Siamo spiacenti ma l’analisi della partita non può che essere impietosa. Un pareggio maledetto. Una prestazione sconcertante. Eh no, non cadiamo nel solito tranello di chi giustifica tutto e tutti. Non cadiamo nel tranello di chi si appella ai legni (che altro non sono che indice di scarsa luciditá da parte degli attaccanti). La prestazione del Napoli è stata pessima. Nulla quaestio. E il primo che dovrá rispondere di questo lassismo generale e di questa confusione tattica è Carlo Ancelotti che ha avuto un anno e mezzo per assemblare una squadra che spesso e volentieri sembra in balia dei venti.
Una squadra senza nerbo, una squadra senza un filo conduttore. Una squadra che egli stesso fa e disfa a piacimento. Una squadra che con questo pareggio mette tutto in discussione.
I legni, dicevamo. Beh. Nel primo tempo il Napoli meritava sicuramente di passare in vantaggio ma va detto con la massima onestá intellettuale possibile che le occasioni vanno sfruttate. E avere un Milik o avere un 9 vero fa tutta la differenza del mondo. L’attaccante polacco pecca sempre di cattiveria sotto porta, non si capisce quale sia esattamente il suo ruolo e potrebbe diventare un caso se non si sblocca. Llorente scalpita e mette pressione.
Le prestazioni dei singoli. Malissimo Allan (copia sbiadita del guerriero dell’anno scorso). Male Lozano (che inizia a preoccupare). Il messicano appare spaesato. Non sembrerebbe aver trovato ancora una corretta posizione in campo. Il centrocampo praticamente assente.
A prescindere dalla prestazione dei singoli, la cosa che più preoccupa è la mancanza di cattiveria agonistica di questa squadra. Il Napoli si specchia in se stesso e spesso e volentieri non riesce ad attingere ad extra risorse per vincere partite che prendono una piega sbagliata. Spesso la squadra dá la sensazione di credere che la vittoria arrivi per diritto divino. Un male imperdonabile per giocatori che non hanno praticamente vinto nulla.
Insigne out – Scelta tecnica. Beh, mettere in tribuna il capitano ci può stare in una squadra di questo livello, ma il problema, però, è che al suo posto ha giocato Fabian Ruiz e non Younes o Zielinki. Lo spagnolo ha sofferto le folate offensive del terzino avversario creando non pochi problemi a Mario Rui prima e Malcuit poi. Una scelta di Carletto sbagliata sotto tutti i punti di vista. Non si sa come il talento di Frattamaggiore prenderá questa esclusione. Speriamo solo che il caso (che probabilmente esiste solo per i media), possa rientrare quanto prima.
Il calcio è bugia. Sì, ma fino ad un certo punto. Siamo stufi di ascoltare dichiarazioni post partita che non rispecchiano per nulla l’andamento in campo. Questa squadra pecca di cattiveria, di rabbia agonistica. E le dichiarazioni di Ancelotti sono snervanti. Questa prestazione va censurata senza se e senza ma. Non bisogna dare alibi a questo Napoli che rende molto di più quando è sulla graticola.
Infortuni – Improvvide le dichiarazioni dei preparatori atletici del Napoli all’indomani della sfida con il Liverpool. La squadra non sembra in una condizione fisica straripante e sta perdendo pezzi importanti ad ogni partita (stasera toccato a Mario Rui, con il Brescia a Maksimovic).
Credito finito. Cambi eccessivi non solo negli uomini ma anche nei ruoli. La squadra appare confusa. Non sa come giocare e cosa fare. Non capiamo francamente perchè il tecnico emiliano si ostini a cambiare così tanto e a confondere le idee più alla sua squadra che agli avversari.
Ancelotti, chiamato a portare un cambio di mentalitá in questo Napoli, non è riuscito sinora ad incidere. Noi conosciamo le leggi del calcio e sappiamo benissimo che nel calcio il passato non conta. Sic transit Gloria mundi. Conta il presente e ciò che si propone quotidianamente. Quindi, Carlo, il credito è finito. Diciamo questo perchè partiamo da una considerazione: questa è senza ombra di dubbio la rosa più profonda e completa che il Napoli abbia avuto negli ultimi 30 anni. Aspettiamo e crediamo che Ancelotti possa fare la differenza. Altrimenti saremmo costretti ad analizzare la sua stagione con luciditá e senza isterismi ma nemmeno con quell’eccessivo timore reverenziale che toglie responsabilitá ad una figura tanto imponente da meritare tutte le pressioni del caso.