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Partenopeismi

Rapsodia polacca

Forti segnali di riscossa avvertiti al casello di Roma, riscontrabili negli apici di Arkadiusz e le folate di Piotr. Due profili poco chiacchierati, quasi dati per scontati durante le vicissitudini del mercato estivo, ma che sarebbe peccato mortale sottovalutare.

Curioso che il sogno estivo di una chimera uruguagia, abbia di fatto apposto in secondo piano due talenti di sangue gelido ma potenzialità smisurate. Due professionisti impeccabili, che ai piedi del Vesuvio hanno vissuto storie differenti ma con esiti analoghi: il primo costretto alla lungodegenza dopo un fragoroso exploit iniziale, il secondo spesso ridimensionato dell’eterno confronto gerarchico con l’allora complementare Hamsik; entrambi, all’esordio, accolti con entusiasmo relativamente contenuto, perché si sa, dopo che ti tradisce un argentino tutto il resto sembra solo un rimpiazzo; entrambi, poi, frenati nelle opportunità di brillare della propria luce, soffocata da avvicendamenti tecnici o circostanziali alla condizione fisica. Ma se proprio questa incompiutezza fosse la leva per la definitiva consacrazione?

IL GIGANTE GENTILE

Il gol “bissato” contro la Lazio rappresenta la perfetta immagine del Milik calciatore: un ragazzo costretto a dimostrare sempre più del dovuto per poter emergere. Alle difficoltà è abituato da sempre: chiamato a cancellare il ricordo di Higuain, penalizzato da due serissimi infortuni, accantonato dal presunto arrivo del messia Cavani, Arek ha lavorato sottotraccia per presentarsi pronto al momento opportuno, dove più conta. Sempre in silenzio, educatamente, affrontando il timore di ritenersi già umile comprimario di un redivivo Matador. Il frutto è stato un bottino di 11 reti in 33 presenze di serie A, non pochi considerando la labilità fisica con cui è stato costretto a convivere. La sensazione è che ora la strada sia in discesa, adesso è tempo di celebrazioni. Anche se la sua forza l’ha già dimostrata. Quella dei pochi che la buttano dentro in campo, e dei pochissimi che risalgono la montagna fuori.

DUTTILE, UTILE, UMILE

Su Zielinski calza l’appellativo di “riserva di lusso”; realtà canoniche in squadre d’alto lignaggio, insolite in una società che, giocoforza, ha come priorità il consolidamento economico. Un talento spendibile in diverse zone del reparto avanzato, soprattutto sulla corsia sinistra. Destino ha voluto che quel lato fosse giurisdizione di un insostituibile Insigne e di un Hamsik fondamentale alla manovra sarrista, nonostante qualche calo di ritmo ed un’autonomia limitata; difatti Piotr si è trovato spesso a “riempire” i 90 minuti del capitano subentrandogli con puntuale ciclicità poco dopo l’ora di gioco. Ciò gli ha concesso di accumulare parecchie presenze ma un minutaggio alquanto esiguo, nonostante le potenzialità espresse. A dispetto di ciò, è riuscito più volte a incidere nei pochi minuti che ha avuto a disposizione. Adesso che la concorrenza si è attenuata, il talento di Ząbkowice Śląskie avrà molto più spazio a disposizione per essere determinante. In modo essenziale e laconico, senza pestare i piedi a nessuno, accettando serenamente i dettami della nuova guida tecnica

LE VARIAZIONI DI CHOPIN

Il tempo può essere ancora un prezioso alleato, ora che i regimi tattici sarristi verranno dissipati in favore di Zielinski, augurandosi al contempo che i tempi bui di Milik siano definitivamente tramontati. Se lo meritano, i ragazzi. Meritano la piena libertà di esprimere un talento che, quando splenderà, placherà anche le polemiche su un mercato opportuno a detta di molti, ma insufficiente secondo altri.

Ancelotti, d’altronde, un re dell’est lo ha già incoronato. Con buona pace degli Higuain, dei Cavani e del Sud America che tutti aspettavano. A volte non si possono ignorare le variazioni di Chopin.

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Aspirante scrittore, ossessionato dal cinema, dal Napoli e dalla lettura. Precario emigrante in virtù dell’affitto da pagare.
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