“Tra febbraio e marzo è venuto da me il fratello e mi ha detto che Gonzalo voleva andar via, non voleva più giocare con noi perché nel Napoli non ci sono giocatori importanti. Poi mi ha detto anche altre cose che non voglio riferire perché altrimenti succede un casino ed andiamo avanti per una vita con le cause ed inoltre perché creerei anche dissapori all’interno della mia squadra”
Questo è uno stralcio dell’intervista rilasciata da De Laurentiis al Corriere dello Sport-Stadio nell’ottobre scorso, prima della gara interna con la Roma.
“Le priorità in una giornata di lavoro non sono solo Gonzalo Higuain, ma ce ne sono migliaia. A più riprese abbiamo contattato il signor Nicolas, e lui verso il mese di gennaio ha cominciato a dire ‘tu non ha una squadra forte’, allora io rispondevo sempre ‘è strano, tu non hai fiducia in tuo fratello e lo offendi’. Lui mi disse ‘no ma lui non vuole giocare con tizio’ ed era un giocatore straniero che sta militando ancora con noi e sta lavorando benissimo, e poi mi disse non vuole giocare neanche con caio. Allora gli dissi ‘tu credi che il giocatore faccia il risultato?”
Tra le altre, questa è la dichiarazione che ha fatto più rumore nella lunga intervista pubblicata ieri di Aurelio De Laurentiis a BeIn Sport e che fa il paio con la prima esternazione, quella dell’ottobre scorso.
Il presidente parla di Gonzalo Higuain, ancora lui, lo fa svelando al giornalista il “dietro le quinte” di una vicenda che ha fatto clamore, evidentemente, anche all’estero, se è vero che ancora se ne parla: il tradimento di Re Gonzalo, il suo voltafaccia al Napoli e l’adulterio consumato proprio con quella Vecchia Signora, con cui chi tiene ai colori azzurri non va proprio d’accordo.
Oggi De Laurentiis serve in pasto alla stampa e alla ribalta mediatica una vicenda che è ormai acqua passata: Higuain è felice della sua nuova vita a Torino, il Napoli si è ormai ricostruito nell’anima e sul campo, perché tirare in ballo ancora una storia non più d’attualità?
Non avrebbe alcun senso, in effetti, se non fosse che siamo nella settimana che ci porta dritti al Bernabeu per l’andata degli ottavi di finale di Champions League. Che c’entra la gara col Real Madrid con la dichiarazione di De Laurentiis? Siamo davanti ad un chiaro esempio di strategia della comunicazione da parte del proprietario del Napoli? Forse, si.
Ricapitoliamo: De Laurentiis, ad ottobre, intervistato dal Corriere dello Sport si lascia scappare qualcosa, poi ritratta e si ferma perché, dice, farebbe scoppiare un putiferio all’interno del suo spogliatoio. Dopo qualche mese, intervistato da BeIn Sport, riprende il discorso, ma stavolta non si ferma, anzi rincara la dose.
Prima parla della doppia anima nell’entourage di Higuain, l’una più incline ai sentimenti, l’altra più calcolatrice e venale, poi lancia la stoccata che arriverà fin negli spogliatoi di Castel Volturno, facendo riaffiorare la storia secondo cui Higuain non voleva avere come compagni in campo due calciatori che sarebbero nell’attuale rosa del Napoli.
Perché farlo ora? Ci viene da pensare che lo abbia fatto per due ragioni, la prima strettamente correlata alla squadra: stuzzicare, anzi sfruculiare per meglio dire, l’orgoglio dei ragazzi di Sarri, alla vigilia del match dei match, della partita che ogni giocatore in attività sogna di giocare nel momento in cui inizia ad approcciarsi al calcio.
“Quindi di chi parlava Gonzalo? Di me, di te, di chi?” si chiederanno nello spogliatoio azzurro, la reazione dello sportivo, di un gruppo unito come quello che Sarri ha forgiato dopo un anno e mezzo di lavoro può essere una soltanto: correre, giocare e vincere. Una sorta di propellente in vista di una gara che può valere non soltanto una stagione, ma forse la storia stessa, come poi lo stesso De Laurentiis, non a caso, aggiungerà nel corso dell’intervista:
Credo che tutte le squadre debbano temere la squadra rivale. Il Napoli ha più fame del Real Madrid che ha vinto di tutto e di più, e che in fondo viene dall’essere il campione della scorsa stagione. Se il Real Madrid dovesse perdere lo scettro, ed anche se dovesse battere il Napoli non è detto che poi riuscirebbe a vincere ancora, non sarebbe un dramma. Per il Napoli vincere sarebbe un atto eroico, ci sono partite che valgono più di un campionato o tutta la competizione.
L’altro motivo è prettamente e propriamente strategico, di mourinhana memoria, per chi ricorda le esternazioni dello Special One allorquando voleva distogliere pressione dalla sua squadra. De Laurentiis ripropone lo spartito con la dovuta arguzia e attira su di sé le attenzioni ed il clamore mediatico che altrimenti si sarebbero riversati esclusivamente sulla squadra.
Un De Laurentiis nelle vesti di motivatore e di fine comunicatore non è poi un’immagine così lontana dalla realtà dei fatti.