A volte una conferenza è più di una conferenza. E ci sono interviste che non sono le solite interviste.
In un mondo dove spesso le parole sono involucri vuoti, il tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, regala un’alternativa comunicativa anomala: parole ‘vere’, parole che “dicono” qualcosa, riappacificando l’universo linguistico con una prospettiva di desaussuriana memoria.
Sono passate ore dalle dichiarazioni dopo la vittoria di Benevento e la sensazione che ne è scaturita è di quelle forti, perché ci abbiamo pensato bene prima di scrivere qualcosa in proposito. Eppure col passar delle ore quelle parole acquisiscono ancora più vigore e smalto, diventano quasi autentiche rivelazioni, perché “spiegano” la realtà, la denudano ai nostri occhi e lanciano schizzi di verità verso l’orizzonte del Napoli.
La prima verità riguarda il mercato, autentico campo minato ed in passato fucina di dubbi e nuvole gettati a mo’ di ombra sul rapporto con De Laurentiis:
“Io lavoro con un fuoriclasse che è Giuntoli, quindi accetto tutte le sue decisioni. Ha preso decisioni da uomo vero. Poteva uscirne comprando uno a caso, ADL era fortemente intenzionato a spendere, ma ha preferito non comprare a caso e assumersi responsabilità piuttosto che mettere in difficoltà me su un giocatore non adatto. E’ stato fenomenale e con le palle nella scelta”.
Chiaro no? Protegge Giuntoli. Ma Giuntoli è il ds del Napoli, ne consegue che protegga il Napoli, fa quadrato insomma, parla da tecnico “aziendalista” ed addentrato nel progetto della società. Nel farlo distrugge anche la leggenda metropolitana di una proprietà poco generosa, perché dice senza usare perifrasi di rito che De Laurentiis voleva spendere soldi, tanti. Ma non finisce qui…
“Con Napoli è un affetto reciproco, sarà uno dei motivi che mi faranno decidere, nel bene o nel male. Mettersi nelle condizioni di non poter dare tutto a questo popolo… io farei fatica. Se il ciclo va avanti il problema non si pone nemmeno. Non è un discorso di clausole”.
Ufficializza il suo affetto per la città e dipana il concetto “srotolando” le sue riflessioni sul futuro. Non contano le clausole, l’incubo ricorrente e lo spettro su cui si focalizzano le incertezze sul futuro dell’allenatore azzurro. Contano piuttosto le intenzioni del club di crescere, di impostare un piano di crescita, di continuità programmatica.
Ed aggiunge:
“Il contratto c’è, prevede della clausole, il presidente vorrebbe negoziarle, ma l’unica clausola che conta è che io non consideri il ciclo finito o meno. Se considero che il ciclo può proseguire il problema non si pone neanche”.
Il Napoli sta rinnovando i contratti a tutti i protagonisti di questo triennio sarriano, sono freschi gli accordi per Allan e Chiriches, come è fresca la volontà di rivedere ancora il contratto di Mertens dopo appena pochi mesi. Le intenzioni sono piuttosto chiare, in proposito. Difficile che qualcuno possa andare via, se non arrivano offerte strabilianti (per quanto non improbabili) durante la prossima estate. Il club sta effettivamente blindando uno ad uno i “suoi” uomini, quindi ci sono tutti gli elementi perché Sarri dica ancora di sì.
Alla Domenica Sportiva parla finanche dell’incontro con il presidente di qualche settimana fa a Figline, facendo intendere che il discorso è già impostato per larghi tratti:
“Aurelio un mese fa circa mi ha detto di voler cambiare il contratto per eliminare le clausole. Non so come sia venuto fuori che abbiamo appuntamento venerdì perché noi saremo in ritiro quindi è impossibile ma tra 15 giorni ci vedremo e valuteremo se togliere queste clausole”
La sensazione, suffragata da fatti e dichiarazioni dei diretti interessati è che il Napoli, in questo momento, stia pianificando in maniera seria il suo futuro. C’è un campionato da portare avanti, inseguendo un sogno. Ma l’impressione è che dietro questo sogno, ci siano persone concrete, che lavorano seriamente per renderlo duraturo e non solamente una splendida ed isolata avventura.