mentre lo status di ordinario si acquisisce in base al singolo coefficiente UEFA ed è concesso per una durata di due anni.
Al di sotto del Chairman e dell’Assemblea Generale, la struttura dell’ECA prevede un Comitato esecutivo composto da 15 membri. Esso prende decisioni in merito al lavoro svolto dai tre macro gruppi operativi:
- Panel di esperti
- Committees
- Gruppi di lavoro e task forces
Il Panel di esperti è una sorta di divisione trasversale in seno all’Associazione, in quanto discute e delibera di temi generali quali gli aspetti legali, le modifiche allo statuto e il fair play finanziario. I comitati (committees) lavorano invece per promuovere il calcio femminile e per discutere e concordare condizioni sociali e lavorative in collaborazione con la Commissione Europea.
I gruppi di lavoro, diversamente dalle altre due divisioni, vengono definiti dall’ECA come una pietra miliare della struttura organizzativa, in quanto offrono consulenza e supporto attivo non solo al consiglio d’amministrazione, ma anche ai rappresentanti dell’Associazione che partecipano ai lavori di Uefa, Fifa e Unione Europea. Il loro contributo è fondamentale e strategico per l’associazione. Essi si dividono in 5 aree tematiche:
- Competitions, che si occupa di gestione e controllo delle competizioni di club in collaborazione con Uefa e Fifa;
- Finance, che affronta tutte le questioni relative alle finanze dei club, al fine di ottimizzare l’allocazione delle risorse e la gestione delle attività;
- Institutional Relations, al quale è demandato il compito di rafforzare la posizione e la rappresentanza dell’ECA tra i vari attori del calcio europeo;
- Marketing & Communication, al quale spetta la supervisione del marketing applicato al calcio, la comunicazione e la promozione dei club e la definizione di una strategia coerente e aggiornata sulle opportunità commerciali;
- Youth, il cui ambito operativo gira intorno alla gestione e lo sviluppo dei settori giovanili.
E’ qui che la SSC Napoli ha compiuto il vero salto di qualità, tanto in termini relazionali quanto di prestigio. Attraverso il sostegno ad Andrea Agnelli, De Laurentiis si è garantito la poltrona di Chairman del gruppo di lavoro Marketing & Communication. Con la precedente gestione, l’unico ruolo concesso ad un membro del sodalizio partenopeo è appartenuto ad Andrea Chiavelli, semplice membro del gruppo Finance.
A questo discorso va aggiunta la componente sportiva, senza la quale gli azzurri non sarebbero lì dove sono oggi. Il Napoli è ormai una realtà importante del panorama europeo. Con l’inizio della nuova stagione ha scalato ulteriori posizioni nel ranking Uefa per club, scalzando niente meno che il Manchester United e portandosi in quattordicesima posizione. In pochi centesimi di punto si sgomita ormai con Chelsea e Porto, non lontani dal Benfica (battuto due volte l’anno scorso) che occupa la decima piazza.
Il Napoli sta per entrare a tutti gli effetti nell’Olimpo del calcio mondiale. Fermarsi adesso? Nemmeno per sogno!