Il settimo 2° posto della storia in Serie A ha il sapore amaro dell’occasione persa di riportare il tricolore dopo ben 28 anni all’ombra del Vesuvio ma induce ad una riflessione storico-statistica necessaria per ricordare come si sono comportati gli azzurri nelle stagioni precedenti che hanno portato allo stesso risultato.
Stagione 1967-68: il Napoli di Gioacchino Lauro con Dino Zoff in porta, chiuse il torneo al secondo posto con 37 punti avanti di una lunghezza sulla Juve ma distante ben 9 punti dalla capolista Milan, miglior risultato nella storia del club fino a quel momento. Brevissimo il cammino in Coppa Italia, con l’eliminazione al secondo turno contro il Torino, mentre in Coppa delle Fiere una rocambolesca eliminazione per mano dell’Hibernian pone fine ai sogni di gloria continentali.
Stagione 1974-75: Ferlaino presidente, Vinicio in panchina, Zoff e Altafini ex e “cuori ingrati”. A vincere è la Juve, con soli due punti di vantaggio, frutto dei due scontri diretti vinti. In Coppa Italia l’undici di capitan Juliano va fuori nel girone di semifinale mentre in Coppa UEFA è il Banik Ostrava a mettere fine all’avventura azzurra negli ottavi di finale.
Stagione 1987-88: al timone c’è sempre l’ingegnere ma a distanza di 13 campionati questa piazza d’onore è rammaricante perchè avrebbe consentito un bis dopo il primo sigillo storico della stagione precedente. La rimonta del Milan degli olandesi, le crepe nello spogliatoio tra Bianchi ed i senatori, il gol di Butragueno al San Paolo nel return match in Coppa dei Campioni e l’eliminazione ai quarti di finale di Coppa Italia per mano del Toro di Gigi Radice sono state le pecche di una stagione che per Maradona e compagni era iniziata sotto i migliori auspici.
Stagione 1988-89: fuori ampiamente dalla lotta scudetto stravinto dall’Inter, mister Bianchi può concentrarsi sulle Coppe e manca di un soffio uno storico double. Trionfo in Coppa UEFA ma Coppa Italia svanita nel return match di Marassi contro la Sampdoria che ribalta l’1-0 del San Paolo. In campionato il Milan resta indietro di un solo punto.
Stagione 2012-13: il testa a testa tra Napoli e Juve ha un antipasto amaro ad agosto a Pechino con la celebre Supercoppa e le espulsioni di Pandev e Zuniga. In campionato i bianconeri si garantiscono il titolo tra febbraio e marzo mentre i gol di Cavani tengono dietro il Milan dall’assalto alla piazza d’onore conquistata con 3 turni di anticipo che sancisce l’addio in panchina di Mazzarri. In Europa League il cammino si interrompe meritatamente ai sedicesimi contro il Viktoria Plzen, mentre in Coppa Italia gli azzurri da detentori del titolo vanno fuori al primo turno in casa contro il Bologna.
Stagione 2015-16: chi pensava ad un ridimensionamento con Sarri al posto di Benitez è costretto a ricredersi subito. Record di punti e di reti, titolo di campione d’inverno dopo ben 25 anni ma un big match perso al fotofinish che toglie energie fisiche e mentali e per poco non scippa anche il secondo posto conquistato dalla rimonta della Roma grazie a 3 vittorie consecutive ed al record di gol di Higuain in campionato. In Europa League e Coppa Italia la corsa si ferma rispettivamente ai sedicesimi e nei quarti.
In conclusione il dato è chiaro: fatta eccezione per la stagione 1967-68, ogni volta che il Napoli ha lottato per lo scudetto ha dovuto rallentare la corsa nelle altre competizioni. L’unico secondo posto con una piacevole appendice è stato possibile soltanto perchè ampiamente lontani dalla corsa per il tricolore.