Un colpo dietro l’altro. Lo confessiamo, siamo frastornati. La prima mazzata arriva nel giorno più bello, quello del compleanno del ciuccio. Ormai anziano ma sempre amato. Aspettiamo di spegnere le novantadue candeline presenti sulla torta e invece ci ritroviamo impegnati a spegnere la delusione. Una delusione quasi immotivata, razionalmente illogica. De Laurentiis acquista il Bari. Siamo gelosi. Ci sentiamo come abbandonati, trascurati, come se chi si fosse preso cura di noi sino ad oggi avesse rivolto le proprie attenzioni a qualcun altro. Problemi di congiuntivo. Utilizzato molto impropriamente: non si tratta di ipotesi, le attenzioni sono state rivolte eccome a qualcun altro: la conferenza stampa organizzata a Bari in pompa magna, in perfetto stile Napoli 2004, ci infastidisce.
“Amo Bari” – “Ho sempre apprezzato questa terra”
Sono frasi di circostanza, ne siamo consapevoli, ma sono comunque frasi d’amore rivolte al gallo e non al ciuccio. O a entrambi? Poligamia? Riordiniamo le idee. Inutile girarci intorno, la passione calcistica è appunto passione, non raziocinio. Una passione che va domata dalla capacità di ragionamento, ma pur sempre passione.
ADL fa impresa. E la fa bene. Ha fiutato l’affare ed ha acquistato il Bari. Il nostro cuore ci dice che ha fatto male, la nostra testa ci dice che ha fatto bene. Va bene così. Del resto, l’infinita guerra tra bene e male, amore e odio, ragione e sentimento è il sale della vita.
Filosofia a parte, il timore più grande, quello che va assolutamente scongiurato, è l’ipotesi che ADL possa aver gettato le basi per ripercorrere a Bari quello che ha vissuto a Napoli, proprio perché stanco dei continui attacchi a lui rivolti all’ombra del Vesuvio nonostante gli ottimi risultati ottenuti.
Chissà, magari il vento anti-papponista che spira sempre più forte otterrà a breve quanto si auspica.
Ma il compleanno non è ancora intossicato del tutto. Manca l’ultimo sgarro, l’ultimo evento luttuoso: Higuain in rossonero è un altro piccolo colpetto dato ad una torre emotiva che è più inclinata di quella di Pisa.
La riflessione è di quelle banali: ma come, il Milan, allo sbando, sballottato tra cinesi e società di investimenti, si concede il lusso di ingaggiare il Pipita?
Arriverà pure a Milano con le stimmate di scarto di lusso della Juventus, ma è pur sempre Gonzalo Higuain. Un nome che si va ad aggiungere ai tanti nomi di lusso che riempiono la casella “centravanti” delle concorrenti degli azzurri: Higuain, Icardi, C.Ronaldo, Dzeko, Immobile. L’onestà intellettuale che di solito ci tiene per mano non può abbandonarci adesso: la coppia Milik/Inglese, sulla carta, non regge il confronto. Il Napoli chiuderà col botto? Adl dice no. Ancelotti dice no. Benitez – invece – dice che il calcio è bugia. Avrà ragione lui?