Che il risultato non inganni: partita vera fu. Almeno per la prima mezz’ora, dove un coriaceo Crotone ha provato a livellare la differenza tecnica con gli avversari.
Bisogna essere onesti, dopo le due occasioni fallite da Petagna si erano già fatti strada i fantasmi del Napoli supponente e svagato che sovente è sceso in campo negli ultimi tempi. Ma, stavolta, si è palesata una variabile a sparigliare le carte, che tanto variabile non è: la classe. Riassunta con l’elegantissima apertura di Zielinski e sublimata dalla parabola a effetto di Insigne.
L’espulsione di Petriccione ha incanalato la gara su binari preimpostati, facilitando il controllo del campo da parte degli undici di Gattuso. Una fortuna, considerando anche la “distrazione” del match di Europa League. Fortuna però cercata e meritata, perché il Napoli ha finalmente creduto in se stesso, non si è lasciato deprimere dalle occasioni sbagliate sullo 0-0, continuando a sfruttare il divario tecnico tra le due compagini. Le tre reti successive sono quasi conseguenza naturale della crescita progressiva dei partenopei.
È presto per capire se questa partita cementerà consapevolezza nel cammino azzurro, ma di sicuro la gara di oggi era tutto meno che “abbordabile”, perché molte, troppe volte abbiamo visto il Napoli steccare sfide ampiamente alla portata, vuoi perché meno ispirati, vuoi perché distratti da impegni europei, vuoi anche per dissidi interni allo spogliatoio.
Quattro reti all’ultima della graduatoria erano auspicabili, ma non scontate. Per cui, vanno celebrate con uguale entusiasmo del recente poker ai capitolini. Entusiasmo che dovrà guidare l’undici di Gattuso anche per andare a prendersi una qualificazione europea che tanta motivazione darebbe all’ambiente.
In attesa degli iberici, resta solo da prenderci tutto ciò che di positivo lo Scida ci ha lasciato intravedere: impegno, costanza e consapevolezza. Basterebbe lavorare su questo, tutto il resto c’era già prima.