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Meret, Karnezis, Ochoa. Un trittico strano

Abbiamo cominciato a preoccuparci quando Aurelio De Laurentiis ha dichiarato:

“Ho scelto Meret ma, per il suo infortunio, stiamo cercando un sostituto per non creargli pressione ed accelerare il suo recupero. È un ragazzo giovane”.

Bene. Legittimo. Se non fosse per il fatto che il ragazzo ha quasi recuperato del tutto. Se non fosse per il fatto che un secondo portiere, ingaggiato dall’Udinese proprio per fargli da vice e da chioccia, esisteva già.

E allora, chi deve sostituire chi? E soprattutto, perchè?

Non è mistero l’interessamento del Napoli per Ochoa. 33 anni, esperienza, notorietà e carisma.

Perché mai inserire una figura come quella di Ochoa nella triade? Quale il senso? Perché mai cercare un terzo portiere così bravo ed esperto da poter fare anche il titolare indiscusso?

Vittime dei dubbi

Torniamo un attimo agli albori. Il Napoli non è andato dritto su Meret. L’obiettivo era Rui Patricio, portiere esperto ed affidabile, bocciato da questioni burocratiche. Quindi Leno, alla fine ceduto in pasto ad una agguerrita e ricca concorrenza.

Si vira ancora fino ad uscire allo scoperto. L’investimento economico è di quelli importanti: 25 milioni per portare a casa Meret e pure il suo vice a Udine, Karnezis, ritenuto portiere di livello e profilo ideale per supportare e sostituire quando necessario il giovane portiere titolare.

Si attende solo il terzo. Contini in ritiro fa benissimo ma non viene preso in considerazione. Passano giorni su giorni, per un terzo portiere, per un calciatore che avrebbe dovuto essere sostanzialmente un numero.

Cosa è cambiato in così poco tempo? Perché la sensazione diffusa è che non ci si fidi più della strada intrapresa?

Banco degli imputati saturo

Partiamo dalla certezza: se il Napoli non avesse avuto dubbi né su Meret né su Karnezis avrebbe acquisito un terzo portiere valido ma soprattutto disposto a ricoprire il ruolo di comparsa. Non è stato fatto e pare non venga fatto. Cercare un profilo come Ochoa vuol dire non avere più fiducia o in Meret o in Karnezis. Può essere stata la pessima prestazione di Liverpool del greco a preoccupare il Napoli fino a cercare un portiere di riserva valido come il titolare?

Sarebbe delittuoso convincersi di una scelta per poi rinnegarla a seguito di una gara scellerata.

Viceversa, può essere bastato qualche giorno di ritiro a Dimaro per aver fatto cambiare idea sulle qualità di Meret?

Ancora più inconcepibile. Inaccettabile. Inammissibile. Inaudito.

E allora dove sta la verità? In quali meandri sono annidate le logiche di una strategia che sembra incomprensibile?

Solo la fantasiosa teoria secondo cui De Laurentiis cederebbe al fascino del messicano per sfruttare la cassa di risonanza mondiale che ne scaturirebbe disintegrerebbe tutte le nostre pungenti analisi. Sarà così?

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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