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Partenopeismi

Una nuova pelle

Fiorentina prima. Stella Rossa poi. Due indizi fanno una prova. Il Napoli di Ancelotti sta iniziando ad abbandonare il 4-3-3 di Sarri e si proietta verso un nuovo ed incerto futuro.

IL PASSAGGIO AL 4-4-2 

Il tecnico emiliano, dopo la sconfitta con la Samp, ha deciso di cambiare modulo e ha proposto un 4-4-2 spurio in cui Zielinski non agisce propriamente da ala.

Le motivazioni di questo cambio sono molteplici e nulla hanno a che fare con la volontá di cancellare ció che di buono é stato fatto nella precedente gestione.

  1. Mancanza di un vertice basso di spessore. Diawara é ancora troppo acerbo e Hamsik non convince del tutto. Il Napoli sia con la Lazio, sia con il Milan, ha dato il meglio di sé quando ha cambiato modulo. Se Jorginho non si puó materialmente sostituire, meglio fare in modo che sia un sistema diverso a creare nuove alternative.
  2. Piú gol da Lorenzo. Togliere fase difensiva a Insigne permettendogli di essere piú incisivo negli ultimi 25 metri. Ha funzionato con la Fiorentina e solo la traversa di Belgrado ha evitato il bis.
  3. Aspettando Faouzi. Aprire un corridoio sulla fascia sinistra con Zielinski che agisce da mezzala liberando spazio al terzino sinistro che deve arrivare sul fondo e crossare. Questa mossa sembra essere fatta apposta per regalare a Faouzi Ghoulam un ritorno trionfale. Se l’algerino dovesse tornare in ottime condizioni, diverrebbe assoluto padrone della fascia sinistra. Per quanto riguarda Zielinski, il centrocampista polacco potrebbe beneficiare di questo ruolo alla Nedved e partire dalla sinistra per convergere ed entrare nel cuore dell’area avversaria.
  4. Democraticitá. Equilibrare le fasi di gioco con Insigne sulla destra a duettare con Callejon tenendo Hysaj piú bloccato rispetto a Mario Rui. Si attacca, quindi, da ambo i lati con una distribuzione piú equa del gioco.
  5. Un muro carioca. Una piú solida ed equilibrata fase difensiva con Allan a fare da schermo e una squadra che spesso si difende con il (4-1-4-1).

Piotr Zielinski

Ci sono, peró, alcune criticitá che vanno evidenziate.

  1. Manovra poco fluida. La squadra spesso dá l’impressione di pestarsi i piedi soprattutto negli ultimi 25 metri. La spaziatura appare abbozzata e la circolazione di palla ancora troppo lenta. Gli attaccanti vengono imbeccati spesso con colpevole ritardo.
  2. Sterilitá. Una conseguenza immediata é che si costruisce poco e si finalizza anche meno. 1 gol nelle ultime 3 sfide contro Samp, Fiorentina e Stella Rossa.
  3. Un uomo solo. Zielinski spesso e volentieri é avulso dalla manovra e chiuso in un imbuto. Il centrocampista polacco deve essere bravo a trovare spazio tra le linee per evitare di ricevere palla quando é spalle alla porta.
  4. Salvate il soldato Allan. Il centrocampista azzurro ha un valore enorme se agisce da schermo protettivo ma in fase di possesso deve essere aiutato e non lasciato solo in balia del pressing avversario.
  5. Chi accanto al guerriero brasiliano? Un rebus difficile da risolvere. Ancelotti con questo modulo deve essere bravo, a seconda delle esigenze della partita, a trovare il centrocampista che deve affiancare Allan nella manovra. Hamsik, Diawara e Fabián Ruiz hanno caratteristiche diverse e il tempo per sperimentare é pressoché nullo.

Tanti punti interrogativi, insomma, ed una rinnovata convinzione. Questa squadra deve dimostrare di essere camaleontica senza perdere quelli che sono gli elementi piú significativi della precedente gestione. Una metamorfosi che potrebbe regalare al Napoli una nuova pelle.

Il Toro é li che aspetta al varco. Meglio farsi trovare pronti. Da subito.

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Emigrante d’Irlanda con Napoli nel cuore. Scrittore cronico. Amante di cinema e letteratura.
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