Essere destinati a crescere non vuol dire avere la certezza di vincere.
E’ questa la critica che, sinteticamente, avanziamo a Carlo Ancelotti che, ieri, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Repubblica.
Ci siamo imbattuti in dichiarazioni condivisibili ma anche in qualche piccola bugia e qualche rischiosa autorete.
Ma andiamo con ordine.
Quali i concetti condivisibili? Innanzitutto quelli che vedrebbero il Napoli destinato a crescere, ad aumentare il suo potenziale il che, però, non è detto coincida con maggiori successi sul campo.
Eravamo certi che il Napoli stesse già lavorando e operando in ottica futura, avevamo intuito che l’asse portante della squadra fosse ben delineato, ma ci chiediamo: perché continuare a dare la speranza ai tifosi facendo riferimento ad un futuro vincente?
Ancelotti ha parlato di una Juventus che prima o poi allenterà la presa, di una squadra che prima o poi consentirà alle altre pretendenti di accarezzare il titolo nazionale.
Ma che certezze ha Carlo Ancelotti in merito?
Napoli è una piazza particolare, sovente ottusa e non vedente, accecata dall’illogica pretesa di vincere, desiderio delirante che distrugge ogni lucida capacità di apprezzamento di un’epoca più che positiva; perché, dunque, gettare altra benzina sul fuoco piuttosto che definire in maniera più realistica le aspettative concrete del Calcio Napoli?
Quella partenopea è una società modello, sia dal punto di vista finanziario che tecnico, ha sempre tenuto in ordine i conti ed ha sempre aumentato, anno dopo anno, il tasso qualitativo della squadra. E, soprattutto, è stata capace di far suo, con una certa continuità, quel secondo posto in campionato che, ai nastri di partenza, tutto era tranne che scontato.
Ma questo non consegna a nessuno la garanzia di vittoria. Il futuro potrebbe aprirsi a scenari più disparati: dalla perseverata egemonia della Juventus fino alla risurrezioni delle decadute Milan e Inter. Insomma, noi crediamo che ai tifosi si possa e si debba promettere un Napoli competitivo, lontano anni luce da quello che ha galleggiato insipidamente a metà classifica per decenni e che, con un colpo di fortuna non scontato, potrebbe anche avere l’occasione di portare un titolo a casa.
Ma sarebbe diverso parlare in questi termini, molto diverso.
Eh si, perché il tifoso manterrebbe i piedi a terra e non si troverebbe nell’illogica e paradossale condizione di essere scontento di una seconda posizione quasi messa in cassaforte a dieci giornate dal termine della stagione agonistica.
Ancelotti ha, invece, ancora una volta, cavalcato le onde presidenziali, quelle che hanno catapultato il buon Aurelio De Laurentiis in quella bolla di paradossale contestazione pronta ad esplodere alla prima occasione. Il messaggio di Carlo Ancelotti, alle orecchie dei tifosi, vuol dire che l’anno venturo si vincerà e, se ciò non dovesse accadere, il mister più titolato al mondo finirebbe dritto dritto a far compagnia al suo presidente nella bolla.
A quel punto si parlerebbe di tifosi troppo esigenti e lontani dalla realtà oppure di una società che si è scavata la fossa da sola?
Veniamo adesso alle potenziali piccole bugie.
Alla domanda: i big rimarranno tutti? Il mister ha risposto:
Certo, il Napoli non è costretto a vendere e tantomeno a realizzare plusvalenze
Questa, o è una grande bugia o una grande novità.
Perché anche le pietre sanno che il Napoli sino ad oggi si è cibato di plusvalenze, senza le quali, oggi, non sarebbe mai potuto essere quello che è.
E’ una bugia, oppure il Napoli stavolta ha intenzione di trattenere davvero tutti i big? E se così fosse, da quali fonti economiche trarrebbe il denaro per migliorare ulteriormente questa rosa?
Domande alle quali non abbiamo risposte ma, sulle quali, possiamo ragionarci un po’.
Facciamo i puntigliosi: Nella sua lunga intervista, Ancelotti ha esplicitamente citato Koulibaly e Allan, non Lorenzo Insigne. Per il primo, parole di enorme elogio, terminate in un perentorio:
Da qui non si muove
Crediamo ci sia poco da interpretare: il Napoli lo ritiene uno dei più forti al mondo nel suo ruolo, il calciatore è contento in città, l’ingaggio sarà adeguato al suo valore, e tutti vissero felici e contenti.
Su Allan non va fatto lo stesso discorso ma un discorso simile, si.
L’assalto natalizio respinto del PSG è un segnale. Il Napoli vuol tenerlo, tutto dipenderà dalla volontà del calciatore ma, le recentissime dichiarazioni del brasiliano, in tal senso, aumentano decisamente le chance di permanenza.
Relativamente a quale settore del campo mister Ancelotti non ha fatto nomi? L’attacco. Lasciandosi andare ad un laconico:
Abbiamo pedine di spessore
E’ solo un caso che non sia stato citato esplicitamente nessun calciatore? Oppure è l’apertura ad una cessione eccellente?
Non lo sappiamo. Di certo – però – le dichiarazioni di Carlo Ancelotti sono state sorprendenti.
Da un lato hanno eccitato la nostra fantasia: aprire la finestra del futuro e trovarsi davanti la permanenza di tutti i big e la conquista di trofei o titoli nazionali non è cosa di tutti i giorni.
Dall’altra ci ha preoccupato parecchio. Promesse di questo tipo, in una piazza come Napoli, possono tramutarsi in un rischiosissimo boomerang.