Giacomo Raspadori è una prima punta brevilinea, agile e veloce, che sa adattarsi anche al ruolo di seconda punta e, seppur senza entusiasmo, anche a quello di esterno d’attacco.
Dotato di buona tecnica, è abile sia in fase realizzativa che negli assist ai compagni. E’ bravo ad attaccare la profondità, spesso viene incontro alla palla per cucire il gioco sulla trequarti, dimostrando un’ottima sensibilità nel gioco corto e una buona visione di gioco.
E’ ambidestro, si distingue anche per l’intensità con cui si muove tra i difensori avversari per creare spazi ai compagni, oltre che per il buon fiuto del gol, che gli consente di giocare da prima punta, nonostante una stazza ridotta per il ruolo che lo rende una punta atipica.
Giacomino è un calciatore talentuoso, giovane e ambizioso.
Ma è da Napoli? Dipende.
Il profilo è quello giusto.
Non un calciatore fatto, non un calciatore arrivato ma un calciatore che, dopo aver creato basi solide su cui costruirsi, è pronto a sbocciare.
Sbocciare vuol dire esplodere, affermarsi, consacrarsi.
Vuol dire dare un contributo tecnico importantissimo alla squadra per cui giocherà; vuol dire premiare questa stessa società con una importante plusvalenza allorquando il calciatore, nella speranza sia riuscito a mettersi in mostra in maniera ancor più corposa, desidererà cambiare aria per fare un ulteriore salto di qualità.
Il Napoli lavora così. Il Napoli deve lavorare così.
E, checchè se ne dica, lo sa fare anche molto bene.
E allora, la controindicazione di questo probabile acquisto può essere solo una: la valutazione del calciatore.
Se si alza troppo, riduce eccessivamente i margini di plusvalenza rendendo sostanzialmente vana la sua acquisizione.
Attenzione, questo non vuol dire che al Napoli interessi solo l’aspetto economico e non quello tecnico.
La società – e lo ha dimostrato ampiamente – lavora su due tavoli: da un lato quello della valorizzazione dei suoi tesserati e all’innalzamento del loro valore d’acquisto futuro; dall’altro, l’apporto di un contributo tecnico finalizzato all’innalzamento della qualità generale.
In soldoni, il Napoli porterà a casa Raspadori solo se sarà capace di pagarlo al suo prezzo.
Quelle che vivono in questi giorni sono normali schermaglie di mercato, ognuno fa il suo gioco e, quello del Sassuolo, è ovviamente al rialzo. Compreso il presunto inserimento della Juventus.
Presunto, si.
Perché se la Juventus avesse voluto avere in rosa un calciatore come Raspadori avrebbe tenuto Dybala.
Perché un calciatore come l’attuale Sassuolo tatticamente poco si sposa con l’acquisizione già avvenuta di Di Maria e i già presenti Vlaovic e Chiesa, a meno che non lo si voglia considerare come il vice-Vlahovic.
Eventualità molto remota. Non è credibile che un calciatore Raspadori, desideroso di affermarsi ed esplodere, vada a fare la riserva del serbo.
Il Sassuolo sa bene che è pericoloso tirare la corda. Rischierebbe di trattenere per un altro anno un calciatore grato ma scontento.
Il Napoli sa che questo è un fattore importante a suo vantaggio.
Tenere duro e non cedere a strumentazioni dialettiche e comunicative tipiche delle trattative.
Questo deve essere il compito del Napoli. E così sarà.