La conferenza di Ancelotti ha svelato molte cose sulle operazioni di mercato del Napoli, che ha mantenuto una strategia, almeno fino ad ora, essenzialmente uguale a quella delle passate stagioni.
L’elemento della continuità è quello che emerge chiaramente dall’azione del club di De Laurentiis che ha mantenuto praticamente inalterata l’intera rosa azzurra, eccezion fatta per la partenza ormai imminente di Jorginho.
Eppure nemmeno un mese fa erano tantissime le voci di smembramento del gruppo azzurro orfano del suo “Demiurgo”, Maurizio Sarri, congedato dal club e destinato ad altri lidi.
A maggio lo scenario era più o meno questo: il tecnico toscano, forte dello strepitoso percorso che ha condotto il Napoli ad un tiro di schioppo dal tricolore, era corteggiato (sempre secondo i media) da mezza Europa,addirittura su di lui sembrava ci fossero Bayern Monaco, Barcellona e Chelsea (dove poi probabilmente finirà).
I suoi dubbi erano quelli di non poter garantire al Napoli un percorso di crescita, in quanto c’erano “troppi calciatori importanti a rischio clausola” e, a suo avviso, difficilmente rimpiazzabili se non con esborsi fuori portata per un club del livello del Napoli.
Rispetto al suo arrivo, tre stagioni prima, allorché il Napoli rappresentava per il tecnico ex Empoli un punto d’approdo, si era praticamente capovolta la situazione: sembrava quasi che il Napoli fosse diventato un peso, una zavorra, per le legittime aspirazioni di un tecnico bravissimo che aveva incantato l’Europa col suo calcio.
Il colpo di coda di De Laurentiis, che è passato in pochi giorni da “vittima” a “carnefice” e la felice intuizione di puntare su un tecnico di caratura mondiale come Ancelotti, ha poi sovvertito gli scenari.
Oggi, all’11 luglio, il Napoli è appena partito per il ritiro in Val Di Sole, ha presentato il suo nuovo e illustre “manico”, quel Carlo Ancelotti che in quanto a palmarès è uno dei primi tre coach al mondo e si ritrova in rosa con tutti quei calciatori che sembravano sul punto di salutare, dopo l’addio di Sarri: Albiol, Callejon, Hamsik, Mertens,
Contrariamente ai dubbi di Sarri, tutti i “big” sono rimasti in maglia azzurra ed è rimasto anche Piotr Zielinski, l’uomo che più di tutti riscontrava il gradimento del tecnico di Figline, su cui era forte il timore di offerte provenienti dei top club europei, mentre Raùl Albiòl ha addirittura prolungato il suo contratto di un altro anno col club azzurro, fugando ipotetiche tentazioni di ritorno in patria.
Alla notizia dell’arrivo di Carletto, con fulgida memoria ricordiamo la coda delle interviste rilasciate da molti procuratori dei calciatori in questione, tutti prodighi di elogi al Napoli e tesi a ribadire quanto i propri assistiti stessero bene a Napoli e fossero orgogliosi di poter lavorare con un tecnico di tale levatura.
L’operazione da parte di Aurelio De Laurentiis di portare un allenatore così titolato sulla panchina azzurra è stata magistrale anche per questo, perché la scelta di Ancelotti ha letteralmente bloccato la diaspora annunciata a suon di annunci un tantino precipitosi da parte delle testate più importanti.
Ad oggi sono partiti Reina (a fine contratto) e Jorginho, unico interprete del favoloso Napoli sarriano a non rappresentare per caratteristiche un tassello adeguato al tipo di calcio ancelottiano.
Nel contempo sono arrivati due nuovi portieri (Meret e Karnezis); un giocatore offensivo (Verdi) che potrà dare ossigeno a Callejòn e costituire una valida soluzione tra le linee in tutti i ruoli della trequarti; Fabiàn Ruiz, giovane talento spagnolo conosciuto e voluto da Carletto e Roberto Inglese (una valida alternativa in attacco e già di proprietà del club).
Allo scacchiere, per ora, manca solo un terzino destro, che sappia magari districarsi anche sul versante opposto ed almeno numericamente il mercato sarà chiuso. Con tutti (o quasi) i volti dell’ultimo Napoli di foggia sarriana ancora saldamente d’azzurro vestiti.