Lo abbiamo visto sul campo di Carciato il 14 luglio. Alle ore 9,30 esce dagli spogliatori del piccolo impianto di Dimaro-Folgarida un omone sommerso da applausi, si chiama Kostas Manolas.
La storia la conoscete già, non ci soffermeremo sulle dinamiche che lo hanno portato al Napoli. Ci limitiamo a dire che la società azzurra ha fatto un piccolo miracolo economico: al netto della cessione definitiva di Diawara alla Roma il greco è costato poco più di 11 milioni di euro.
Lo vediamo calpestare l’erba per la prima volta dal vivo, il passo e la postura già dicono tanto: sicurezza, convinzione di sé sono i messaggi che sprigiona il suo corpo.
Colpisce anche l’atteggiamento nei confronti dei compagni: gioviale, allegro, chiacchierone, aperto. Sembra un veterano.
Comincia l’allenamento e si accende un macchinario nuovo, si chiama aggressore di caviglie. L’aggressore è Kostas Manolas, le caviglie sono quelle dei malcapitati di turno.
Al Napoli mancava tremendamente un difensore così. La ferocia con cui il greco aggredisce l’avversario è impressionante. Ci resta impresso un episodio in particolare: in partitina Verdi tiene palla e viene aggredito da Manolas, quest’ultimo riesce a fermare l’ex Bologna che però cade a terra proteggendo sotto il proprio corpo il pallone. Il greco non si accontenta dell’interruzione dell’azione offensiva, persevera nella sua aggressione fatta di calci al pallone ripetuti, terminati in una sorta di capriola finalizzata all’estirpazione completa del pallone dai piedi di un attonito Verdi.
Insomma, Kostas Manolas è un mastino vero, possenza e determinazione sono le caratteristiche principali.
E non bisogna sottovalutare nemmeno il fatto che si tratti di un calciatore che ha una stazza fisica importantissima che, in quanto tale, ha bisogno di tempo per acquisire ritmo e brillantezza. Vederlo al suo esordio già così dinamico è un qualcosa che ci ha notevolmente entusiasmato.
Almeno quanto il carisma palesato.
La sera in cui siede accanto a Mertens e Insigne per rispondere alle domande dei tanti tifosi accorsi nella piccola località trentina, abbiamo visto un leader assoluto.
Un ragazzino tinto d’azzurro, alle spalle di una transenna stipata di tifosi, gli chiede: Cosa potrai imparare accanto ad un grande calciatore come Koulibaly? La risposta del greco sorprende per straordinarietà:
“Potrò imparare tanto, ma anche lui potrà imparare da me”
Una riposta pregna di personalità a cui, francamente, non siamo abituati.
Un temperamento evinto anche da un’altra sorprendente dichiarazione:
“Non ho paura di niente, anche quando sono arrivato a Roma ho sostituito un certo “Benatia”
Il manubrio difensivo c’era già. Adesso il Napoli sa a chi farlo manovrare.