Ad Anfield 11 mesi fa finì anticipatamente la prima stagione del Napoli targato Ancelotti ed oggi, sempre dal tempio di Liverpool, può invece ripartire la seconda stagione azzurra del tecnico di Reggiolo.
Il pareggio in terra inglese, insperato, viste le premesse della vigilia, mette Koulibaly e compagni nella condizione di giocare con due risultati su tre nell’ultimo turno casalingo contro il già eliminato Genk: insomma, note positive dalla gara sulla carta più difficile della stagione, contro i campioni d’Europa in carica che, vale la pena ricordarlo, ha perso finora soltanto al San Paolo.
La notte di Anfield pone un interrogativo evidente: può una squadra essere così brutta in campionato quanto compatta e cinica in Europa? Ebbene, è arrivato il momento di smentire questo dato e riportare i tre punti in campionato che mancano ormai dal 19 ottobre.
Intanto ripartiamo da quanto di buono visto a Liverpool, in primis, da quello spirito da “provinciale” che tanto bene ha fatto contro l’undici di Klopp, arginato a dovere per i primi 45′ e colpito nel momento in giusto con la più classica delle armi tattiche italiane: quel contropiede mortifero di Mertens sul filo del fuorigioco.
Difesa a 3 o a 4 poco importa. Quello che conta è aver visto Manolas non far rimpiangere Albiol e aver riscontrato una buona continuità di rendimento di un Maksimovic che pare finalmente essere a proprio agio.
Per Di Lorenzo gli aggettivi si sprecano: al debutto in Champions League non sfigura affatto, tra l’altro in un palcoscenico come quello di Anfield, raccogliendo applausi a scena aperta, concedendo ad Ancelotti il lusso di tenere in panchina nientemeno che Callejon, forse il più colpito dalla crisi squadra-società.
Scintillante anche Allan nuovamente in formato monstre, supportato a dovere da Zielinski e Fabian, dona nuovo vigore alla mediana azzurra: dalla grinta del brasiliano bisognerà ripartire per risalire la china in campionato.
Unica nota dolente della serata l’esultanza “debole” di Mertens al gol del momentaneo vantaggio che fa il pari con quanto visto sabato a San Siro dopo il vantaggio di Lozano: ritrovare gioia ed entusiasmo è un dovere morale di questa squadra ma anche di una società che è ancora in tempo per ricostruire i pezzi di un giocattolo obiettivamente rotto e che sta facendo svanire l’entusiasmo già vacillante dei tifosi.