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Nuovo ciclo vs Patto 2.0

Siamo nel pieno del Toto-Sarri, della girandola mediatica del Sarri resta- Sarri va, con il Napoli di fronte all’ennesimo, inevitabile bivio della sua storia recente. Più che avventurarci nel gioco del resta o va via, che ci appassiona relativamente, è interessante, invece, soffermarsi sui motivi che sono alla base dei dubbi di Sarri.

“Devo pensarci e discuterne con la mia famiglia, so che De Laurentiis ha bisogno di una risposta rapida. Se resto vorrei avere la possibilità di ripetermi, ma abbiamo big con clausole troppo basse. Allenare un’altra italiana? Immediatamente non potrei, il ricordo di Napoli sarebbe troppo forte”

Nel dopo partita, a domanda precisa questa è stata la risposta del mister. Sarri dice di dover valutare con la propria famiglia prima di prendere una decisione (un trasferimento all’estero non è mai una cosa semplice), poi fa riferimento esplicito a calciatori importanti dell’attuale gruppo azzurro con clausola troppo basse per poter pensare poi di prendere calciatori di uguale valore.

Vediamo quali sono i calciatori del Napoli che hanno nel proprio contratto delle clausole “risolutorie”:

Zielinski 65 milioni
Rog 60 milioni
Maksimovic 55 milioni
Hysaj 50 milioni
Chiriches 50 milioni
Ghoulam 38 milioni
Mertens 28 milioni
Callejon 20 milioni
Albiol 5 milioni

Se togliamo i “giovani” Rog, Hysaj, Zielinski, che tra l’altro hanno clausole anche piuttosto alte o Maksimovic e Chiriches, uno in prestito allo Spartak Mosca e l’altro “rincalzo” dell’undici titolare restano quattro calciatori: Ghoulam, Mertens, Callejon e Albiol.

Per Ghoulam il discorso non si pone, in quanto parliamo di un calciatore fermo per tutta la stagione per due gravissimi infortuni, per cui risulta difficile pensare che una squadra europea possa spendere 38 milioni di euro senza verificarne almeno la tenuta fisico-atletica al ritorno all’attività agonistica. Il “nodo”, semmai, sembrano essere gli altri tre, i due spagnoli ed il belga.

“Non è che si può dire andiamo avanti e riproviamo con questo gruppo, perchè non so se questo gruppo potrà rimanere tutto insieme. Sappiamo che ci sono delle clausole, a quelle cifre è difficile sostituire i big. Se perdi Mertens a 28-30 milioni non trovi uno così ad una cifra di quella levatura. Se perdi Albiol a 7-8 milioni vai pagarne 70 per dei centrali che non valgono Albiol. E allora uno si preoccupa.”

Sarri si riferisce proprio a questi tre nomi, nel suo discorso, tre calciatori che sono stati punti fermi del suo progetto tecnico, tanto che, dati alla mano, risultano tra gli elementi maggiormente utilizzati per minutaggio, nel caso di Callejon, addirittura, parliamo di un elemento sempre in campo dal primo minuto. 

Si tratta di tre calciatori che hanno clausole “alla portata”, che verosimilmente hanno richieste da altri club ed in tutti e tre i casi Over 30 (Mertens 31 compiuti in questo mese, Callejon 32 il prossimo febbraio, Albiol 33 a settembre).

Il Napoli ha, da sempre, una politica molto chiara, già peraltro ampiamente aggirata con l’ultimo calciomercato (deroga concessa proprio a Sarri), per cui un calciatore che ha compiuto un ciclo di 3/4 anni, portato al massimo della sua valutazione poi viene ceduto, per far cassa ed investire in prospetti più giovani. 

I tre in questione sono reduci da un quinquennio col club azzurro, arrivati con Benitez hanno compiuto un ciclo piuttosto lungo in maglia azzurra. E’ facile presumere che il discorso tra Sarri e De Laurentiis si sia inceppato proprio su questo aspetto, almeno a giudicare dal riferimento fatto dal tecnico ieri.

Per Sarri questi tre calciatori sono “pilastri”, elementi imprescindibili del suo minuzioso ingranaggio tattico, giocatori di cui è difficile fare a meno. Per il Napoli, invece, si tratta di elementi arrivati all’apice da cui ottenere il massimo in termini economici per poter intraprendere quel “ricambio” che il club ha sempre implementato in termini di parco giocatori. E’ la politica societaria attraverso cui si è avuta una crescita continua negli anni, contro l’esigenza di Sarri di avere la (relativa) certezza di essere ancora competitivi per il titolo già la prossima stagione.
Sarri non si è mai sentito completamente coinvolto nella politica societaria del Napoli, lo si è evinto da tante dichiarazioni fatte anche in passato durante questo triennio. E il tecnico toscano non è nemmeno il primo, se pensiamo che con tratti differenti e sfumature diverse, prima di lui anche Mazzarri e Benitez si sono trovati di fronte a questo tipo di scelta.

Le incognite nella testa dell’allenatore, aumentano se pensiamo che ci sono anche calciatori importanti “senza clausola” come Jorginho, Koulibaly, Hamsik e Insigne, che potrebbero avere offerte irrinunciabili dai top club europei. Il club avrebbe anche rassicurato Sarri a riguardo, ma il calciomercato -lo sappiamo- è un buco nero in cui dichiarazioni e propositi poi spariscono finendo inghiottiti dal vortice del denaro sonante.

Quello che De Laurentiis chiede a Sarri è la capacità di rimettersi in gioco e di continuare assieme a prescindere dal singolo nome, da chi resta o chi va via. Maurizio, a sua volta, non è certo di poter dare il massimo, con un quadro così incerto su una rosa che lui stesso ha plasmato, su cui ha lavorato e a cui è umanamente legato.

“Nella vita tutto finisce o bisogna far finire, meglio lasciarsi bene invece di macchiare quel qualcosa di bello che c’è. Per rimanere ho bisogno di avere la percezione di potermi ripetere, non la certezza perchè quella non si può avere. Il mercato è cambiato, i contratti firmati sono di qualche anno fa, ora i prezzi sono lievitati e la società non è in grado di darmi certe risposte”

Verrebbe da chiedersi, a questo punto, quale sia, per il bene del Napoli, la scelta migliore, quella più giusta. Gli interrogativi sono davvero tanti, a questo punto. Se Sarri resta come resta? E’ giusto confermare calciatori che si apprestano presumibilmente ad imboccare la parabola discendente della propria carriera? E il Napoli deve sconfessare davvero la sua politica societaria o continuare sul percorso di crescita tracciato in questi ultimi anni?

 

 

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Francesco Romano è laureato ed ha un master in comunicazione e marketing. Ama scrivere, lavora presso Mediaset.
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